La “Valigia di salvataggio” approda anche a Ragusa. Lo scorso 22 novembre è stato siglato un Protocollo tra la Questura e l’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune ibleo e l’Associazione “Salvamamme Salvabebè”, promotrice del progetto. Un’iniziativa fortemente voluta dal Questore di Ragusa, il dirigente superiore della Polizia di Stato Vincenzo Trombadore, che già ne era stato promotore nella sua precedente esperienza nelle Marche come Questore di Macerata.
Il progetto “Valigia di salvataggio” dedicato dall’Associazione “Salvamamme Salvabebè” – che fin dagli Anni ’90 si è posta come obiettivo quello di fornire un aiuto concreto a mamme, famiglie (e anche nonni), in condizioni di disagio socio-economico – alle donne e mamme che si sottraggono da situazioni di violenza, mette a disposizione beni di primi necessità, per loro e per i loro bebè, e servizi di sostegno psicologico e legale. Strumenti di prevenzione al femminicidio, che evitano, nel momento più delicato dell’allontanamento dalla propria dimora – di dover tornare a casa a prendere qualcosa di cui potrebbero aver bisogno.
Un’amara verità colta, tra le tante tematiche toccate nel film diretto e interpretato da Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, anche nella frase di Marisa (interpretata da Emanuela Fanelli): “Sì, ma non tornare più… che stavolta ti ammazza”.
L’impegno delle Fiamme Oro Rugby
Le Fiamme Oro Rugby, da subito Testimonial a fianco dell’Associazione Salvamamme Salvabebé, sono parte attiva del progetto “Valigia di salvataggio” dal 2016.
Massimiliano Bizzozero, Responsabile dei Progetti Sociali del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Rugby, spiega come l’azione di prevenzione e contrasto della violenza, anche di genere, per un efficace cambiamento culturale e di mentalità sia possibile attraverso l’accoglienza e la conoscenza del sé e dell’altro a livello corporeo attraverso le regole dello sport, naturale veicolo di valori come la parità di genere ed il rispetto dell’altro.
Le parole di Massimiliano Bizzozero, responsabile dei Progetti sociali del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Rugby
“Lo Sport è uno strumento fondamentale per la conoscenza di sé e dell’altro, per comprendere i punti di forza e punti di debolezza. Sviluppare la psicomotricità attraverso il rugby e aiutare a crescere a livello motorio corrisponde ad una crescita mentale per la costruzione del sé. Sul campo da rugby, così come nella vita di tutti i giorni, giocano insieme bambini e bambine e così il movimento e l’apprendimento all’apertura diventano apertura di pensiero: un lavoro psicomotorio che diventa lavoro culturale.
Le regole del rugby, avanzare – sostenere – avanzare ancora e arrivare alla meta rappresentano una metafora di vita e, attraverso il gioco, i ragazzi imparano a misurare la forza fisica che viene messa al servizio del gioco.
Avere consapevolezza di sé e del proprio corpo, della propria fisicità, delle differenze tra corpo-maschio e corpo-femmina e saper riconoscere nella crescita i cambiamenti, permette di gestire in futuro eventuali frustrazioni e attraverso lo sport auspichiamo in un cambiamento culturale generazionale.
Prevenzione vuole dire anche creare un mondo accogliente in un percorso di assistenza”.
Una collaborazione nata nel 2018
Fiamme Oro Rugby e l’Associazione Salvabebè Salvamme sono inoltre promotori dal 2018 del progetto “Ovalmente”, che si propone di fornire ai Tecnici del settore giovanile strategie per approcciare i ragazzi con difficoltà psico-motorie o comportamentali, puntando a garantire, con professionalità, un ambiente sempre più professionalmente accogliente ed inclusivo.
La formazione viene portata avanti sia nelle scuole, soprattutto elementari e dell’infanzia, che nelle società sportive, con il supporto del Direttore Generale di Salvabebé Salvamamme Katia Pacelli, Psicologa dell’età evolutiva. Il fine è quello di rafforzare le competenze dei Tecnici, tenuti a svolgere con “autorevole severità” il proprio ruolo, ma anche con un occhio di riguardo verso quei bambini che faticano a tirar fuori le proprie sofferenze.
Il rugby e la sua capacità di aiutare le bambine e i bambini a crescere in maniera sana e con dei valori
“Lavoriamo con bimbi di 3-4 anni – continua Massimiliano Bizzozero – e in qualche caso, il nostro intervento è stato utile ad intercettare queste sofferenze. Può capitare infatti che la famiglia non risconosca nei modi di agire del bambino quei campanelli di allarme che, ad esempio, nascondono l’iperattività oppure i disturbi dell’attenzione.
Un bambino meno frustrato è disposto a modificare il proprio atteggiamento, perché accettato ed è importante intervenire quanto prima possibile.
Il rugby è un gioco di squadra e i bambini, che in quanto tali sono ancora “puri”, si aprono e aiutano il proprio compagno in difficoltà e, coadiuvati da un adulto, intraprendono insieme un percorso di crescita sano”.
Dietro atteggiamenti di chiusura o di frustrazioni di un bambino possono nascondersi le minacce di una violenza subita o di una certa “familiarità” alla violenza – fisica, psicologica o di soprusi – e quel bambino potrebbe essere portato a replicare quegli atteggiamenti, ma intervenire è possibile: le Fiamme Oro Rugby lo fanno attraverso lo sport e con azioni di prevenzione.
Perché “C’è ancora domani”… E il nostro domani sono i nostri giovani e le generazioni future.