Deep Seek come lo Sputnik, aperta una nuova frontiera nel campo dell’AI generativa

Tutto è cominciato nel 2016 quando gli Stati Uniti a Seoul con Aplha Go, un applicativo sviluppato da Google DeepMind, vincono contro ogni pronostico una partita a Go contro Lee Se-dol, campione indiscusso di questo antico gioco strategico. Quel momento segnò una svolta epocale, e pochi mesi dopo nacque ufficialmente l’intelligenza artificiale generativa.

Una storia affascinante, seguita con grande interesse dai media, continua ad emozionare gli addetti ai lavori e non solo come se fosse una nuova stagione di una serie Netflix. Oggi, il focus si è spostato sul debutto di Deep Seek R1, un progetto open source sviluppato in Cina, che di fatto non persegue proiezioni economiche future sugli introiti, ma è alla ricerca di un modello di intelligenza artificiale generativa di livello superiore.

L’attenzione della famiglia del Big Tech a stelle e strisce, leader indiscussa nel mercato AI ma sempre attenta al potenziale di Pechino, è tutta per Deep Seek R1. Marc Andreessen, investitore in nuove tecnologie e guru dell’high tech al pari di Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, ha paragonato l’arrivo di questa nuova AI al lancio dello Sputnik: un evento destinato a cambiare l’evoluzione del comparto. Come il lancio del primo satellite intorno alla Terra da parte di Mosca diede il via alla conquista dello spazio, l’arrivo di Deep Seek potrebbe aprire nuovi scenari e frontiere.

Perché Deep Seek potrebbe aver aperto una nuova frontiera nell’AI?

Gli elementi che hanno contribuito a questa percezione includono l’architettura avanzata di Deep Seek e la decisione, senza esitazioni, di rendere pubblico il codice di sviluppo. Un gesto inconsueto che rappresenta una chiara sfida agli Stati Uniti e che dimostra come la Cina non intenda rimanere indietro nella corsa tecnologica.

Nel mercato globale della tecnologia, i venture capitalist, che raccolgono finanziamenti miliardari per sostenere le loro operazioni, hanno a lungo seguito la regola del “Winners take all“. Che tradotto vuol dire: un’impresa con performance migliori si può prendere il mercato. Colossi come Google, Nvidia, Apple e Microsoft hanno dominato incontrastati, rendendo quasi impossibile per chiunque osare sfidarli. Tuttavia, oggi, possiamo affermare che questa regola non è più valida.

Deep Seek, l'AI generativa entra in una nuova dimensione
Photo Shutterstock – ID: 2577645509 – Photographer: Erlin Diah

La start-up OpenAi ha raccolto negli ultimi due anni finanziamenti per 20 miliardi di dollari. Questa quantità di denaro spropositata è stata investita da Sam Altman, co-fondatore e Amministratore Delegato di OpenAI, per sviluppare, addestrare ed operare i large language model, ovvero i vari gpt (Generative Pretrained Transformer) che sono alla base di ChatGPT. Secondo alcune stime riportate dal New York Times e riprese dalle testate di settore, tra cui Wired, la gestione di chatGPT costa 700mila dollari al giorno, mentre l’addestramento di GPT4 è costato 10 miliardi di dollari, 10 volte di più della versione precedente.

Il sito di informazione “The Information” ha realizzato un focus sui conti di OpenAi. Secondo la redazione, che ha sedi a San Francisco e a New York, la startup ha dovuto fronteggiare costi per 9 miliardi solo nel 2024. Sostenere queste spese non sarebbe un problema se i ricavi fossero sufficienti, ma gli incassi nel 2024 sono stati 4 miliardi di dollari, +150% rispetto al 2023. Nonostante ciò nell’ultimo anno le perdite sono ammontate a 5 miliardi di dollari.

Deep Seek, invece, è stata sviluppata attraverso il bootstrapping, ovvero con autofinanziamento, creando un vuoto significativo nei mercati. L’approccio ha evidenziato un divario abissale tra gli investimenti multimiliardari destinati a progetti come ChatGPT e lo sviluppo di Deep Seek.

Gli investitori hanno assistito a una significativa erosione dei propri capitali a seguito della notizia che un progetto alternativo, potenzialmente superiore, potesse essere sviluppato con un investimento finanziario irrisorio. Una situazione che ha innescato la classica reazione a catena nel mercato, con perdite particolarmente rilevanti per alcune delle principali aziende tecnologiche. Complessivamente, a Wall Street le principali aziende del Big Tech hanno bruciato 600 miliardi di dollari.

Un successo tecnologico, economico, sociale e comunicativo

L’avvento di Deep Seek non può essere classificato soltanto come un successo in ambito economico e tecnologico. È qualcosa di più grande, che riguarda altresì la comunicazione. L’azienda cinese di AI ha generato una hype gigantesca, attirando su di sé l’attenzione globale, ed ha lanciato un chiaro messaggio: l’intelligenza artificiale deve essere accessibile, consapevole e libera. Il suo intento deve essere quello di migliorare la vita delle persone, senza creare gap sociali o economici.

Come andrà finire non è dato sapere. Deep Seek potrebbe evolversi, costringere le aziende statunitensi a rispondere alla nuova sfidata lanciata da Pechino o trasformarsi in una bolla pronta ad esplodere. Quello che è certo è che il suo impatto sul mercato è stato notevole.

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