In corsa per l’autismo: Luca Biasillo, Direttore Progetto Filippide, racconta la Run for Autism

Risorse.news ha incontrato, in occasione della 13esima edizione della Run for Autism (Jubileum), Luca Biasillo, Direttore del Progetto Filippide.

Mi aspetto una grande partecipazione popolare” ha dichiarato alla nostra testata, riferendosi alla gara podistica che andrà in scena a Roma il 6 aprile (con partenza da Piazza Bocca della Verità); un auspicio che non è fine a se stesso, ma che guarda verso un processo di sensibilizzazione sempre più partecipato e accorato. Correre al fianco degli atleti autistici significa abbracciare il principio che ispira questa attività, ma anche tutte quelle altre messe in campo dal Progetto Filippide: l’inclusione totale.

Reduci dalla Talenti Run e carichissimi per le prossime sfide, gli atleti sono pronti a dimostrare le proprie capacità non solo per mettersi in gioco, ma anche per aumentare la consapevolezza negli altri e “contribuire a formare una nuova coscienza sociale“.

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Run for Autism: intervista a Luca Biasillo

Direttore, partiamo subito dalla 13esima edizione della Run for Autism. Cresce la partecipazione, si alimenta anche il processo di coinvolgimento. Quali sono i principi che ispirano la gara podistica e cosa si aspetta da questa edizione?

I principi che ispirano la gara sono quelli dell’inclusione totale, della condivisione gioiosa e della pace fraterna. Dalla tredicesima edizione mi aspetto una grande partecipazione popolare. Abbiamo lavorato tanto in quest’anno per far conoscere le nostre attività sia a Roma che in tutte le altre sedi di Progetto Filippide sparse per il territorio nazionale.

In più quest’anno avremo l’onore di ospitare delegazioni a noi affiliate provenienti dal Libano, dalla Tunisia, dall’Albania e dal Belgio. Sarebbe bello che le comunità  di questi paesi presenti a Roma potessero partecipare con le loro bandiere ed i colori delle loro terre per rappresentare la vicinanza ai loro conterranei con autismo e ai loro accompagnatori.

Quanto lavoro c’è dietro la realizzazione di un evento così? In che modo il Progetto Filippide prepara questa manifestazione? Sarebbe utile restituire ai nostri lettori una chiave di lettura per comprendere al meglio il lavoro che viene svolto da una realtà non profit per rendere possibili queste iniziative. 

Il lavoro che c’è dietro la preparazione di un evento così importante è variegato e bellissimo. Dobbiamo mettere in rete il nostro lavoro e stimolare la partecipazione di tante realtà che possano sposare i nostri principi e anche provare a coinvolgere realtà apparentemente da noi distanti ma che, ben stimolate, possano avvicinarsi e mettersi in gioco con l’intento di essere agenti d’aiuto  in senso ampio.

Tre motivi per unirsi alla Run for Autism. 

I motivi per unirsi alla Run For Autism sono: testimoniare con un atto concreto la vicinanza alle persone con autismo che si cimentano in una competizione sportiva con lo spirito  dell’evento più importante della loro vita. I nostri ragazzi hanno passi atletici diversi e si potrà star insieme a quelli che vanno velocissimi e anche a quelli che vanno un po’ più piano. Sarà importantissimo non lasciarli mai soli. 

Un altro motivo è quello di “fare cultura”. Quasi tutti i nostri ragazzi sono persone con disabilità grave e gravissima. Molti non sanno parlare, non sanno leggere, non sanno contare ma sanno cos’è la fatica nella corsa. La possibilità di osservare questa loro diversa abilità permette a chi non li ha mai incontrati prima o non si è mai trovato ad analizzare quali cose sono capaci di fare, di sperimentarlo sul campo. Questo, spero, potrà contribuire a formare una nuova coscienza sociale soprattutto nelle giovani generazioni. Infine si correrà per le strade del centro della città più bella del mondo… Non male, no?

Parlare di autismo, più in generale di disabilità, non è sempre semplice, anzi, forse ascoltare è la cosa più difficile; è sicuramente necessario sensibilizzare il più possibile sul tema. Oltre alla gara podistica, il Progetto Filippide si occupa di tantissime altre attività. Quali? In ordine di priorità rispetto al 2025 o progetti già iniziati che avanzano. 

Il progetto Filippide ha la missione di consentire a quante più persone con autismo possibile la possibilità di praticare sport. Sul comune di Roma ci alleniamo tutti i giorni e seguiamo con  dedizione estrema oltre 200 atleti. Ci tengo a comunicare con forza una novità.  In occasione del prossimo evento internazionale che si terrà dal 5 a 7 aprile a Roma organizzeremo la Prima World Cup di nuoto artistico totalmente inclusiva. Ci saranno 6 squadre provenienti da 6 nazioni diverse composte da un atleta normodotato  e uno con disabilità che si cimenteranno in una gara ufficiale all’interno del nostro circuito Filippide.

Le nazioni rappresentate saranno l’Italia, la Francia, la Spagna, Taiwan, il Brasile e la Russia. Avere una delegazione russa ci riempie di orgoglio. In un periodo di guerra e di sofferenza mondiale sempre più opprimente, proviamo a dare un segnale di speranza e fratellanza attraverso lo sport e la disabilità. Speriamo di essere ascoltati…

Il Presidente di OPES, Juri Morico, conferisce il Premio Città di Roma 2024 a Luca Biasillo, Direttore del Progetto Filippide.
Il Presidente di OPES, Juri Morico, conferisce il Premio Città di Roma 2024 a Luca Biasillo, Direttore del Progetto Filippide.

Un’ultima considerazione: ogni piccolo progresso, per le ragazze e i ragazzi di Progetto Filippide, è una vittoria di squadra. Il running non sarà una cura, ma in una persona con disturbo dello spettro autistico produce degli effetti positivi, migliorando la qualità della sua vita. C’è una parola che spiega perfettamente che cosa rappresenta perfettamente la corsa per una giovane, un giovane o un adulto con disturbo dello spettro autistico? Per le famiglie, invece? 

Se dovessi racchiudere un una parola quello che rappresenta il Progetto Filippide per i nostri ragazzi direi: consapevolezza (delle proprie capacità). Trovano un ambito in cui non sono più ultimi ma riescono a competere con gli altri esattamente con le stesse armi. Per i loro genitori ed i loro parenti in generale, direi: orgoglio. Finalmente i loro figli, fratelli, cugini… sono capaci di fare bene qualcosa. Non più esclusi ma esaltati in un ambito di normalità.

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