Oggi, 30 marzo, è l’ultimo giorno utile per inviare gli elaborati e partecipare ai Campionati Nazionali di Robotica. Si tratta di una competizione voluta dalla Scuola di Robotica di Genova, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, rivolta a studentesse e studenti degli istituti secondari superiori. L’idea di fondo è avvicinare le nuove generazioni alle materie STEM, ma anche, come si vedrà dal tema selezionato per questa edizione, sensibilizzarle sui concetti di conoscenza, inclusione e integrazione.
Campionati Nazionali di Robotica: un’occasione per i giovani
Il futuro passa attraverso le STEM, e questo è un fatto. Il ministero dell’Istruzione e del Merito, con la guida di Giuseppe Valditara, ha promosso diverse iniziative per avvicinare i giovani, soprattutto le ragazze, alle materie scientifiche. I Campionati Nazionali di Robotica ne rappresentano un esempio.
Il tema selezionato per l’edizione 2023, la settima, è la robotica al servizio del patrimonio culturale. Ciò significa che i progetti presentati dagli studenti dovranno ideare e realizzare prototipi che vadano ad agevolare l’accessibilità al patrimonio culturale e artistico italiano.
Dopo essere passati al vaglio di una giuria esperta, i modelli ideati che avranno meglio centrato l’obiettivo parteciperanno alla Fase Nazionale. L’indicazione verrà fornita solo il prossimo 15 aprile e saranno 30 i team che dovranno poi lavorare concretamente alla realizzazione di un prototipo. Alla finale, che si terrà a Genova il 10 e l’11 maggio, presso il Great Campus di Erzelli e il Palazzo Ducale, saranno presenti 3 studenti rappresentativi per ogni team (composto da dieci alunni ciascuno) e il tutor.
L’Italia ha ancora tanta strada da percorrere nelle STEM
L’esigenza di dare vita a iniziative come questa, nasce dai dati – poco soddisfacenti – che vengono costantemente diffusi sul tema. Basti fare riferimento ad alcune considerazioni espresse lo scorso dicembre da Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, durante il convegno annuale dell’Associazione Italiana per la ricerca industriale. “La scuola italiana – ha spiegato Gavosto – sta fallendo il suo compito nel fornire le conoscenze e le competenze adeguate in ambito scientifico ad una parte molto rilevante degli studenti“. A supporto della tesi espressa, ha aggiunto: “L’Italia continua ad essere indietro per numero di laureati, in particolare per le discipline Stem: abbiamo una media di 6,7% di laureati in materie tecnico-scientifiche contro una media europea del 12-13%“.
Incrementare gli interventi risulta essere vitale anche per rispondere alle esigenze di mercato. Molte aziende, infatti, faticano a trovare del personale specializzato nell’ambito scientifico e tecnologico. C’è da aggiungere che, guardando ai dati ISTAT del 2021, l’85,7% dei laureati nelle materie STEM trova agilmente un’occupazione di rilievo. Elementi che bisogna considerare e da cui i giovani che si apprestano a scegliere il proprio futuro lavorativo, in particolar modo i maturandi, non possono prescindere.