Voto fuorisede per le europee, Abodi: “Per i giovani passiamo dalle parole ai fatti”

La scorsa settimana è stato approvato in Commissione Affari costituzionali al Senato, con parere favorevole del Governo, un emendamento al decreto Elezioni per la sperimentazione del voto a distanza per gli studenti fuorisede in occasione delle elezioni europee. Il testo dovrà avere poi l’approvazione alla Camera e al Senato. 

Si fa comunque riferimento ad un provvedimento atteso da tempo che però non si estende alla categoria dei lavoratori ed è valido, allo stato attuale, solo per la tornata elettorale che riguarda le europee dell’8 e 9 giugno. In quei giorni, avranno luogo anche le amministrative in oltre 3700 comuni italiani ma il dl in questione appronta una vera e propria sperimentazione, pertanto gli oltre 600 mila studenti coinvolti potranno votare solo per le europee. 

Vorremmo cercare di dimostrare concretamente – ha riferito il ministro Abodi durante il forum organizzato da Asvis lo scorso 22 febbraio –  che l’approccio del Governo sia diverso rispetto al passato sui giovani, cercare di passare dalle parole ai fatti. Sul tema della disaffezione al voto dei primi segnali sono arrivati attraverso l’impulso parlamentare che è diventato un patrimonio comune”.

Dunque, “Il disegno di legge passato all’unanimità è un provvedimento che corrisponde a una prima risposta al tema“. 

Un concetto quello espresso dal ministro per lo Sport e i Giovani che ha trovato piena espressione anche, ad esempio, sul palco dell’Ariston poco meno di un mese fa, quando alcuni artisti, durante la rassegna musicale del Festival di Sanremo, si sono fatti promotori della campagna #usailtuovoto (voluta dall’Ufficio del Parlamento Europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, in collaborazione con il Fantasanremo). Un modo per avvicinare i più giovani alla politica e offrire loro la possibilità di essere parte di un cambiamento che si riflette sulla società.

La sperimentazione e il voto per i lavoratori fuorisede

Sebbene si tratti di una misura che raccoglie molti pareri favorevoli, c’è una voce dissonante, quella dei lavoratori, che in questa prima sperimentazione non viene inclusa. L’opposizione ha infatti incalzato Fratelli d’Italia, partito promotore della legge delega, affinché il testo venga corretto e integrato nei prossimi mesi e vada a considerare anche i 4 milioni di lavoratori che sono domiciliati in regioni diverse da quelle di appartenenza.

Si tratta di un provvedimento in linea con gli impegni assunti dal governo Meloni, e diretti a favorire la partecipazione alla vita democratica attraverso soluzioni tecniche e operative che garantiscano i principi di sicurezza e segretezza del voto e la sostenibilità amministrativa“, ha asserito il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro in una nota ufficiale. Nella quale poi si legge che si tratta di nuove procedure di voto a distanza e che vanno quindi ad “affrontare gli eventuali profili problematici”.

Il Governo ha marciato spedito – ha chiarito ancora Ferro – sollecitando e supportando i comuni nella dematerializzazione delle liste elettorali, completando la migrazione delle liste elettorali nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, realizzando una simulazione di voto digitale a cui nel dicembre scorso hanno partecipato gli italiani residenti in alcune circoscrizioni estere“.

Prosegue il lavoro del ministero dell’Interno – ha concluso il sottosegretario – su cui c’è un forte impulso del Ministro Matteo Piantedosi, e degli altri ministeri coinvolti, nella direzione dell’innovazione, della semplificazione e della digitalizzazione delle procedure elettorali“. Dunque, in breve, si tratta di un processo in divenire che va supportato e studiato in tutte le sue fasi.

Come funziona il voto per i fuorisede

Innanzitutto bisogna distinguere le due tipologie di fuorisede individuate: la prima riguarda gli studenti che si trovano domiciliati in un comune diverso da quello di appartenenza ma che fa parte della medesima circoscrizione elettorale e che possono votare “nel comune di temporaneo domicilio“; il secondo caso, invece, fa riferimento a chi si trova in una diversa circoscrizione elettorale e che quindi può votare nel “Comune capoluogo della regione in cui è situato il comune di temporaneo domicilio”. 

Per quanto riguarda invece la domanda, questa deve essere presentata almeno “35 giorni della data prevista per lo svolgimento della consultazione ed è revocabile, con le stesse forme previste dal primo periodo, entro il venticinquesimo giorno antecedente la medesima data” presso il Comune di residenza, così come si legge nell’emendamento. 

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