Ha tracciato un bilancio del suo mandato, rivendicato i successi, indicato le sfide che l’Europa deve e dovrà affrontare, tanto nell’immediato quanto nel prossimo futuro, e fatto il punto sulle priorità. La Presidente della Commissione Europa, Ursula Von Der Leyen, nel tradizionale discorso sullo stato dell’Unione Europea, l’ultimo prima delle elezioni europee del prossimo giugno, ha elencato i risultati raggiunti e sottolineato come il lavoro debba essere completato. Di accenni alla sua ricandidatura, per il momento, neppure l’ombra. I piani futuri per tornare a capo dell’esecutivo dell’Unione Europea, con ogni probabilità, verranno svelati prossimamente, quando saranno più chiari pure i giochi delle alleanze.
A 300 giorni dalle elezioni l’Unione riflette su quelli che sono stati gli ultimi 4 anni e si proietta verso il futuro. Il discorso della Von Der Leyen non è paragonabile ad un programma di una Presidente che cerca la riconferma. È stato più simile ad una retrospettiva che, partendo dal 2019, anno di inizio del suo mandato, ha evidenziato le innumerevoli milestones raggiunte e collezionate.
When Europe is bold, it gets things done.
And our work is far from over – so let’s stand together.
Let’s deliver today and prepare for tomorrow.
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— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) September 13, 2023
Von Der Leyen: “Il 90% degli obiettivi sono stati raggiunti”
L’inquilina di Palazzo Berlaymont, nel suo discorso, ha rivendicato un dato inequivocabile: il 90% degli obiettivi prefissi quattro anni fa siano già stati portati a termine. Ha ricordato lo scetticismo e i dubbi dei colleghi sul suo programma incentrato su un particolare assetto geopolitico europeo, sul nuovo Green Deal e sulla rivoluzione digitale. Ha sottolineato il fondamentale ruolo ricoperto dall’Unione in questo momento, con il supporto all’Ucraina alle prese con l’aggressione da parte della Russia, con la capacità di rispondere ad una Cina decisa anche ad inquinare il mercato dell’automotive e con gli investimenti in partnership internazionali, come quella con la Tunisia che ha risvolti sia economici sia sociali ed umanitari per via del traffico di esseri umani provenienti dalle coste africane.
Con tono fermo e calmo, Von Der Leyen ha fatto notare agli uditori come l’Europa sia un pioniere globale nel campo dei diritti digitali. Ha proseguito elencando il Next Generation EU, con i suoi 800 miliardi di investimenti in grado di attuare riforme epocali e creare lavoro, e i progressi fatti nel campo della salute pubblica e della produzione di vaccini per combattere la pandemia nel Vecchio Continente e in tutto il mondo. La prima standing ovation le è stata tributata nel momento in cui ha affrontato il tema della gender equality e della lotta alla violenza contro le donne.
Il Green Deal, il “centerpiece” dell’Europa
Il primo argomento su cui si è soffermata per più tempo è stato il Green Deal, quella “transizione giusta ed equa” che la stessa Von Der Leyen ha definito come il “centerpiece”, il pezzo forte di questa Europa dal punto di vista economico e dell’ambizione. Partendo dal record di caldo registrato nel corso dei mesi estivi e facendo riferimento sia agli incendi che hanno devastato Spagna e Grecia sia ai violenti fenomeni atmosferici che hanno causato danni e disagi nella parte orientale del Continente, ha ricordato a tutti che il mondo è in ebollizione e che bisogna proteggere il pianeta e le nostre economie.
L’Unione, secondo la Presidente, ha il compito di proseguire il cammino intrapreso con il Green Deal, introducendo, in accordo con gli Stati membri e con l’industria, altri pacchetti e misure a sostegno dell’energia pulita, in modo particolare di quella eolica. Su questa linea, ha affermato la leader tedesca, non si devono perdere di vista gli obiettivi da raggiungere entro il 2050 ed il net zero, ovvero l’annullamento delle emissioni di gas serra, né tantomeno lo sforzo per rendere l’agricoltura sempre più sostenibile.
Il sostegno all’industria, Mario Draghi e la competitività dell’UE
La transizione verde non esclude il sostegno all’industria europea. La competitività dell’Europa è stata un altro tasto su cui ha battuto forte la Von Der Leyen. Se da una parte la Presidente ha fatto riferimento alla volontà di effettuare un’analisi sulla capacità del Vecchio Continente di competere con gli altri giganti mondiali dal punto di vista economico, industriale e dell’innovazione, dall’altro ha inviato messaggi diretti a chi sta cercando di trascinare il mondo in una corsa al ribasso.
Nel primo caso, spetterà a Mario Draghi, definito dalla Presidente della Commissione come una delle più grandi menti economiche dell’Europa, redigere il rapporto sulla competitività, che potrebbe rivelarsi come una guida per gli interventi futuri. Nel secondo, invece, il riferimento è all’indagine anti sussidi contro Pechino che sta immettendo nel mercato europeo auto elettriche a prezzi ultra vantaggiosi. Ricordando che “l’Europa è aperta alla concorrenza”, l’esponente del Partito Popolare Europeo ha messo in chiaro che l’Europa difende e sempre difenderà le sue imprese dalle pratiche sleali.
Lotta all’inflazione, AI ed opportunità di business
Le sfide economiche e nel mercato del lavoro si intersecano con la lotta all’inflazione, definita “persistentemente elevata”, e agli investimenti fatti nel campo dell’innovazione che mettono l’Europa in posizione di vantaggio, vista la presenza nel Continente di 3 dei 5 super computer più potenti del pianeta. In questo ambito, Von der Leyen ha altresì annunciato un’iniziativa per consentire alle startup dell’intelligenza artificiale di avere accesso a queste super macchine in modo da addestrare i loro super modelli.
La potenza dell’Europa è misurabile anche in termine di opportunità di business o nella capacità di crearlo. Ursula Von Der Leyen ha ricevuto un altro caloroso applauso quando ha trattato il nuovo corridoio economico che unirà l’India all’Europa orientale, passando per il golfo arabo ed il Medio Oriente, e lo sviluppo delle Hydrogen Valley in Namibia e Kenya.
Von Der Leyen sull’apertura dell’Europa ad est ed il sostegno all’Ucraina
L’apertura ad est dell’Europa è stato un altro tema delicato. Secondo la Presidente, i suoi colleghi non dovrebbero avere alcun indugio a far entrare Bulgaria e Romania all’interno dell’area Schengen. Sofia e Bucarest hanno dimostrato lealtà all’UE e mostrato un ottimo lavoro in materia di asilo e di gestione dei flussi migratori.
Lo sguardo rivolto ad oriente ha condotto la leader a spendere parole per l’Ucraina. “Il nostro sostegno all’Ucraina durerà”, ha affermato con convinzione la Presidente. Il sostegno, in questo caso, deve essere letto come possibilità di estendere ancora le protezioni speciali ai 4 milioni di cittadini ucraini fuggiti nei Paesi europei e come risorse economiche. Nel solo 2023, il governo di Zelensky ha ricevuto un contributo macrofinanziario di 12 miliardi per il sostegno a salari e pensioni dei cittadini e per il funzionamento di ospedali, scuole ed altri servizi.
Quando la Presidente ha ricordato la storia dell’attivista Viktorija Amelina, la finalista del Premio dell’Unione Europea per la letteratura (edizione 2021, n.d.r.) morta lo scorso 1° luglio a causa di un bombardamento russo, tutta l’aula si è alzata in piedi per tributare una standing ovation alla memoria di una giovane attivista che ha documentato i crimini di guerra della Russia e che ha creduto sempre nel valore e nei valori dell’Europa. Chiudendo il capitolo sull’allargamento ad est, la Von Der Leyen ha ricordato ancora una volta che il futuro dell’Ucraina è in Europa e che lo stesso toccherà alla Moldavia e ai Paesi dei Balcani.
Dopo poco più di 60 minuti di discorso su sfide, chance e opportunità, la Presidente della Commissione Europea ha salutato l’aula affermando che “ancora una volta, è giunto il momento per l’Europa di rispondere alla chiamata della storia”.