Anche i disabili tra i nuovi poveri: una società sempre meno equa e inclusiva

Uguaglianza e inclusività: due concetti fondamentali e imprescindibili. Almeno sulla carta. Nella realtà dei fatti sono diversi i gap da colmare e gli obiettivi da centrare perché si possa arrivare a vivere in una società equa e accogliente. Sono i dati e la quotidianità a determinare questa amara riflessione. Nel caso specifico, ci soffermiamo sui numeri che riguardano le persone con disabilità che si muovono in un contesto socio-economico complesso, dilaniato dalle conseguenze dettate dai due anni di pandemia e dal conflitto in Ucraina.

Diversi mesi fa, Save The Children e l’Istat lanciavano lo stesso allarme: aumenta il numero di nuovi poveri – ovvero coloro che pur avendo un impiego e una dimora, non riescono ad arrivare a fine mese – e si aggrava, giorno dopo giorno, la situazione di chi già viveva al limite della soglia di povertà. Aggiungiamo oggi, facendo riferimento a un’elaborazione di Openpolis su dati Eurostat, che tra chi rischia di trovarsi in seria difficoltà economica, e non solo, in Italia sono molte delle persone con disabilità.

Va chiarito che allo stato attuale delle cose, secondo un recente rapporto diffuso dalla Caritas, un italiano su dieci vive in condizioni di povertà assoluta: pertanto, la condizione generale dell’intero Paese è in bilico ed estremamente grave. 

Disabili e povertà: l’ennesima sfida

Facciamo un passo indietro. L’Italia sta vivendo un periodo di grande cambiamento. L’emergenza sanitaria, nonostante l’aumento dei contagi da Covid, sembra non destare più le medesime preoccupazioni di un anno fa; tuttavia, l’inflazione è al 10%, cinque milioni di italiani non riescono a pagare le bollette di luce e gas e si sta insediando un nuovo Governo. Con tante dinamiche da gestire, resta fuori chi, per assurdo, è già spesso posto ai margini della società.

Nel caso delle persone con disabilità, sono numerosi gli ostacoli da affrontare quotidianamente, a causa di: un’architettura poco inclusiva, di un supporto da parte dello Stato intermittente e, talvolta, ingeneroso, di un mercato del lavoro che non accoglie e non include, di una scarsa attenzione verso l’impossibilità – in molti casi – di non essere autonomi, della mera incomprensione delle dinamiche che invece sono parte integrante della vita di una persona disabile. Sono molte le associazioni e gli enti che cercano di intervenire fornendo supporto e aiuti concreti, ma non basta. 

Gli interventi dovrebbero essere strutturali e soprattutto immediati. Sul tema della povertà non si può procrastinare: non si tratta più di una minaccia, ma di una realtà tangibile. I muri da abbattere sono troppi. L’elaborazione di Openpolis di cui sopra tiene conto di tutti i fattori che determinano le criticità nella vita di persone con disabilità. Inoltre, specifica che in tutta la comunità europea si registra un’emergenza per quel che riguarda l’aspetto economico. Nel 2020 la percentuale di persone disabili che rischiava la povertà in Italia era del 21% (conforme alla media europea). In altri Paesi, come la Bulgaria, la situazione precipita, tanto da arrivare a un altisonante 37,5%. 

È chiaro che il problema principale è da ricercarsi nell’accessibilità: rendere il mercato del lavoro inclusivo è di certo il primo passo da fare. 

PNRR e Commissione Europea: le soluzioni per arginare le criticità

L’attuale documento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede importanti progetti e misure riguardanti il Terzo Settore volte al processo di inclusione ed equità. In particolare, la Missione 5, denominata “inclusione e coesione”, prevede investimenti consistenti per le infrastrutture sociali, per le famiglie, le comunità e il Terzo Settore in quanto tale. Il punto 1.2 “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” intende, a tal proposito, accelerare il processo di de-istituzionalizzazione delle persone con disabilità al fine di garantire un miglioramento dell’autonomia. Come? Provando a rimuovere le barriere nell’accesso alle abitazioni e alle opportunità di lavoro, grazie anche al supporto delle nuove tecnologie. 

Sul piano internazionale, la Commissione Europea ha attuato una nuova Strategia per i diritti delle persone con disabilità (2021-2030). La Strategia è utile agli Stati membri per realizzare azioni utili alla causa; si vuole agire concretamente in tutti i settori della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Gli obiettivi prefissi sono: fare in modo che ogni cittadino dell’UE possa godere dei propri diritti umani, avere pari opportunità, partecipare attivamente alla società e all’economia e non subire più discriminazioni di alcun tipo. 

Intenti ineccepibili. Bisogna solo far sì che non restino intrappolati in una rete burocratica farraginosa e che presto vengano attuati. 

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