L’Italia potrebbe presto dotarsi di una nuova legge capace di disciplinare il settore delle attività subacquee ed iperbariche. Nelle ultime quattro legislature, infatti, tutti i tentativi di regolamentare un comparto che vanta milioni di praticanti e che genera ricadute in campo industriale, sportivo e turistico sono caduti nel vuoto. Sprofondati letteralmente nei due rami del parlamento. Questa volta, invece, ci sono tutti i presupposti affinché la proposta di legge n. 1161, firmata dagli Onorevoli Cangiano, Amich, Antoniozzi, Benvenuti Gostoli, Cerreto, Ciaburro, Colombo, Frijia, Lampis, Longi, Maiorano, Marchetto Aliprandi, Padovani, Schiano di Visconti e Zurzolo, veda la luce.
Nei forum dedicati al diving e alle immersioni ricreative la discussione tiene banco. Tra chi considera l’intervento del legislatore fondamentale e chi crede che sia sufficiente mantenere tutto inalterato, si possono leggere opinioni contrastanti. La realtà è che la proposta di legge è necessaria sia per adeguare l’impianto normativo italiano a quello europeo, visto che l’Italia è l’unico Paese dell’UE a non avere una disciplina legislativa in materia, sia per dettare requisiti, obblighi e diritti di operatori, lavoratori ed imprese del settore subacqueo. Scopo primario dei firmatari, infatti, è rendere tutte le attività subacquee ed iperbariche sicure e rispondenti a standard qualitativi.
Della proposta di legge e delle sue ripercussioni nel settore ne ha parlato a Lavarone l’Onorevole Cangiano. Intervenuto in occasione della manifestazione Under Ice 2025, evento formativo e sportivo organizzato dal settore subacqueo di OPES, il primo firmatario della proposta di legge n. 1161 ha fatto chiarezza su tutti e tre i capi dell’impianto normativo ed illustrato a protagonisti ed addetti ai lavori le novità presenti nei 21 articoli.
3 capi e 21 articoli, questo l’impianto normativo che andrebbe a disciplinare le attività subacquee ed iperbariche
Oggetto della legge e finalità, lavori subacquei e iperbarici, e servizi subacquei ricreativi. Sono questi i tre capi su cui poggia l’ultimo disegno di legge fatto arrivare in Parlamento. Il primo, importante contributo riguarda le qualifiche professionali e gli ambiti operativi. Il legislatore individua due profili: l’operatore tecnico subacqueo (OTS) e l’operatore tecnico iperbarico (OTI).
Se per OTS si intende colui che, dopo un adeguato percorso formativo, è in grado di effettuare immersioni subacquee, a profondità e pressioni variabili, per scopi lavorativi; con l’acronimo OTI viene descritta quella figura che è addetta alla manovra delle camere iperbariche e agli impianti di saturazione.
Obblighi e doveri degli OTS e OTI, le nuove figure professionali del settore
L’individuazione delle due figure professionali implica l’istituzione del registro degli operatori subacquei e iperbarici professionali. Ecco la seconda novità. Il nuovo albo sostituisce quello dedicato ai sommozzatori in servizio locale, che è tenuto dal comandante del porto, e contiene al suo interno l’elenco degli operatori di basso fondale (immersioni fino a 50 metri anche con il supporto di impianti iperbarici), gli operatori di alto fondale (oltre i 50 metri di profondità) e gli operatori tecnici iperbarici.
Gli iscritti, che devono avere la maggiore età, la cittadinanza italiana o di un altro Stato UE (o regolare permesso di soggiorno), un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale di durata almeno triennale, un attestato di qualifica professionale rilasciato da una struttura didattica idonea o da un corpo militare, essere in possesso di un certificato di sana e robusta costituzione e non avere condanne pendenti, possono esercitare la loro attività su tutto il territorio nazionale e nei 27 Paesi dell’Unione.
L’iscrizione nel registro non è l’unica condizione per operare e svolgere il proprio lavoro. Gli OTS e gli OTI devono sempre portare con loro stessi un libretto nel quale vengono annotati la qualifica professionale, le specializzazioni, l’idoneità medica, le singole immersioni, il periodo di compressione in camera iperbarica, l’autorizzazione annuale allo svolgimento delle attività subacquee ed iperbariche da parte del compartimento marittimo competente (solo se si tratta di un lavoratore autonomo), la vidimazione autografa del datore di lavoro o del committente, la descrizione sommaria del lavoro eseguito e gli eventuali infortuni subiti.
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Per i trasgressori sono previste sanzioni non solo amministrative. Ad esempio, lo svolgimento di qualsiasi attività, senza la regolare vidimazione del libretto personale, è punibile con l’arresto fino a 3 mesi e con un’ammenda che varia da 1.000 a 1.500 €. In caso di recidiva, viene disposta la cancellazione dal registro.
Se un’azienda o un committente si affidano a figure diverse dagli OTS e OTI, oltre a non poter continuare più l’esecuzione del lavoro, si vedranno applicare una sanzione tra i 5.000 e i 12.000 euro per ciascun lavoratore irregolare, che in caso di recidiva può raggiungere i 25.000 euro. Infine, gli operatori che svolgono attività senza essere iscritti nel registro sono puniti con l’arresto da 3 a 6 mesi e con ammenda da 4.000 a 10.000 euro.
Un Comitato tecnico per le attività subacquee ed iperbariche: funzione e composizione
La proposta di legge chiarisce altresì i requisiti che devono possedere le imprese subacquee ed iperbariche ed istituisce un comitato tecnico che avrà il compito di proporre norme riguardanti le procedure operative per il lavoro subacqueo, per il supporto iperbarico e quelle di emergenza. Inoltre, tale istituto, che entrerà in vigore entro due mesi dall’approvazione della legge con un decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, stabilirà le direttive inerenti alla formazione, alle attrezzature, alla medicina subacquea e alle norme di sicurezza.
Faranno parte di questo comitato 2 rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture, 1 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, 1 del Ministero della Salute, 1 figura indicata dall’INAIL, un componente proveniente dalla conferenza Stato-Regioni, 4 rappresentanti delle organizzazioni sindacali, 3 delle organizzazioni didattiche ed il rappresentante medico italiano nell’EDTC (European Diving Technology Committee).
Le disposizioni sulle immersioni ricreative
Gli ultimi sette articoli, invece, sono dedicati interamente alle immersioni e alle attività subacquee ricreative. Anche in questo campo, che interessa milioni di praticanti, non mancano le novità. Il legislatore stabilisce che per le l’attività svolte con un autorespiratore è necessario essere in possesso di un brevetto. Inoltre, dichiara che il subacqueo si deve attenere alle limitazioni, alle procedure e agli standard operativi stabiliti dall’organizzazione didattica certificante. Un punto, quest’ultimo, che fa infiammare il dibattito sui forum tematici.
Il testo, poi, definisce le figure di istruttore subacqueo e di guida subacquea, il quale o la quale può assistere il formatore nell’addestramento ed accompagnare i sub nell’immersione (ogni istruttore o guida può seguire sotto la superficie dell’acqua al massimo 4 subacquei). Per ricoprire uno di questi due ruoli, bisogna avere la maggiore età, essere cittadini italiani o di altro Stato UE (per cittadini extra UE, invece, è necessario il regolare permesso di soggiorno), godere di diritti civili e politici, aver frequentato un corso abilitante e superato l’esame per l’ottenimento del brevetto, una copertura assicurativa individuale mediante polizza di responsabilità civile ed un’altra per i rischi derivanti a dipendenti o collaboratori, e pure un certificato medico di idoneità.
Non mancano norme chiare e precise per l’apertura di un centro di immersione e di addestramento. L’esercizio dell’attività è subordinato all’iscrizione presso la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, all’avere una partita IVA (per le organizzazioni senza scopo di lucro sono sufficienti il codice fiscale, l’atto costitutivo registrato e lo statuto), alla disponibilità di una sede per lo svolgimento delle attività teoriche e di attrezzature specifiche e conformi alle norme UE, sia per le immersioni sia per il primo soccorso, e alla sottoscrizione di una copertura assicurativa mediante polizza di responsabilità civile.
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Per il subacqueo che si immerge con l’assistenza di un centro di immersione e di addestramento, è richiesto il possesso di un brevetto, acquisito mediante corso di formazione realizzato da un’organizzazione didattica riconosciuta dal CONI, da un Ente di Promozione Sportiva o da un’agenzia di rilievo nazionale. Sarà compito del responsabile del centro diving verificare le informazioni ed annotare in un apposito libretto, che dovrà essere conservato per sei mesi, gli estremi del brevetto di ciascun sub, l’ora programmata e l’inizio delle immersioni, l’orario effettivo di fine immersione ed il nominativo della guida.
Note sul libretto del responsabile del centro di immersione, ma anche sul documento di proprietà del sub. In questo caso, i campi da riempire riguardano le generalità, il tipo di brevetto, la data e la località di immersione, la profondità massima raggiunta, la denominazione del centro immersioni, le generalità dell’istruttore o della guida e la sua firma.
Infine, nel testo di legge sono indicate anche le prassi per immergersi in forma privata. Il legislatore vieta le immersioni in località interdette al transito e all’ormeggio di imbarcazioni e sancisce che per svolgere tale attività sono indispensabili: strumenti adeguati che possano tracciare e registrare tempo, profondità raggiunta e pressione e brevetto idoneo. Inoltre, dispone che chi si immerge, tanto con il respiratore quanto in apnea, deve individuare una persona che svolga funzioni di assistenza e che sia informata del tempo di immersione, del luogo e della profondità.
Per i trasgressori delle disposizioni di legge sono previste pene che variano dalla reclusione alla semplice multa o alla sospensione dall’attività.
Ora manca solo l’ultimo passo. Affinché la proposta si trasformi in legge, è necessaria l’approvazione di Camera e Senato. Forse, a differenza dei precedenti tentativi, entro la fine della legislatura potrebbe arrivare il via libera. Per il settore e per coloro che praticano le attività subacquee sarebbe un bel passo in avanti.