Tanto rumore per nulla. L’incontro di MMA – mixed martial arts – tra Elon Musk e Mark Zuckerberg non ci sarà. A confermarlo è stato lo stesso CEO di Tesla, che su X, il rebranding del social network Twitter, ha replicato al post del Ministro della Cultura Sangiuliano mettendo fine alla questione. Dopo aver ringraziato il Governo italiano per la disponibilità e l’apertura ad ospitare un evento sportivo benefico sul suo suolo, con gli obiettivi di promuovere la cultura e la storia romana e, soprattutto, di raccogliere fondi per aiutare la ricerca e due importantissime strutture ospedaliere pediatriche, l’uomo più ricco del Pianeta (fonte Forbes) ha scaricato tutte le colpe sul rivale che non è mai parso disposto ad accettare il confronto.
Voglio ringraziare il ministro Sangiuliano per la gentilezza e la disponibilità nel voler organizzare un evento di intrattenimento, culturale e di beneficenza in Italia. Volevamo promuovere la storia dell’Antica Roma con il supporto di esperti e allo stesso tempo raccogliere…
— Elon Musk (@elonmusk) August 17, 2023
Sembrava tutto fatto ed invece nulla
Eppure nelle ultime settimane sembrava che non ci fossero dubbi sul fatto che i due miliardari si sarebbero sfidati nel nostro Paese in un combattimento di MMA. Mancavano soltanto due nodi da sciogliere, due “piccoli” dettagli come la data e la location, che non sarebbe stata la Capitale come aveva più volte sottolineato il Ministro alla Cultura, ma il più sembrava fatto. Soprattutto da un punto di vista comunicativo. Annuncio in pompa magna e migliaia di bite sprecati sul web e sui social network per tenere alta la cosiddetta hipe, l’aspettativa.
Il rumore sollevato dai due miliardari ha riempito il flusso dell’informazione mondiale nella prima metà di agosto e spaccato l’opinione pubblica. La classe politica italiana, indipendentemente dalla bandiera, si era divisa tra pro e contro.
La politica italiana si era spaccata sull’incontro di MMA tra Musk e Zuckerberg
Tra i contrari, oltre ai DEM, che avevano ribattezzato l’iniziativa come una “pagliacciata”, e Azione, che tramite il suo leader Carlo Calenda aveva espresso indignazione per la possibilità di mettere a disposizione dei due contendenti il patrimonio culturale italiano, anche il forzista Maurizio Gasparri. L’ex Ministro delle comunicazioni del secondo governo Berlusconi aveva suggerito una visita all’Agenzia delle Entrate per i due peperoni, ricordando di fatto l’evasione fiscale dei giganti del web.
Entusiasti e disposti a ricevere Musk e Zuckerberg, invece, il sottosegretario Vittorio Sgarbi ed il vicepresidente dell’assemblea capitolina, il pentastellato Paolo Ferrara, che aveva avanzato la candidatura di Ostia Antica in caso di indisponibilità di Roma.
Sulla possibile location sono piovute candidature più o meno spontanee. Oltre ad Ostia Antica, si era dichiarata disponibile anche Pompei. Il sindaco della città, Carmine Lo Sapio, aveva caldeggiato l’anfiteatro del parco archeologico Campano.
Che cosa resta di questa storia?
Problemi per scegliere il teatro finale non ci saranno. L’Italia e l’intero mondo non assisteranno al tanto sbandierato duello tra i patron di X e Facebook. La sfida tra Musk e Zuckerberg, semmai, sarà sul libero mercato del web. Non sarà di arti marziali miste ma di percentuali di mercato guadagnate. Quello che resta di questa storia è solo una figuraccia di dimensioni planetarie. Purtroppo, nostro malgrado, con l’Italia di mezzo.