Innovazione tecnologica e sport: un matrimonio essenziale per il prossimo futuro. Anzi, per il prossimo presente. Le strade di sport e metaverso si intersecano sempre più facilmente e con risultati sorprendenti.
Lo sa bene Erika Morri, ex azzurra del rugby, che ha messo in campo le proprie competenze da sportiva per realizzare un progetto inclusivo e innovativo (curato dalla Fonazione Olitec), coadiuvata da alcune realtà, tra cui l’Università di Bologna, la Comunità Europea, il Comune di Bologna, la Regione Emilia Romagna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, la Fondazione Golinelli, OPES, e il Clust-ER Innovate EM.
L’iniziativa è “Rugby e Metaverso: un viaggio nelle emozioni”; in parole semplici, una vera e propria competizione giocata su due campi: quello reale e quello virtuale. L’obiettivo è fare in modo che le ragazze e i ragazzi siano pienamente coinvolti, che nessuno si senta escluso e che vedano nella scuola, il luogo dove si è già svolta la prova, nuove potenzialità.
Le finalità del progetto
Come ha più volte chiarito anche il Ministro Valditara, il progresso nell’ambito scuola è un fatto necessario. Serve guardare agli strumenti del futuro e insegnare ai giovani studenti come utilizzarli adeguatamente per non trovarsi impreparati, ma soprattutto per ritagliarsi un posto nel mondo, lavorativo e non.
Dello stesso parere è Erika Morri che ha portato il progetto in 5 scuole secondarie di primo e secondo grado di Bologna per consentire non solo un contatto diretto con il mondo virtuale e dunque aprire spiragli sul mondo che verrà, ma anche rendere pienamente inclusiva l’attività sportiva e consentire a studentesse e studenti con disabilità di partecipare, senza vincoli o barriere, all’iniziativa.
Sono diversi, secondo Morri, i benefici del progetto, tra questi: confrontarsi l’un l’altro, fare squadra, e percepire il legame tra corpo fisico e corpo virtuale. Quest’ultimo aspetto si traduce in una difficoltà che molti ravvisano: relazionarsi con concretezza con un corpo “reale” nel metaverso. “Il metaverso – spiega l’ex rugbista azzurra – è l’ultima frontiera tecnologica dove il corpo esiste: se noi non ci muoviamo, i nostri avatar non si muovono. Il corpo e lo sport sono uno strumento di apprendimento e relazione che può migliorare la nostra qualità della vita soprattutto a scuola”.
Ruby e Metaverso: un viaggio nelle emozioni
Lo scorso 27 marzo, dunque, si è tenuto il primo torneo di rugby al mondo di tecniche miste: in campo al centro sportivo Bonori e virtualmente all’opificio Golinelli. 250 studentesse e studenti hanno potuto cimentarsi nel rugby mettendosi alla prova. Un’altra interessante novità di questa iniziativa riguarda la condivisione: in molti hanno potuto seguire da remoto le gesta dei compagni grazie alla proiezione del metaverso sulle lavagne digitali presenti nelle varie classi.
La parte virtuale, e va segnalato, è stata ideata da Massimiliano Nicolini, direttore del dipartimento di ricerca della Fondazione Olitec, nonché candidato italiano al Nobel per la fisica.
Il convegno del 14 aprile
Ovviamente una simile sperimentazione ha avuto un impatto misurato scientificamente. I risultati, frutto del questionario somministrato da parte di un team di docenti di scienze dell’educazione, vanno a indagare le emozioni provate dai partecipanti con un focus sulle competenze trasversali, vale a dire le soft skills. Elementi che poi potranno essere presi in considerazione per capire in che modo lo sviluppo di tali competenze possa supportare i giovani nella quotidianità. A lavorare su questo aspetto è stata realizzata da un team di scienze dell’educazione di UNIBO, che presenterà il dettaglio a tutti i presenti.
Di questo e moltissimo altro si parlerà durante il convegno del prossimo 14 aprile, ospitato dalla Sala Borsa di Palazzo d’Accursio – Bologna, a cui parteciperanno le personalità e le realtà che hanno reso possibile l’iniziativa e che hanno aderito attivamente.