Da quando l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si è insediato, dunque nell’ottobre del 2022, si è profusamente parlato di Made in Italy, della conservazione e dell’esportazione del prodotto nostrano. Tanto è vero che è stato istituito il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, affidato ad Adolfo Urso, perché venisse svolto un lavoro massiccio e mirato sul tema.
Tra le numerose iniziative intraprese si trova la battaglia all’Italian Sounding, ovvero quel fenomeno per cui vengono utilizzate in maniera inappropriata etichette e confezioni che richiamano l’Italia con riferimenti geografici, colori, marchi e così via, al fine di promuovere prodotti che in realtà non sono autentici e che non hanno una provenienza italiana.
L’impegno del Governo e la decisione presa in accordo con la Commissione Europea
Lo scorso giugno il Ministro Urso, in occasione dall’Assemblea di Federvini tenutasi a Roma, aveva già annunciato: “Vogliamo tutelarvi sui mercati, siete da sempre sottoposti all’Italian sounding per il quale stiamo inasprendo la lotta e le misure al fine di limitare i danni che questo fenomeno genera ogni anno pari ormai a 120 miliardi di euro, il doppio delle esportazioni di cibo e bevande tricolori”. Una “lotta”, così come l’ha definita il titolare del dicastero, che non si è fermata e che è arrivata sui tavoli di discussione internazionali.
Ancora durante l’estate è stato istituito presso il MiMIT un Consiglio apposito che durante la prima riunione ha gettato le basi per portare avanti con concretezza la missione. In tale occasione Urso ha spiegato: “Il Governo sta ponendo grande attenzione al fenomeno della contraffazione e alla tutela e valorizzazione del Made in Italy”.
La giornata internazionale del Made In Italy
Poi ha proseguito entrando nel dettaglio: “pietre miliari di questo impegno sono la riforma del Codice della Proprietà Industriale, che ha concentrato per la prima volta in un’unica struttura le attività deputate al rilascio dei titoli di proprietà industriale con quelle per la lotta alla contraffazione, e il ddl Made in Italy, attualmente in esame alla Camera dei Deputati, che prevede la creazione di un contrassegno ufficiale di origine italiana per le merci, il riconoscimento del valore delle produzioni artigianali e industriali tipiche, l’introduzione della figura dell’agente sotto copertura e l’istituzione della Giornata Nazionale del Made in Italy il 15 aprile di ogni anno per celebrare la creatività e l’eccellenza italiana”.
“Il CNALCIS – il Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding, ndr – costituisce la sede politica per poter realizzare tutto ciò, indirizzando e coordinando le azioni delle Amministrazioni e delle istituzioni a tutela del Made in Italy e contro la contraffazione […] Nella riunione odierna abbiamo avviato un importante lavoro di concertazione e sistematizzazione di obiettivi ed azioni. Da qui potremo definire il vero e proprio ‘Piano di lavoro anticontraffazione’ per il periodo 2023-2025, con l’obiettivo di individuare le tematiche prioritarie di intervento e le azioni strategiche concrete”.
Partendo da questi presupposti si è giunti il 24 ottobre a un accordo tra il Consiglio e la Commissione Europea. A partire dal prossimo anno entrerà in vigore il nuovo testo unico europeo inerente alle produzioni Dop e Igp, che avrà il compito di dare maggiori garanzie alle denominazioni protette e rinforzare il ruolo dei consorzi e la trasparenza verso tutti i consumatori. Un passo importante, anche perché il fenomeno è molto esteso oltreoceano, nonché in numerosi Paesi Europei, sia online sia offline.
Italian Sounding: “Verrà introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi Dop e Igp il nome del produttore”
L’europarlamentare Paolo De Castro, relatore dell’Europarlamento per il nuovo regolamento Ue, ha riferito sull’accordo: “verrà introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi Dop e Igp il nome del produttore, e verranno eliminate una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre Ig, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o del Prosek made in Croazia”. In breve il richiamo a una produzione italiana non sarà più possibile o tollerabile.
De Castro, inoltre, ha anche specificato che la questione è stata risolta anche dal punto di vista legislativo, in modo che venga “scongiurato” l’Italian Sounding dentro i confini UE. Resta una questione aperta: il nuovo regolamento non è retroattivo, ciò significa che i casi ancora aperti dovranno essere gestiti dalla Commissione “che ci auguriamo prenderà in considerazione l’accordo politico raggiunto oggi con i co-legislatori e il suo valore”
Il lavoro della Commissione istituita al MiMIT
Dopo il passaggio europeo, in Palazzo Piacentini a Roma il Ministro Urso ha dato il via, il 26 ottobre, al nuovo ciclo di attività del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding (CNALCIS).
“Il Made in Italy – ha chiarito ancora il Viceministro Valentino Valentini, tramite i canali ufficiali – è sinonimo indiscusso di eccellenza e qualità, un valore aggiunto in grado di portare in tutto il mondo il racconto e la testimonianza del nostro Paese. Anche per questo l’Italia è una delle economie maggiormente colpite dalla contraffazione, che oggi ha assunto dimensioni così vaste e variegate da penetrare nelle diverse pieghe del nostro vivere quotidiano, anche grazie all’utilizzo sempre più diffuso delle tecnologie”.