Lo scorso 6 marzo anche l’Istituto per il Credito Sportivo ha sottoscritto il Codice di Autodisciplina per le Imprese. Si tratta di un’iniziativa a favore della maternità promossa dal Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella, che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito di “ grande importanza”, anzi, “una vera e propria alleanza tra istituzioni e aziende per un’impresa a misura di mamma e a misura di bambino. La sfida demografica coinvolge tutti e ha bisogno di tutti. E’ una sfida per il futuro dell’Italia”.
La proposta è arrivata proprio per arginare il fenomeno dell’inverno demografico; troppo pochi i nuovi nati in Italia (così come certificato dai dati ISTAT). Tra i fattori che alimentano i dati con il segno meno, talvolta, l’impossibilità per le donne di conciliare vita privata e vita lavorativa; in molti casi, le madri si trovano costrette a rinunciare alla carriera in nome della famiglia.
Dunque, il documento ha l’obiettivo di creare un clima culturale ed economico di collaborazione tra datore di lavoro e dipendenti, rispetto al tema della maternità, perché questa non debba rappresentare per le donne una volontà alternativa alla carriera.
Le misure contenute nel Codice
“Il Codice – come spiega una nota ufficiale diffusa dal Dipartimento per le Pari Opportunità – sostiene, in un senso più ampio e senza sostituirla, la misura PNRR della Certificazione della parità di genere, che vincola l’accesso a sgravi fiscali e contributivi, oltre a punteggi premiali nella partecipazione ad appalti pubblici, all’adozione di policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne, e che viene rilasciata da organismi di certificazione accreditati in conformità alla prassi UNI/PdR 125:2022”.
Nel documento si chiarisce altresì la strategia di intervento che si basa su tre principi fondamentali:
- il favore per la continuità di carriera delle madri;
- le iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute;
- l’adattamento dei tempi e modi di lavoro.
Più specificatamente, nel caso del punto uno, ovvero favorire la continuità di carriera per le madri, si contempla l’opportunità di offrire “continua informazione sulla evoluzione dell’impresa e dell’area professionale della lavoratrice durante i periodi di astensione, che si configura come un diritto della lavoratrice”. Inoltre, nel testo si fa riferimento anche a una formazione mirata che vada a sostegno del benessere psico-fisico nella fase di rientro al lavoro. Chiude un’analisi di gender pay gap che va a neutralizzare i periodi di astensione.
Le iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute e l’adattamento dei tempi e modi di lavoro
Al secondo punto, invece, si entra nel merito della cura della persona favorendo:
– campagne di prevenzione e vaccinazione;
– screening periodici e pacchetti check-up dedicati alla maternità;
– attenzione alla medicina di genere;
– assistenza sanitaria integrativa (contrattuale e non).
Quanto all’ultimo punto indicato per la strategia di intervento (adattamento dei tempi e modi di lavoro), questo prevede:
– possibilità di congedi e aspettative più lunghi, in caso di maternità/paternità, rispetto alla legge e al CCNL integrate economicamente tra l’80 e il 100%, in un clima di collaborazione tra azienda e dipendenti;
– flessibilità di orario d’ingresso e uscita;
– passaggio a part-time verticale e orizzontale;
– utilizzo del corretto smart working ovvero transizione dal vincolo spazio-temporale agli obiettivi della prestazione;
– disponibilità di asili nido (o loro rimborso) e copertura delle spese per la prima infanzia, l’educazione e la assistenza domestica.
QUI il testo integrale.
Il commento del Ministro Roccella
“Il governo ha messo la questione demografica fra le proprie priorità, ma questa non è una sfida che possiamo vincere da soli”, ha commentato il Ministro Roccella quando il Codice ha preso vita. Non ha mancato poi di evidenziare quanto la collaborazione “del mondo del lavoro e dell’impresa è fondamentale per favorire la conciliazione vita-lavoro e soprattutto fare in modo che le donne non vivano la maternità e la realizzazione professionale come opzioni alternative”.
L’obiettivo è dunque “fare in modo che le donne si sentano libere di mettere al mondo i figli che desiderano senza che questo comporti la rinuncia a realizzarsi è una chiave di volta, e l’iniziativa del Codice è nata proprio per stimolare la responsabilità sociale delle imprese e degli enti economici”.
Beniamino Quintieri: “Ci impegniamo quotidianamente per garantire le stesse opportunità a tutti i colleghi senza distinzione di genere”
L’Istituto per il Credito Sportivo, tramite comunicato stampa, fa sapere che gli intenti sono condivisi e la sottoscrizione del documento (effettuata anche da oltre altre cento aziende tra cui Enel e Acea) da parte del Presidente Beniamino Quintieri rappresenta uno step importante per implementare le politiche di welfare (a cui l’ICS presta il proprio impegno quotidianamente) e il rafforzamento delle iniziative a favore delle madri lavoratrici.
“La firma del Codice di Autodisciplina per le Imprese conferma la volontà dell’Istituto per il Credito Sportivo di tutelare la genitorialità – ha spiegato Quintieri – ci impegniamo quotidianamente per garantire le stesse opportunità a tutti i colleghi senza distinzione di genere. Le iniziative messe in campo, oltre all’adozione del nuovo Codice, rappresentano un ulteriore passo che l’Istituto compie nel fornire il sostegno necessario per evitare che le donne di ICS debbano scegliere fra carriera e famiglia”.
“In Istituto – ha proseguito – promuoviamo la diversità di genere e sosteniamo il ruolo femminile adottando politiche e programmi mirati. Lo testimoniano i numeri: dal 2020 ad oggi i ruoli dirigenziali femminili sono saliti dallo 0 al 19% mentre nei ruoli manageriali di prima linea il 38% è ricoperto dalle donne”.