Durante le ultime settimane tra i vari temi al centro del dibattito politico c’è quello della povertà educativa. Il Fondo dedicato, con la Legge di bilancio 2025, non è stato in effetti rifinanziato e diverse sono state le mobilitazioni per chiedere spiegazioni, temendo per i progetti in essere e quelli futuri.
Il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, tuttavia, ha inteso fermare l’emorragia di notizie sul tema e rassicurare gli assessori e a tutti i cittadini spiegando ad Avvenire, in una lunga intervista, come in realtà l’argomento stia particolarmente a cuore al Governo e quanto negli anni ci sia stata un’attenzione dedicata al mondo dei più giovani in difficoltà.
Povertà educativa: qualche dato
Il confronto sul tema della povertà educativa è necessario: si parla di un fenomeno che non è ancora stato arginato. Come è noto, il riferimento è a una condizione che vede il coinvolgimento di molti fattori: la fascia di età presa in esame quando si parla di povertà educativa va da 0 a 19 anni e riguarda bambine, bambini, ragazze e ragazzi, che possono vivere in situazioni economiche al limite, anzi spesso di totale povertà; che non hanno acquisito le competenze necessarie nel contesto scolastico; che non hanno avuto accesso a servizi educativi adeguati; che abitano territori in cui è più complesso avere le risorse necessarie per sopperire. Gli indicatori, insomma sono diversi.
Una recente rilevazione di OpenPolis determina che un altro fattore che incide è la povertà abitativa. Infatti, guardando ai dati riferiti, nel 2023 in Italia il 16,2% dei minori viveva in abitazioni con problemi strutturali o di umidità e per oltre il 40% si parla di condizione di sovraffollamento abitativo.
Quanto ai numeri su larga scala, che poi rappresentano il motivo di tanta agitazione, durante la XXIV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, lo scorso ottobre, sono stati presentati i dati ISTAT relativi alla povertà educativa. Al 2023, il 70,5% dei bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni non ha mai frequentato una biblioteca, il 39,2% non ha mai praticato sport durante il corso dei 365 giorni, 16,8% tra i 6 e i 19 anni non ha mai visitato mostre, o frequentato cinema e parchi archeologici.
Il Commento del Ministro Bellucci
Posta dunque la gravità dei numeri succitati, il sussulto di chi non ha “visto” il rifinanziamento del Fondo assume un senso. Come si anticipava in apertura, però, si tratta di un’analisi superficiale. A spiegare come stanno le cose e in che modo il Governo intende agire è stata il Viceministro Bellucci. In una lunga intervista rilasciata ad Avvenire l’onorevole ha spiegato che il Fondo non subirà tagli e che sono a disposizione da parte del Governo “oltre 300 milioni”.
“Vorrei fare chiarezza – ha detto quindi Bellucci nel corso dell’intervista – è totalmente infondato che ci saranno tagli o cancellazione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile”.
Anche perché, ha aggiunto con nettezza, “vi sono oltre 300 milioni di euro a disposizione da erogare per i prossimi cinque anni, una cifra importante attualmente disponibile per essere utilizzata sotto forma di stanziamenti per la prossima programmazione”.
Relativamente all’impegno del Fondo dal 2016 ha riferito: “Dal 2016, anno di istituzione del fondo sono stati assegnati agli enti del terzo settore 489 milioni di euro, con una media di erogazione pari a circa 60 milioni all’anno. Quindi, le risorse ci sono […] da parte del Governo vi è l’intenzione di fare tutto il necessario per mettere a disposizione dei territori tali risorse, rispettare la finalità sperimentale del fondo inserendo nei Piani nazionali strutturali gli interventi validi e continuare a promuovere efficaci iniziative di contrasto alla povertà educativa minorile”.
I 50 milioni contro la povertà educativa
A sostegno della parola data, va ricordato il bando “Organizziamo la Speranza”, un’iniziativa dedicata alle aree socio-educative strategiche, dello scorso luglio. In parole povere ci si riferiva a 50 milioni di euro, del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, volti a contribuire alla promozione del benessere e a offrire maggiori opportunità, per bambini e adolescenti, “in quelle aree d’Italia segnate da grave povertà educativa e ad alto tasso di criminalità”, lo spiegava proprio Bellucci attraverso i canali ufficiali.
“L’iniziativa – proseguiva – frutto di un fattivo lavoro tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Acri, Impresa sociale Con i Bambini, Forum del Terzo Settore e tutto il Comitato di indirizzo Strategico del Fondo, che ho avuto l’onore di presiedere, ha carattere sperimentale. Si interverrà, infatti, con azioni intensive e coordinate tra Enti pubblici, Terzo Settore, Parrocchie e agenzie educative del territorio, in 15 aree caratterizzate da alta vulnerabilità ed esclusione sociale”.
Le 15 aree citate riguardavano: Bari, Bologna, Cagliari, Caivano, Catania, Firenze, Foggia, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino.