La partita per disegnare un volto nuovo all’europarlamento è più che mai aperta. Anzi, entra definitivamente nel vivo. L’ultimo miglio prima del voto delle Europee, in programma i prossimi 6, 7, 8 e 9 giugno (i cittadini italiani potranno recarsi alle urne sabato 8 dalle 14:00 alle 22:00 e domenica 9 giugno dalle 07:00 alle 23:00), inizia proprio con la Giornata dell’Europa e del 74° anniversario della dichiarazione dell’allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman, che gettava le basi per la nascita di una Comunità continentale unita, coesa e capace di mettere a sistema gli interessi economici dei Paesi membri.
I prossimi trenta giorni si preannunciano infuocati. Tra schermaglie ideologiche, battaglie a suon di parole, programmi e promesse, i principali partiti degli emicicli di Strasburgo e Bruxelles si confronteranno sulle sfide che l’Europa dovrà affrontare nel prossimo quinquennio. Rispetto a cinque anni fa, il contesto geopolitico è profondamene cambiato. A segnarlo ci hanno pensato il conflitto russo-ucraino, le crisi energetiche, climatiche ed umanitarie, il green deal, la lenta ripresa dopo la pandemia e la perdita di competitività del sistema economico ed industriale europeo rispetto agli Stati Uniti o ai Paesi dell’Estremo Oriente.
L’espressione di voto dei cittadini dei 27 Stati membri non solo decreterà i nuovi equilibri politici continentali ma risulterà decisiva nello stabilire le priorità dell’esecutivo e l’approccio alle tematiche più scottanti.
Voto alle Europee pensando alla politica nazionale?
Le consultazioni dell’8 e del 9 giugno, per lo meno in Italia, saranno anche un test per valutare l’indice di gradimento dei cittadini nei confronti dei principali partiti politici. Come ha rivelato l’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, quasi un italiano su due (47%) voterà alle Europee pensando alla politica nazionale. In poche parole, gli elettori del Bel Paese indicheranno i loro 76 rappresentanti (il 10,55% dei 720 eurodeputati) e peseranno le scelte fatte o non fatte dalle forze politiche nazionali. Anche questa volta, però, il principale pericolo per maggioranza e opposizione si chiama astensionismo.
Europee: pericolo astensionismo
L’affluenza nelle ultime tornate elettorali è stata sempre caratterizzata da una tendenza negativa. Dallo straordinario 72,9% del 2004 si è passati al 66,5% del 2009, per poi scendere al 58,7% del 2014 e al 56,1% del 2019. Per ovviare ad un simile problema, che non interessa solo l’Italia, sono state introdotte delle interessanti novità. Alcune vanno ad intercettare il target più giovane, forse quello più restio a compiere il proprio diritto e a partecipare alla vita democratica della propria Nazionale e del proprio Continente. Se il Parlamento Europeo punta tantissimo sulla campagna di comunicazione e sensibilizzazione #usailtuovoto, il nostro Paese sperimenterà per la prima volta il voto per gli studenti fuori sede.
I big scendono in campo per le Europee: Meloni, Tajani, Schlein e Calenda capilista
Non solo. Anche per invogliare i cittadini a recarsi alle urne, in quello che si preannuncia come un autentico braccio di ferro tra i principali partiti, scenderanno in campo i big. Il Presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, la segretaria del PD Elly Schlein e il numero 1 di Azione, Carlo Calenda, si presenteranno come capilista. Se soltanto il Premier sarà il primo nome in tutte e 5 le circoscrizioni, Tajani lascerà il posto numero 1 nelle Isole a Caterina Chinnici. Schlein, che ha deciso di essere capolista al Centro e nelle Isole, ha optato per Lucia Annunziata al Sud, Stefano Bonaccini al Nord est e Cecilia Strada al Nord ovest. Calenda, invece, correrà con il numero 1 ovunque ad eccezione del Nord ovest dove il primo nome sarà occupato da Elena Bonetti.
Hanno indicato un capolista differente per ognuna delle cinque circoscrizioni AVS (Ilaria Salis nel Nord ovest, Cristina Guarda nel Nord est, Ignazio Marino al Centro, Domenico Lucano al Sud, Leoluca Orlando nelle Isole), M5S (Maria Angela Danzì al Nord ovest, Sabrina Pignedoli al Nord est, Carolina Morace al Centro, Pasquale Tridico al Sud, Giuseppe Antoci nelle Isole) e Stati Uniti d’Europa (Emma Bonino sarà capolista a Nord ovest, Graham Watson al Nord est, Gian Domenico Caiazza al Centro, Enzo Maraio al Sud e Rita Bernardini nelle Isole). La Lega, invece, ha scelto 4 capilista per le 5 aree, con il tanto discusso generale Roberto Vannacci alla posizione numero 1 nelle circoscrizioni del Centro e del Sud. Gli altri primi posti spetteranno a Silvia Sardone al Nord ovest, Paolo Borchia al Nord est e Annalisa Tadino nelle Isole.
Proveranno a raggiungere la soglia dello sbarramento del 4% dei voti a livello nazionale anche le liste Libertà di Cateno De Luca, Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi, che potrà correre in ogni circoscrizione grazie al parere positivo dell’ufficio elettorale nazionale della Corte di Cassazione, Democrazia Sovrana Popolare di Marco Rizzo e Francesco Toscano (non sarà presente al Sud) e Pace Terra Dignità di Michele Santoro (la lista non comparirà al Nord ovest).
Europee: consulta i candidati all’europarlamento
Europee: i temi della campagna elettorale
La corsa per sedersi su uno scranno dell’europarlamento è iniziata. La palla adesso passa ai partiti e alla loro capacità di trattare temi sociali ed economici che interessano l’elettorato. Mai come questa volta, il confronto su clima, agricoltura, ambiente, lavoro e diritti civili, riforma dei trattati europei, lotta all’immigrazione irregolare, protezione della famiglia, dei giovani e delle categorie fragili, sanità e competitività economica sarà concitato. Sicuramente, movimentato. Perché ogni partito correrà per sé. Non sono previste alleanze né coalizioni tra le forze italiane. Ogni voto espresso o preferenza (gli elettori possono indicare fino ad un massimo di tre preferenze nella stessa lista, a condizione che i candidati scelti siano di sesso differente) contribuirà in maniera proporzionale ad attribuire un seggio ad un rappresentante di uno dei 7 gruppi europei (Partito Popolare Europeo, Alleanza progressista di Socialisti e Democratici, Renew Europe, Verdi/Alleanzalibera europea, Conservatori e Riformisti europei, Identità e Democrazia, Sinistra al Parlamento europeo – GUE/NGL).