Osservatorio Valore Sport: il Report 2025 presentato a Roma a febbraio

Martedì 18 e mercoledì 19 febbraio si è tenuto il Terzo Forum Osservatorio Valore Sport, evento organizzato da The European House – Ambrosetti (TEHA) presso la Sala Autorità dello Stadio Olimpico di Roma, durante il quale sono state presentate le novità relative al Rapporto 2025 – Riportare lo sport e la cultura del movimento al centro dell’agenda politica per creare valore per il Paese. L’iniziativa ha preso il via nel 2022 e viene rinnovata di anno in anno analizzando il tema dello sport in Italia.

A questa particolare edizione, organizzata da TEHA, hanno partecipato le più alte cariche istituzionali sportive (CIP, CONI, Sport e Salute, Istituto per il Credito Sportivo e Culturale), insieme a una forte rappresentanza del Governo, con 5 Ministeri coinvolti (Sport e Giovani, Salute, Istruzione, Affari Esteri, Imprese e Made in Italy).

Osservatorio Valore Sport: Sport in all policies

Tra i principali temi affrontati durante il Terzo Forum quello dell’accessibilità, intesa sotto diversi punti di vista. Costituendo la pratica sportiva “un antidoto sociale”, così come lo ha definito il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, nonché un importante elemento per l’equilibrio del benessere psicofisico della persona, accedere agli impianti, ma anche agli sport stessi o alle associazioni, è un affare che si riferisce all’inclusione economica e sociale. Dunque, da qui l’obiettivo: promuovere un approccio “Sport in All Policies”.

Il confronto tra personalità del mondo politico e istituzionale, imprese e stakeholder del settore ha certamente consentito importanti riflessioni sull’andamento dell’attività sportiva nel Bel Paese. 

L’edizione 2025 ha visto la partecipazione di un parterre di relatori (40 in totale) di altissimo livello, tra cui Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Orazio Schillaci, Ministro della Salute, Giovanni Malagò, Presidente CONI, Luca Pancalli, Presidente CIP, Diego Nepi Molineris e Marco Mezzaroma, rispettivamente Amministratore Delegato e Presidente di Sport e Salute.

E ancora: Antonella Baldino e Beniamino Quintieri, rispettivamente Amministratore Delegato e Presidente di Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Massimiliano Atelli, Capo Gabinetto del Ministro per lo Sport e i Giovani, Philipp Müller-Wirth, Chief of the Sport Section, UNESCO, Silvia Marrara, Capo Ufficio X – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e tanti altri.

I numeri sull’accessibilità

Sebbene dal post-pandemia ci sia stata una ripresa, e quindi sono molte di più le persone di ogni genere e fascia di età a dedicarsi al moto, i numeri determinano ancora delle barriere da abbattere. 

Negli ultimi anni, in Italia, è di certo aumentata la consapevolezza sulla necessità di introdurre l’attività fisica nella quotidianità: la quota di italiani che non praticano mai sport, oggi pari al 35% della popolazione, è in calo di -5,6 punti percentuali tra il 2001 e il 2023.

Ma a questi dati lievemente positivi vengono contrapposti altri numeri che fanno guardare al futuro con apprensione. Le disparità vengono rilevate, come si diceva in apertura, nell’accesso alla pratica sportiva. Tra quelli che infatti hanno maggiore difficoltà si trovano: le donne, gli anziani, le persone che non hanno un elevato livello di istruzione, gli abitanti di Sud e Isole, oppure di piccoli comuni e aree di periferia. 

Come ha ricordato anche il Presidente del CIP, Luca Pancalli, durante il proprio intervento al Forum, va considerato sul tema dell’accessibilità un fattore basico: le infrastrutture scolastiche. Come in ogni ambito, la scuola viene considerata il luogo di maggiore impatto sulla crescita degli adulti di domani; dunque fornire palestre adeguate, insegnare lo sport inclusivo, cercare il più possibile di attenuare il gap economico tra gli studenti dovrebbe rientrare tra le priorità del Paese. 

Basti pensare che, Rapporto alla mano, quasi il 60% degli edifici scolastici italiani non dispone di una palestra, con punte superiori al 75% in alcune regioni del Mezzogiorno.

Un volano per la salute

E mentre si pensa a gettare le basi per il futuro, è necessario anche prestare grande attenzione a ciò che accade nel presente. L’impossibilità di accedere alla pratica sportiva porta inevitabilmente a dover fare i conti con una qualità della vita di certo meno elevata rispetto a chi può fare prevenzione dedicandosi allo sport. Qui il tema è la salute.

La forte correlazione tra sport e salute è ormai sdoganatissima, eppure il Rapporto rileva che le persone fisicamente attive hanno una propensione al fumo inferiore del -12% rispetto ai sedentari, al consumo abituale di alcol inferiore del -2%, al consumo abituale di frutta e verdura del +42% e di carni bianche del +37%. 

La sedentarietà, nel caso specifico, favorisce l’insorgenza di numerose patologie, tra tumori, malattie cardiovascolari, diabete, ma anche malattie psicologiche e neurodegenerative. 

Ebbene, a questo proposito, va rilevato anche che la questione non riguarda più solo la salute pubblica, ma anche l’economia del Paese. Perché, guardando ai numeri, la sedentarietà costa al nostro SSN oltre 6,7 miliardi di euro

Sport per tutti

Osservando le tendenze sia in positivo sia in negativo, dunque, si è giunti a una conclusione: realizzare un modello che implichi lo sport in tutti gli ambiti e che sia sempre più accessibile. 

Sono stati riportati, in tal senso, alcuni casi studio di successo, come quello della Liguria, “Regione Europea dello Sport”, rappresentata dall’assessore di riferimento alla Regione Simona Ferro. La Liguria muove i propri passi nella direzione più coerente rispetto alle esigenze del Paese.

Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti ha quindi sintetizzato: “Come Osservatorio, portiamo avanti con forza il principio guida di ‘Sport in All Policies’: lo sport è un ambito altamente interdisciplinare, che incide sulla salute pubblica, sull’educazione, sull’integrazione sociale, sullo sviluppo economico, sull’attrattività turistica e sulla proiezione internazionale del Paese, solo per citare alcune delle principali direttrici di impatto che rappresentano responsabilità e competenze di (almeno) 13 degli attuali Ministeri”.

Allo stesso modo – ha poi proseguito relativamente al secondo punto – è fondamentale che la promozione dell’attività fisica segua un secondo principio, quello di ‘Sport for All’: le politiche sportive devono far sì che la pratica sia accessibile a chiunque, senza distinzioni di età, genere, provenienza, estrazione sociale e condizione socioeconomica, a maggior ragione da quando lo sport è entrato ufficialmente nella Costituzione Italiana”.

 

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@Photocredits Osservatorio Valore Sport https://www.ambrosetti.eu/think-tank-ambrosetti/osservatorio-valore-sport/

 

 

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