Un gigante dominante. Con i crismi del numero 1 della classifica ATP e con il peso di dover difendere lo scettro conquistato un anno fa, Jannik Sinner si è confermato Campione degli Australian Open. Sulla superficie più veloce non c’è stata e non c’è storia: che si giochi nel Nuovo Mondo o negli States il re è sempre il tenace ragazzo italiano dai capelli rossi.
Come un anno fa (clicca qui per leggere l’articolo sull’edizione 2024 degli Australian Open), l’alba della nuova stagione si è aperta con il tennista di San Candido che ha alzato il trofeo davanti al pubblico di una Rod Laver Arena tutta ai suoi piedi. In meno di tre ore di gioco ed in tre set (6-3, 7-6, 6-3) Sinner ha stritolato, sportivamente parlando, Alexander Zverev, numero due del seeding e alla ricerca disperata del suo primo successo in uno dei 4 tornei più importanti del Pianeta.
Sinner e i nuovi record
“Diamo per scontato che lui sia il numero uno e che debba sempre arrivare fino in fondo. Non vorrei arrivare ad un piacevole senso di normalità della vittoria, perché dietro ad un successo c’è un travaglio, c’è un lavoro meticoloso, c’è l’ossessione di migliorarsi“. Così aveva commentato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, nella mattina di venerdì, dopo aver appreso del successo di Sinner contro Shelton, che di fatto aveva permesso all’azzurro di tornare a disputare l’atto conclusivo dello slam australiano.
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Parole al miele, quelle di Abodi, ma anche piene di sacrosante verità. Il back to back a Melbourne è stato straordinario. Forse anche di più. Perché Sinner è diventato il più giovane tennista dai tempi di Jim Courier a giocarsi due finali consecutive in Australia e si è accomodato alla tavola di coloro che hanno vinto tre finali consecutive sul veloce. Gli altri tennisti a compiere una simile impresa hanno i seguenti nomi e cognomi: John Enroe, Ivan Lendl, Roger Federer e Novak Djokovic.
Sinner ci sta abituando bene, senza dubbio. Vederlo entrare in campo per una finale ed alzare trofei sta assomigliando ad una meravigliosa prassi. Un risultato non scontato, come aveva ricordato il Ministro Abodi, che è possibile solo se c’è un’eccellente dedizione al lavoro ed una impareggiabile ossessione a migliorarsi. Sinner non si è seduto sugli allori, ha alzato ancor di più l’asticella. Si è evoluto più dei suoi avversari, in primis Carlos Alcaraz, ed ha affinato il suo gioco.
A Melbourne Sinner è stato un gigante
Rispetto ad un anno fa, il gigante di San Candido ha concesso agli avversari solo due set. Gli unici a finire una partita senza uno zero nella casella dei set vinti sono stati l’australiano Schoolkate ed il danese Rune, quando Sinner aveva dovuto superare altresì un malessere intestinale che gli aveva causato tremori e spossatezza. Nonostante fosse in non perfette condizioni, Sinner era riuscito ad approdare in semifinale, facendo leva sulla sua forza mentale e confidando sui suoi mezzi tecnici.
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Difficoltà fisiche a parte, in Australia è andato in scena il solito, strabordante e vincente Sinner. Forte tecnicamente, tatticamente e mentalmente. Un computer, secondo qualcuno. Un ragazzo normalissimo, anche simpatico e divertente, che può entrare in modalità “mostro” a suo piacimento, stando alle testimonianze di alcuni membri del suo staff che in passato hanno allenato e seguito Novak Djokovic. Ed in modalità “mostro” Sinner è riuscito a rimanere per tutti i 162 minuti di gioco contro Zverev.
La finale più attesa, quella in cui il numero 1 ed il secondo del ranking si sfidano per il titolo, doveva essere equilibrata. Ed invece, solo nel secondo set non è emerso lo strapotere dell’azzurro. Zverev, in vantaggio nel testa a testa per 4 successi a 2, avrebbe anche nel suo repertorio tecnico delle armi per impensierire Sinner. Il servizio, in primis.
Il tedesco, come hanno evidenziato le statistiche a fine 2024, è risultato il miglior battitore della scorsa stagione. Nessuno come lui per velocità, punti vinti con le prime palle, percentuali in campo ed ace. In finale, invece, a parte i 12 aces ed una media di primi servizi a 205 km/h, è stato disarmato. Anzi, surclassato. Perché la forza di Sinner è proprio quella di togliere certezze all’avversario di turno.
Il tabellino finale del match ha evidenziato che Sinner ha vinto l’84% dei punti con la prima di servizio (Zverev si è fermato al 69%), mentre con la seconda l’azzurro ha ottenuto il 63% dei punti (il gap tra i finalisti in questo dato è stato di 13 punti percentuali in favore del numero 1).
Una finale a senso unico
Analizzando nel dettaglio anche altri parametri, il divario tra i contendenti diventa ancora più importante. Sinner ha dominato nei vincenti (32 a 25), nel commettere meno errori non forzati (27 a 45) e nella percentuale di palle messe a terra a rete (77% a 52%). Complessivamente, sono stati 107 (83 per il tedesco) i punti portati a casa dal due volte vincitore di Melbourne.
Ma a fare la differenza tra i due è stato senza ombra di dubbio il novero di palle break concesse. Zverev ha permesso all’azzurro di strappargli il servizio in ben 10 occasioni. Sinner, invece, è stato implacabile: zero possibilità. Solo Roger Federer e Rafa Nadal, rispettivamente a Wimbledon nel 2003 e agli Us Open nel 2017, erano stati capaci di trionfare in una finale di uno slam senza concedere occasioni di break point all’avversario.
Sinner nella leggenda del tennis italiano: è il più grande
Il 19° titolo in bacheca ha certificato la grandezza sportiva di Jannik Sinner. Se si considera il numero di slam vinti, l’altoatesino attualmente è il tennista italiano più forte della storia. Ed il ragazzo ha soltanto 23 anni ed enormi margini di miglioramento in ogni fondamentale, soprattutto a rete. Se è diventato il numero 1, il merito è anche del duo Vagnozzi – Cahill.
I due coach lo hanno aiutato a compiere il definitivo salto di qualità. Cahill, come accennato da Sinner, potrebbe salutare a fine stagione per dedicarsi completamente alla sua famiglia. Accanto a Vagnozzi potrebbe sedersi così un altro super coach, magari un ex allievo del tecnico australiano prossimo al ritiro. Dall’Australia arriva una suggestione. Secondo qualcuno, Andrè Agassi, che con Cahill ha fatto un percorso sportivo vincente, potrebbe seguire più da vicino il numero 1 del tennis. Di sicuro c’è che Sinner, come lui stesso ha dichiarato nel discorso finale, farà di tutto affinché il tecnico australiano ci ripensi o, almeno, continui un’altra stagione.
Parole dolci per l’organizzazione, per il suo staff, per la sua famiglia, per il pubblico e per l’organizzazione, ma anche gesti che fanno la differenza. Il modo in cui Sinner ha consolato Zverev al termine del match rimarca ancor di più lo spessore del Campione e la grandezza dell’uomo.
Anche per questo motivo Sinner piace a tutti. Per buona pace degli invidiosi o di chi tenta o ha tentato di screditarlo per delle accuse che, come giudicato dall’ITIA (International Tennis Integration Agency), non sussisterebbero.
Sinner è e rimane il numero uno del tennis, non solo italiano, ed un modello per tanti giovani che seguono lo sport.
Immagine di copertina: ID Shutterstock 2418657371 | Photographer: Victor Velter | Titolo della foto: Jannik Sinner of Italy with the Norman Brookes cup trophy during the Australian Open AO 2024 men’s final Grand Slam tennis tournament on January 28, 2024 at Melbourne Park in Australia.