È tutela dell’ambiente e benessere psico-fisico. Unisce i temi della sostenibilità, del green e dello sport. È soprattutto un modo di educare le persone. Parliamo del plogging, un fenomeno sociale che ha le sue radici nella nazione di Greta Thunberg e che annovera proseliti in ogni angolo del Pianeta. Da tre anni a questa parte, ha addirittura una competizione mondiale che richiama atleti con il cosiddetto pollice verde o con amore smisurato per la casa di tutti gli esseri viventi.
Che cos’è e come è nato il plogging?
Definire il plogging come una disciplina sportiva è a dir poco riduttivo. Per i suoi nobili obiettivi e per la sua capacità di diffondersi in ogni angolo della Terra, deve essere considerato come un movimento globale. Il nome è una crasi di un verbo svedese, plocka upp significa raccogliere, e di jogging, la corsa ad un ritmo lento e tranquillo. Il padre di questo termine è un uomo di svedese: Erik Ahlström.
Amante del trail running, scopritore di talenti e country manager di una nota azienda francese specializzata in attrezzature sportive invernali, Ahlström ha sempre mostrato un’attenzione particolare ed una sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale. Quando si trasferì da Åre, amena località montana e sciistica della Svezia, a Stoccolma, notò che nel suo Paese c’era un serio problema: l’inquinamento. Un giorno, mentre correva, iniziò a raccogliere i rifiuti dalle strade. Successivamente, ripeté l’operazione con il suo gruppo di allenamento ed ebbe la sensazione che le persone si stessero divertendo e si sentissero appagate per aver compiuto una buona azione.
Un fenomeno mondiale
È così che il plogging ha iniziato a muovere i primi passi nella civilissima Svezia e a diventare una best practice nel resto del mondo. Ahlström non poteva immaginare che quella attività potesse avere un seguito così enorme. Da Stoccolma a Nuova Delhi, da Roma a New York, milioni di persone hanno iniziato ad unire una sana attività fisica con il rispetto per l’ambiente. Il record del mondo di partecipanti ad una manifestazione di plogging è stato registrato a Città del Messico. In una sola giornata 4.000 persone si sono adunate per correre e ripulire gli ambienti pubblici di una città che presenta diverse criticità legate alla qualità dell’aria.
Corre e raccogliere i rifiuti, c’è anche il Campionato mondiale di plogging
Singoli eventi, ma non solo. Da tre anni a questa parte, esiste anche un Campionato mondiale di plogging. L’ultima edizione, disputatasi a Genova dal 29 settembre al 1° ottobre, ha visto la partecipazione di 80 atleti in rappresentanza di 16 differenti Nazioni (Algeria, Argentina, Francia, Ghana, Giappone, Grecia, Italia, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Senegal, Serbia, Spagna, Svezia e Uruguay).
Tra i sentieri del capoluogo ligure, che sarà Capitale europea dello sport 2024, i partecipanti hanno raccolto circa 3 tonnellate di rifiuti abbandonati. Di questi, oltre 2.000 chilogrammi, pari al 71%, sono stati differenziati ed avviati al riciclo. Stando ai dati forniti dagli organizzatori, 6 milioni di grammi di CO2 (pari a 60.000 chilometri percorsi in auto o a 50 voli tra Roma e Milano) non sono stati emessi nell’atmosfera, grazie proprio ad una corretta separazione dei rifiuti.
Chi sono i Campioni Mondiali?
Dopo 6 ore di gara e 1.318 chilometri percorsi complessivamente dagli iscritti, è stata ufficializzata la classifica finale e decretati i nuovi Campioni del Mondo. I punteggi ottenuti da ogni singolo atleta tengono conto della distanza percorsa, del dislivello positivo, della qualità e della quantità dei rifiuti raccolti, trasformati poi in CO2 non emessa.
Il Campione Mondiale di Plogging 2023 arriva dall’Andalusia. Manuel Jesús Ortega García, con 368.328 punti, si è imposto sul connazionale José Luis Lamela (secondo con 256.707 punti) e sul varesotto Giovanni Porro (terzo con 250.931 punti complessivi). Tra le donne, invece, la toscana Elena Canuto, già vincitrice della prima edizione, si è ripresa lo scettro di Campionessa Mondiale di Plogging. Con 115.409 punti complessivi, ha messo in fila tutte le sue avversarie, a cominciare dalla messinese Maria Grazia Celi (seconda con 110.657 punti) e dalla spagnola Vanesa Perea Mediavilla (terza con 98.521 punti). Premi speciali sono stati assegnati allo svedese Ellinor Härlin e all’italiana Silvia Ines Canavero (entrambi vincitori del premio fair play) e a Lino Cianciotto (premio paralimpico).
Le parole del Direttore del Campionato mondiale di plogging
«Anche quest’anno i runner hanno saputo stupirci, impegnandosi dal punto di vista atletico e ambientale in modo straordinario. È stata triplicata la quantità di rifiuti raccolti rispetto alla scorsa edizione – ha affermato a margine della manifestazione Roberto Cavallo, direttore di gara –. Ringraziamo per la straordinaria collaborazione il Comune di Genova e tutti i partner del territorio che ci hanno consentito di realizzare la manifestazione in un contesto per noi nuovo, dove abbiamo potuto sperimentare con successo e diffondere la pratica del plogging anche tra le vie del centro storico della città».
Oltre al Direttore Roberto Cavallo, hanno presenziato alla manifestazione e partecipato alla cerimonia di premiazione degli atleti il dirigente del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Domenico Repetto, il presidente di AMIU Genova Giovan Battista Raggi e l’inventore del termine Plogging Erik Ahlström.
Educare e sensibilizzare, questi gli obiettivi di coloro che raccolgono rifiuti correndo
Dietro al gesto fisico di raccogliere i rifiuti correndo e al Campionato mondiale, ci sono la filosofia del plogging e dei dati incontrovertibili. Come ha affermato nel giugno del 2022 il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, c’è il serio rischio che nel 2050 la quantità di plastica presente negli Oceani possa superare in peso tutti i pesci. Pertanto, servono azioni drastiche ed una presa di coscienza.
Il plogging e i suoi seguaci vogliono insegnare a tutte le persone che un pianeta B non esiste. È fondamentale che ogni cittadino faccia la sua parte, non inquinando e raccogliendo i rifiuti, anche se non sono suoi, per poi smaltirli correttamente.
Tutte le immagini presenti nell’articolo sono relative al World Plogging Championship e sono state scattate da Stefano Jeantet e Marco Isaia