Per fare volontariato non è più necessaria la presenza fisica della persona. L’emergenza sanitaria appena conclusa ci ha consentito di comprendere appieno come la digitalizzazione debba essere agevolata per poter stare al passo con i tempi. In tale contesto, quindi, si inserisce e si afferma il volontariato digitale.
Le persone che svolgono tale attività mettono a disposizione le proprie competenze digitali per una buona causa e nella maggior parte dei casi l’impegno è interamente online.
Volontariato digitale per tutti: esempi
Sono in crescita le piattaforme che danno modo di svolgere il volontariato digitale. Queste, infatti, risultano essere decisamente poliedriche e quindi adatte alle esigenze più disparate.
Una delle prime ad attivarsi in Italia è stata Happy Angel che, dal 2021, mette in contatto i volontari con Istituzioni No Profit (INP) che hanno necessità di incentivare l’aspetto digitale. Tale attività si svolge interamente online.
La piattaforma delle Nazioni Unite, Un volunteers, consente agli operatori di dedicare le proprie capacità virtuali a favore di INP situate in qualsiasi parte del mondo. I settori in cui è possibile svolgere il volontariato online sono molteplici e sono legati a sfide odierne, quali ad esempio lo sviluppo sostenibile e la diffusione di un’istruzione adeguata per tutti.
Diversa modalità di volontariato digitale è quella pensato dall’applicazione Be My Eyes, attraverso la quale persone non vedenti o ipovedenti riescono a sapere cosa c’è intorno a loro grazie ad una videochiamata con i volontari che, virtualmente, avranno la funzione di essere i loro “occhi”.
Dal 2021 il Dipartimento delle Politiche Giovanili pubblica dei progetti di servizio civile digitale che hanno la finalità di favorire l’uso e la conoscenza dei vari devices tecnologici e dei servizi online a tutti i cittadini. I “facilitatori digitali”, ovvero volontari tra i 18 e 29 anni, sono chiamati ad operare negli spazi pubblici destinati ad accogliere le persone che hanno bisogno di un supporto per l’aiuto delle tecnologie. Il Servizio Civile digitale, inoltre, è incluso nel PNRR come una delle azioni del Piano Operativo della strategia nazionale per la digitalizzazione.
Un’opportunità di digitalizzazione delle INP
Nell’era della digitalizzazione, tali iniziative diventano essenziali. In questo modo, si allarga la platea di persone che potrebbe fare volontariato mettendo a disposizione anche competenze digitali su cui i giovani, in primis, sono particolarmente preparati.
Il volontariato digitale dunque rappresenta un’ottima opportunità anche per le INP stesse che possono sfruttare la risorsa per migliorare il proprio comparto digitale. Infatti, come dimostrano i recenti dati ISTAT ben il 20.9% delle INP risulta essere ancora non digitalizzata e tra le motivazioni principali vi sono: scarse risorse finanziarie, carente cultura digitale e assenza di personale qualificato.
di Elena Lodi
Volontaria Servizio Civile Universale