Bussola per la competitività: la nuova strategia per il rilancio dell’UE

Ursula von der Leyen ha condiviso, lo scorso 29 gennaio, gli intenti di un documento utile al rilancio delle potenzialità dell’Unione Europea: la cosiddetta Bussola per la competitività. Linee programmatiche che sono state raccontate in conferenza stampa dalla stessa Presidente e dalla vicepresidente della Commissione UE, Stephane Séjourné.

Le origini della Bussola sono da ricercarsi in un report prodotto da Mario Draghi, ex Presidente del Consiglio italiano e della BCE. 

Bussola per la competitività: di cosa si tratta?

Il mondo non ci aspetta” è diretta Ursula von der Leyen quando si rivolge alla stampa per presentare la Bussola per la competitività. Da leader, mette anche in chiaro che l’Europa “ora ha un piano. Abbiamo la volontà politica. Ciò che conta sono la velocità e l’unità. Tutti i Paesi membri sono d’accordo. Trasformiamo il consenso in azione”. 

Dunque, c’è una base di partenza, sono state ufficialmente gettate le fondamenta per costruire un’Europa forte, ambiziosa, all’altezza. Si parte dai punti deboli, quelli che per diverso tempo hanno rappresentato le zavorre verso la crescita. Quindi “colmare il gap dell’innovazione, accelerare sulla decarbonizzazione, ridurre le dipendenze energetiche“; questi i tre punti da cui non si può prescindere per iniziare un nuovo corso. Specificatamente von der Leyen ha riferito che nel 2025 verrà lanciata “un’ampia strategia dell’Intelligenza Artificiale”: un progetto che prevede le fabbriche IA, che consentono alle aziende di sviluppare modelli per i supercomputer. 

 

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Un passo in avanti

Per le startup e per la crescita dell’UE in tal senso, l’obiettivo è “il miglioramento dell’accesso al capitale”. Spiega von der Leyen che se le aziende intendono davvero fare dei passi significativi “devono riuscire a affrontare i requisiti di 27 sistemi giuridici, e noi vogliamo proporre loro un 28/o sistema, che sarà facoltativo e conterrà una serie di semplici regole“.

Ha poi aggiunto che vi sono criticità legate al rischio, per cui “presenteremo un’Unione dei risparmi e degli investimenti, con incentivi al capitale di rischio e nuovi prodotti di risparmio e investimento“. 

Quanto all’accesso al capitale di rischio, altro tassello fondamentale per raggiungere nuovi obiettivi, la Presidente della Commissione ha detto: “Se guardate al capitale di rischio globale, solo il 5% viene raccolto nell’Unione Europea, il 52% negli Stati Uniti e il 40% addirittura in Cina. Non ci manca il capitale“, perciò “Dobbiamo concentrarci sulle innovazioni e tecnologie rivoluzionarie, il prossimo bilancio pluriennale vuole snellire le norme, perché gli investimenti abbiano impatto maggiore. Di questo parla il fondo per la competitività”.

Nuovi approcci per le imprese: il mercato unico

Un altro aspetto di cui tener conto è che le imprese in UE si trovano a dover fronteggiare una complessità di regole eccessiva, perciò la numero uno della Commissione ha riconosciuto l’importanza di “ridurre la burocrazia“. Uno “sforzo senza precedenti”, così lo definisce von der Leyen che parte da una proposta Omnibus dal prossimo mese. “Ci saranno – quindi – semplificazioni su finanza sostenibile, tassonomia, due diligence“. Tutti elementi essenziali per correre al fianco di USA e Cina. 

Un cortocircuito rispetto dunque ai procedimenti adottati fino ad ora. Basti pensare che tra la fine del “2025, inizio del 2026 presenteremo anche un 28esimo regime, che realizzerà ciò che migliaia di aziende europee chiedono: un unico regime. Un solo modulo da compilare, invece di 27“. Una decisione che arriva perché la Commissione ritiene, ancora tenendo conto di quanto espresso da von der Leyen, che sia giusta l’integrazione del mercato unico e che “offra un enorme potenziale di semplificazione”. 

Finanziamenti e liquidità

Séjourné ha invece chiarito che è necessario aumentare, in maniera anche drastica, “i finanziamenti e la liquidità di cui hanno bisogno i nostri creatori, sto parlando dell’innovazione, e di cui ha bisogno la nostra industria, sto parlando della produzione“. 

Di questo, deve occuparsi il “fondo per la competitività” il cui compito è “consentire a ogni euro di denaro pubblico di liberare maggiori investimenti privati. Un nuovo strumento per coordinare le politiche di competitività“. Un lavoro che deve rendere l’Europa aggiornamenti leggibile e prevedibile, in particolar modo se ci si riferisce agli investitori internazionali. Sarà la Bussola lo snodo del nuovo corso UE sul fronte finanziario, ma non solo. 

 

Riconoscimento editoriale: miss.cabul / Shutterstock.com ID 2546243517

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