Il Covid-19 e la sua diffusione hanno, come è ormai noto, rallentato l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie, quali, ad esempio: interventi chirurgici, screening oncologici e visite specialistica. Un aspetto che non è mai stato indagato riguarda la somministrazione delle vaccinazioni pediatriche. Nel caso specifico, come osserva la Fondazione GIMBE che ha approfondito la questione, “i territori hanno retto adeguatamente l’emergenza”.
Analisi GIMBE vaccinazioni pediatriche in Italia
Il biennio 2020/2022 è stato molto complesso per la Sanità. La gestione dei pazienti Covid, le corsie piene, la realizzazione veloce degli hub vaccinali e così via hanno rivoluzionato un sistema già in affanno, rallentando in maniera importante l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie. La Fondazione GIMBE, guardando ai dati diffusi dal Ministero della Salute, ha deciso di approntare una disanima interessante sulle vaccinazioni pediatriche, tema su cui non è “stata condotta un’analisi sistematica”, così come spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE.
“Abbiamo realizzato uno studio – spiega ancora Cartabellotta – con l’obiettivo primario di valutare l’impatto della pandemia COVID-19 sulle coperture a 24 mesi delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate”. La Fondazione ha quindi effettuato un confronto delle coperture vaccinali nel 2020 rispetto al 2019 e nel 2021 rispetto al 2020, con l’obiettivo di valutare l’impatto della pandemia. Le analisi sono state effettuate sui seguenti vaccini:
Anti-poliomelite; Anti-morbillo, Anti-varicella; Anti-pneumococco; Anti-rotavirus; Anti-meningococco B.
Non sono state, invece, analizzate le coperture relative all’anti-meningococco C e all’anti-meningococco ACWY in quanto la raccolta, trasmissione e reporting dei dati risultano eccessivamente eterogenei tra le Regioni.
Lo studio
Sono diversi i parametri presi in considerazione dallo studio. In primo luogo, la fascia di età che corrisponde a 24 mesi. Sono stati utilizzati i target raccomandati dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 a partire dal 2019: ≥95% per tutte le vaccinazioni, ad eccezione dell’anti-rotavirus (≥ 75% nel 2019 e ≥ 95% dal 2020).
Osservando i dati ricavati dall’analisi si evince che a livello nazionale nel 2020, rispetto al 2019, si è concretizzata una riduzione generale delle coperture: anti-meningococco B (-2,68 punti percentuali), anti-morbillo (-1,79 punti percentuali), anti-pneumococco (-1,42 punti percentuali), anti-poliomelite (-0,99 punti percentuali), anti-varicella (-0,22 punti percentuali). In controtendenza, si rileva un netto incremento (+36,65 punti percentuali) per il vaccino anti-rotavirus. (tab. 1)
Al contrario tra il 2020 e il 2021 si è verificato un aumento delle coperture su scala nazionale: anti-pneumococco (+0,67 punti percentuali), anti-morbillo (+1,15 punti percentuali), anti-varicella (+1,8 punti percentuali), anti-rotavirus (+7,6 punti percentuali), anti-meningococco B (+13,38 punti percentuali); le coperture per l’anti-poliomielite (-0,02 punti percentuali) rimangono sostanzialmente stabili. (tab. 2)
Considerazioni
La Fondazione, tirando le somme, rileva che: le coperture vaccinali risultavano già insufficienti nel 2019, quando solo 14 Regioni raggiungevano il target per il vaccino esavalente, 9 per il trivalente, 3 per l’anti-pneumococco e nessuna per l’anti-varicella e l’anti-meningococco B.
I dati del 2020, inoltre, mostrano che la pandemia ha avuto un impatto rilevante sulla vaccinazione esavalente e trivalente, rispettivamente con una riduzione da 14 a 9 e da 9 a 3 Regioni che hanno raggiunto i target. Nel 2021, invece, si registra un parziale recupero per il vaccino trivalente, con 6 Regioni che raggiungono il target rispetto alle 3 del 2020. Tuttavia nel 2021 il livello delle coperture vaccinali rimane sotto ai target raccomandati, in particolare per i vaccini di introduzione più recente (anti-rotavirus e anti-meningococco B).
“Se già nel 2019 – conclude Cartabellotta – i programmi di vaccinazione pubblica mostravano difficoltà a raggiungere i target raccomandati a causa dell’esitazione vaccinale, la pandemia COVID-19, con l’inevitabile riorganizzazione dei servizi, il limitato accesso alle strutture sanitarie e la paura del possibile contagio, ha avuto un impatto rilevante sulle coperture vaccinali pediatriche. Tuttavia, l’entità della loro riduzione nel 2020 e il rapido recupero nel 2021 dimostrano che i servizi vaccinali del territorio hanno retto adeguatamente l’emergenza riuscendo a garantire, nella maggior parte delle Regioni, la continuità del servizio”.