Trump si riprende la Casa Bianca e dedica la Gop platform alle donne e agli uomini dimenticati d’America

Il 20 gennaio 2025 Donald Trump sarà ufficialmente il 47esimo Presidente degli Stati Uniti

Una corsa, la sua, che non ha incontrato molti ostacoli; a partire dal duello intestino con Nikki Haley, per poi arrivare alle tappe finali della campagna elettorale e del confronto con la candidata dem Kamala Harris. L’unica titubanza, forse, l’unico momento che avrebbe seriamente potuto compromettere l’esito di queste elezioni e più in generale la salute del Tycoon è riconducibile all’attentato del 13 luglio scorso, in Pennsylvania, quando è rimasto ferito all’orecchio (il proiettile ha sfiorato il volto del prossimo Presidente) e un suo sostenitore ha perso la vita. 

Per il resto, ne è uscito con le ossa ammaccate dal dibattito televisivo con l’attuale Vicepresidente, ma non così tanto da far cambiare idea agli americani. Il 5 novembre scorso Trump, quindi il Presidente più anziano della storia americana a inizio mandato, ha raccolto una vittoria schiacciante, e ha esultato con la propria famiglia ed Elon Musk tra i grandi sostenitori di questa campagna (basti pensare che il ceo di Tesla solo durante gli ultimi tre mesi ha investito oltre 75 milioni di dollari per supportare il cammino elettorale repubblicano).

Alle ore 7.00 italiane del 6 novembre non c’erano più dubbi su chi tra Trump e Harris si sarebbe presto insediato, succedendo a Joe Biden, alla White House. Sono però presto affiorati i consueti interrogativi di queste occasioni: cosa ha generato la disfatta dem? E cosa invece ha consentito ai repubblicani di ottenere anche un Senato rosso (sottraendo seggi agli avversari)? C’entra la comunicazione? C’entra il programma? Cosa accadrà nei prossimi mesi? Statisticamente, come hanno votato gli americani? Tutte queste domande hanno trovato risposte nelle ore successive all’esito delle votazioni, dalle varie testate giornalistiche, i tg, i blog e i social. 

Quello che però, al netto dei fatti, resta e sarà poi la base da cui partirà il mandato di Trump è il programma. 

Gop platform: non solo promesse elettorali

Sono venti i punti che compongono la Gop platform “Make America Great Again”, dedicata – come si legge in apertura del documento – agli uomini e alle donne dimenticati d’America. Vale a dire i cittadini che hanno maggiore urgenza di cambiare le cose e quindi di virare verso una novità (nel caso specifico verso Trump e le sue politiche dedicate, quantomeno annunciate). 

L’inflazione

Il documento, ad ogni buon conto, parte da un tema globale, che quasi tutti i Paesi del mondo si trovano a dover affrontare: l’inflazione. “Il Partito Repubblicano – si legge infatti alle prime righe – invertirà la peggiore crisi inflazionistica degli ultimi quarant’anni, che ha schiacciato la classe media, devastato i bilanci familiari e reso irraggiungibile per milioni di persone il sogno di possedere una casa”, insomma, una promessa che punta diritta alle tasche dei cittadini e che si snoda poi tra l’affrontare concretamente “la crisi del costo della vita” a breve termine, e cambiare il paradigma nel tempo. 

Ma la domanda è: come? In primo luogo, spiegano i repubblicani, che durante il primo mandato di Trump gli USA sono stati il primo produttore di petrolio e gas naturale al mondo, eliminando le restrizioni sulla produzione energetica americana; dunque, l’obiettivo è tornare su quanto avviato anni prima e portarlo avanti. Secondo poi, fanno riferimento a una stabilizzazione immediata dell’economia tagliando gli sprechi della spesa pubblica e promuovendo la crescita economica. Questo comprende anche fare in modo che sulle famiglie non gravino più alcune spese e che solo gli americani siano sempre al centro dell’agenda e delle politiche intraprese. 

 

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 Immigrazione

A proposito, il tema dell’immigrazione è sicuramente fondamentale. Infatti, il secondo punto è dedicato proprio alle politiche che verranno messe in atto sul tema. Nel programma si specifica che si ripristineranno tutte “le politiche di confine dell’amministrazione Trump” ciò riguarda ovviamente anche il completamento del famoso muro di confine. 

In tal senso, lo staff di Trump spiega anche che oltre alla presenza massiccia delle forze dell’ordine, verranno impiegate nuove tecnologie per “monitorare e rendere sicuri i confini”. Nel programma si utilizzano espressioni molto forti come “fermare l’invasione” e “mettere in atto la più grande deportazione di tutti i tempi” relativamente alle “bande criminali e agli stranieri illegali di tutto il mondo che vagano per gli Stati Uniti senza conseguenze. Il Partito Repubblicano si impegna a rimandare a casa gli stranieri illegali e a rimuovere coloro che hanno violato le nostre leggi”.

Un’economia che guarda al futuro, il possibile coinvolgimento di Musk

Durante la campagna elettorale Trump ha più volte dichiarato di voler coinvolgere Elon Musk nella propria squadra. Non è dato sapere in che modo, ma approfondendo la sezione dedicata alla crescita economica, viene da pensare che la consulenza di Musk possa effettivamente risultare molto utile. 

Nel campo dell’intelligenza artificiale, infatti, “i Repubblicani sosterranno uno sviluppo dell’IA radicato nella libertà di parola e nel benessere umano. Espansione della libertà, della prosperità e della sicurezza nello spazio Sotto la leadership repubblicana, gli Stati Uniti creeranno una solida industria manifatturiera nell’orbita terrestre, invieranno astronauti americani sulla Luna e su Marte e rafforzeranno le partnership con il settore spaziale commerciale in rapida espansione per rivoluzionare la nostra capacità di accedere, vivere e sviluppare beni nello spazio”, insomma i due campi di interesse del patron di X. 

X, tra le altre cose, è risultato essere il social che più ha contribuito al raggiungimento del traguardo da parte dei repubblicani; basti pensare, ad esempio, all’intervista al Tycoon durata oltre tre ore sul social condotta dallo stesso Musk e senza contraddittorio, oppure alla “manipolazione” dell’algoritmo da parte di Musk che ha reso possibile una spinta verso i post lusinghieri nei confronti del candidato repubblicano. 

Restando sul tema economico, il partito dell’elefantino promette anche di eliminare le tasse sulle mance per i lavoratori della ristorazione e dell’ospitalità, e di fare in modo che venga preservata e valorizzata la produzione delle aziende americane. 

A tal proposito si parla anche del settore automotive: “I repubblicani rilanceranno l’industria automobilistica statunitense annullando i regolamenti dannosi, cancellando i mandati di Biden per i veicoli elettrici e di altro tipo e impedendo l’importazione di veicoli cinesi”.

Sanità, politiche per famiglie, giovani e anziani

Dando un po’ per scontato che i grandi temi del mondo come il cambiamento climatico non fossero la priorità per le donne e gli uomini americani, Trump ha quindi incalzato sulla sanità, promettendo una “sanità accessibile. I costi della sanità e dei farmaci da prescrizione sono fuori controllo – si legge quindi – I Repubblicani aumenteranno la trasparenza, promuoveranno la scelta e la concorrenza e amplieranno l’accesso a nuove opzioni di assistenza sanitaria e farmaci da prescrizione a prezzi accessibili”. Viene inoltre assicurato il mantenimento di Medicare e garantito che le persone più anziane possano essere assistite con costi più agevolati. 

Quanto ai giovani, invece, si parla di un’istruzione superiore accessibile. “Per ridurre i costi dell’istruzione superiore – si puntualizza nel documento – i Repubblicani sosterranno la creazione di ulteriori alternative, drasticamente più accessibili, al tradizionale diploma di laurea quadriennale”. 

L’obiettivo è infatti fare in modo che gli studenti vengano preparati al lavoro, sostenendo l’apprendimento basato su progetti e scuole che offrono esperienze lavorative significative. Viene dato un ruolo di rilevanza ai genitori che verranno quindi integrati in questo processo educativo e altresì si promette una scuola libera da sostanze illegali. 

Trump e l’America conservatrice

Di fondo c’è anche chi ha votato il partito repubblicano non solo per il programma ma anche e banalmente per la fedeltà ai principi conservatori che rappresenta. 

Come ad esempio la cura di chi si batte per la patria, per i valori più radicati americani, per la famiglia tradizionale, per la libertà di parola e per quella di culto di cui scrivono: “Siamo i difensori del diritto alla libertà religiosa sancito dal Primo Emendamento. Esso protegge il diritto non solo di praticare il proprio culto secondo i dettami della coscienza, ma anche di agire in conformità con tali convinzioni, non solo nei luoghi di culto, ma anche nella vita quotidiana.

Tra le nostre fila ci sono uomini e donne di ogni fede e tradizione e rispettiamo il diritto di ogni americano di seguire le proprie convinzioni. Per proteggere la libertà religiosa, i Repubblicani sostengono una nuova Task Force federale per la lotta ai pregiudizi anticristiani, che indagherà su tutte le forme di discriminazione, molestie e persecuzioni illegali contro i cristiani in America”.

Armi e politica estera

Infine, in primo luogo un impegno a fortificare e modernizzare le milizie, consentire ampiamente e senza remore la detenzione e l’utilizzo delle armi e fare in modo che i conflitti oltre confine vengano spenti e contenuti, stringendo alleanze ponderate (in questo caso viene citata su tutti quella con Israele).

“I Repubblicani – si legge perciò – rafforzeranno le alleanze assicurando che i nostri alleati debbano rispettare i loro obblighi di investimento nella nostra difesa comune e ripristinando la pace in Europa. Saremo al fianco di Israele e cercheremo la pace in Medio Oriente. Ricostruiremo la nostra rete di alleanze nella regione per garantire un futuro di pace, stabilità e prosperità. Allo stesso modo, sosterremo nazioni forti, sovrane e indipendenti nell’Indo-Pacifico, che prosperino in pace e nel commercio con gli altri Paesi”.

Durante le scorse ore il neo eletto Presidente Trump ha sentito al telefono diversi leader, tra cui Netanyahu, Zelenski, Meloni, von der Leyen e Orban; prossimamente, avverrà anche il colloquio con Putin che si è detto aperto al confronto con il Tycoon e l’Ucraina. 

 

@Riconoscimento editoriale: Jonah Elkowitz / Shutterstock.com ID 2455396913

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