Inizia il nuovo anno e si apre il capitolo università. Arrivano, tempestivi, i numeri dei nuovi iscritti (questa volta con il segno più), e si guarda al futuro con le possibilità che interessano sia le matricole, sia i laureati; in particolar modo, ci sono novità per il riscatto del titolo.
Università, matricole: + 2,5% rispetto all’anno accademico 2022/2023
Buone notizie: crescono del 2,5%, rispetto all’anno accademico 2022/2023, le iscrizioni all’università. Le donne rappresentano il 56,4% delle matricole, su un totale di 315.550. Lo scorso anno gli iscritti sono stati 307.818.
Sebbene i dati siano positivi in termini di iscrizioni generali, fa riflettere il numero di immatricolati per le discipline STEM. Pur rappresentando materie fondamentali per l’occupazione del futuro, nel 2022/2023 le immatricolazioni sono state 94.305, di cui 37.456 donne; quest’anno, invece, si contano 93.256 iscritti, di cui 36.816 donne. Del gender gap in ambito STEM ne ha parlato spesso il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ritenendo importante instradare e coinvolgere le giovani studentesse a partire dagli studi superiori.
Anche il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha spesso riferito dell’importanza di aumentare la consapevolezza nei giovani del ruolo fondamentale che le materie STEM svolgono e andranno a svolgere in ambito occupazionale, ne è una dimostrazione pratica il neonato liceo del made in Italy.
Donne e carriera accademica: l’analisi del Rapporto Anvur 2023
E ancora in tema di gender gap si aggiunge un elemento portato all’attenzione dal “Rapporto Anvur 2023- Analisi di genere”, redatto dalla professoressa Alessandra Celletti, Vice Presidente ANVUR, in collaborazione con le dottoresse Paola Costantini, Emilia Primieri e Sandra Romagnosi ed il supporto del Dottor Daniele Livon, Marco Malgarini, Irene Mazzotta e Scipione Sarlo.
Nell’indagine, presentata durante la Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI), alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, si evidenzia proprio come le donne prediligano percorsi di studi in materie umanistiche, artistiche, sociali e sanitarie, a discapito di quelle ingegneristiche, tecnologiche e matematiche e informatiche. Fattore che poi trova corrispondenza nello scarso numero di donne impiegate in settori STEM e in particolar modo di donne che ricoprono ruoli apicali in tali contesti.
Ma c’è di più. Nella ricerca si fa riferimento anche alla carriera accademica dall’iscrizione fino ad arrivare al raggiungimento di una cattedra ordinaria o a un ruolo dirigenziale. Stando ai dati, infatti, tra i professori di prima fascia 19.702 sono uomini e 5.017 donne; mentre dei 99 rettori in carica nel 2022, solo 12 donne.
Il divario esiste anche tra i direttori delle università statali: il 72,1% è di genere maschile, contro il 27,9% di genere femminile.
Considerato il resoconto, dunque, il Ministro Bernini ha commentato: “serve una rivoluzione culturale, da affrontare tutti insieme […] Incoraggiare le ragazze a seguire percorsi Stem, eliminare sui luoghi di lavoro odiose discriminazioni a partire dalle disparità salariali, favorire l’inclusione”. Il Ministro ha poi riferito anche di quanto sia rilevante il ruolo della famiglia in tal senso: “La vera uguaglianza non si potrà mai raggiungere se non c’è una forte uguaglianza in famiglia. È lì che dobbiamo continuare a insistere”.
Il riscatto della laurea
In termini di opportunità da valutare per chi all’università sta per iscriversi o per chi l’ha terminata con successo va preso in considerazione il riscatto della laurea che rappresenta uno strumento particolarmente valido per anticipare i tempi della pensione. L’istituto consente di valorizzare e convertire il tempo impiegato per il corso di studi ai fini dell’anzianità contributiva. Come spiega l’INPS, il servizio consente di richiedere “il riscatto del diploma di laurea o titolo equiparato, a fini pensionistici, per tutti coloro che hanno conseguito il titolo di studio e anche per soggetti inoccupati non iscritti ad alcuna forma di previdenza”. E’ online, ad ogni modo, un portale dedicato che consente di approntare una simulazione (clicca qui).
Le novità
Prima di guardare alle agevolazioni previste per il 2024, è bene ricordare che la misura non è applicabile per il conseguimento di un master.
Possono fare domanda i dipendenti del privato, i dipendenti pubblici, gli appartenenti ai fondi esclusivi e sostitutivi, i lavoratori autonomi e anche gli iscritti alla gestione separata dell’Inps (introdotta nel 1996).
Il riscatto può essere standard o agevolato. Nel primo caso si fa riferimento al periodo di studi che va fino al dicembre del 1995, il cui costo va calcolato con la riserva matematica oppure va ad applicarsi alla retribuzione, che il dipendente va a percepire durante tutto l’anno, l’aliquota, nel 2024, al 33%.
Quanto a quello agevolato, che risale al 2019, è sì calcolabile fino al 1995, ma per chi ha conseguito il titolo prima del 1996 si applica il metodo di calcolo contributivo implementando almeno 15 anni di contributi al momento della domanda all’INPS.