Un messaggio di unità e di apertura al dialogo arriva da Torino, dove dal 30 settembre al 3 ottobre si è svolta la seconda edizione de “L’Italia delle Regioni”. “La colonna vertebrale del Paese”, così come l’ha definita il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, o “quel mosaico di territori dalle potenzialità straordinarie, che può contare su energie e risorse importanti”, come sottolineato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel capoluogo piemontese ha fatto sistema. Si è altresì aperto al confronto con gli interlocutori di riferimento, con l’intento di elaborare e costruire proposte utili a potenziare il ruolo, l’identità e le diverse specificità delle 20 Regioni e delle 2 province autonome.
4 giorni di eventi, tavoli di lavoro e promozione del territorio
Incontri, spettacoli, degustazioni di prodotti tipici, promozione del territorio, ma anche tavoli tematici con focus dedicati alle infrastrutture, declinate negli ambiti della mobilità e della logistica, dell’energia e dell’ambiente, della sanità e dell’innovazione e pure delle reti della conoscenza e della ricerca, e dei grandi eventi che saranno ospitati nei prossimi anni lungo lo Stivale. Tutto questo ha contraddistinto il Festival delle Regioni e delle Province autonome, anche se i momenti clou sono stati caratterizzati dalla presenza del Capo dello Stato e del Primo Ministro, intervenuti rispettivamente il 2 ottobre a Palazzo Reale ed il giorno successivo al Teatro Carignano.
Entrambi hanno elogiato il valore e la rilevanza, sotto ogni punto di vista, degli Enti territoriali. Ricordando il principio dell’articolo 5 della Costituzione, che riconosce e promuove l’autonomia, il Presidente Mattarella si è soffermato sull’esigenza di collaborazione tra Regioni e Governo. Concetto che è stato poi ripreso dal Premier Meloni, anche se con una piccola preghiera ai Governatori: quella di inviare al Governo proposte che possano rientrare in una strategia di sviluppo.
Gli interventi di Mattarella e Meloni a “L’Italia delle Regioni”
Se il Capo dello Stato ha ricordato come “il Servizio Sanitario è un patrimonio prezioso da difendere e adeguare” e che, in tema di tutela del territorio e dell’ambiente, il Vajont è ancora una ferita aperta per l’intera Repubblica, il Presidente del Consiglio Meloni, nel suo speech, ha affrontato diversi topic del programma di Governo e le sfide del futuro dell’Italia.
Dalla centralità del Mediterraneo al Piano Mattei per l’Africa, che l’Italia vuole proporre a tutti i membri dell’Europa, dalla competitività del mezzogiorno al dialogo tra Stato e Regioni, fino all’autonomia differenziata e al PNRR, per il quale bisogna “correre, correre, correre”, le parole calme e precise del Primo Ministro hanno ribadito l’impegno del Governo a rendere la Nazione più forte, mantenendo sempre il dialogo aperto con le Regioni.
Le parole del Premier Meloni sul Welfare
Sul fronte del welfare, “L’obiettivo di tutti – ha ricordato il Premier – è costruire un sistema sanitario efficace ed efficiente, ma sarebbe miope una discussione concentrata tutta sulle risorse, serve un approccio più profondo, anche su come quelle risorse vengono poi spese”. In un momento storico complesso, come ha ricordato il Presidente Meloni, le scelte strategiche del Governo trattano la natalità e la demografia non in chiave ideologica, bensì economica, perché “il nostro sistema di welfare non può reggere se abbiamo una popolazione che continua ad invecchiare e sempre meno persone che lavorano per mantenerla”. Scelte strategiche sono anche quelle inserite nella finanziaria, come il sostegno ai redditi, alla sanità, alle famiglie che mettono al mondo dei figli e, se possibile, il rafforzamento delle pensioni.
PNRR, i Governatori chiedono chiarezza
Infine, un altro punto al centro del confronto tra il Capo dello Stato, il Premier e le Regioni è stato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che è intervenuto insieme ai colleghi Stefano Bonaccini e Christian Solinas, rispettivamente Governatore dell’Emilia-Romagna e della Sardegna, “Il tema del Pnrr, fin dall’inizio, ha visto le Regioni meno coinvolte rispetto a quello che avrebbe richiesto il loro ruolo istituzionale e di vicinanza ai territori. Oggi assistiamo alla necessità di procedere alla rimodulazione degli investimenti e alla ridefinizione delle procedure in corso. Un dibattito opportuno, perché è necessario arrivare alla conclusione dei progetti finanziati e perché le risorse assegnate vengano spese bene. Un’esigenza ineludibile in quanto molte sono a debito e occuperanno gli spazi finanziari futuri e quindi devono risultare rispondenti alle reali esigenze del paese.
A livello nazionale c’è un’opportuna riflessione in corso per non perdere i finanziamenti e per evitare sorprese finali. In questo senso penso che la chiarezza, oggi, sia un elemento fondamentale, al fine di calare le risorse sul territorio nel tempo più breve possibile e renderle effettivamente produttive”.
La risposta del Ministro Fitto
Il Ministro per gli Affari europei, il sud e le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, che ha ricevuto gli elogi da parte del Capo dello Stato per il lavoro che sta svolgendo per centrare gli obiettivi della quinta rata di dicembre, ha ammesso, come riportato dall’ANSA, che “il coinvolgimento delle Regioni nella fase di predisposizione del PNRR non è stato il massimo” e che “è necessario mettere in campo, come si sta cercando di fare, un lavoro di coinvolgimento sui diversi livelli istituzionali”.
Il dialogo e la collaborazione tra Stato e Regioni, come hanno ribadito tutti i protagonisti di Torino, c’è e si intensificherà maggiormente per raggiungere gli obiettivi che il sistema Paese si è prefisso.