7 parole per il 2025

Se secondo la Treccani “rispetto” è la parola del 2024, il nuovo anno viene inaugurato da termini come pace, speranza, fiducia, responsabilità, libertà, patriottismo e sport. Chi ha avuto modo di ascoltare il tradizionale discorso di San Silvestro del Capo dello Stato avrà avuto modo di metabolizzare queste 7 parole. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le ha utilizzate in maniera quasi scientifica. Le ha pesate, sottolineate e pronunciate sia come monito sia come pungolo, per gli italiani ma non solo.

Dal Quirinale una preghiera: pace

Il primo vocabolo a ritagliarsi un suo preciso spazio nei 17 minuti di saluto alla Nazione a reti unificate è stato pace. Doveroso e naturale che il Presidente Mattarella citasse le tragedie internazionali. Le barbarie in atto a Gaza ed in Ucraina non possono essere ignorate: devono essere fermate. Necessitano di soluzioni e risoluzioni.

Le speranze che si arrivi presto ad un cessate il fuoco sono riposte nel nuovo establishment mondiale. Gli Stati Uniti, con il Presidente Trump che ritornerà a risiedere alla Casa Bianca a partire dal prossimo 20 gennaio (l’insediamento sarà trasmesso in diretta su Amazon Prime Video), la Gran Bretagna, da sempre fedele alleata di Washington, e l’Europa della riconfermata Ursula von der Leyen riusciranno nell’impresa di avviare i negoziati di pace nell’Europa orientale ed in Medio Oriente? Avranno la capacità di persuadere e convincere tanto Putin e Zelensky quanto israeliani e palestinesi, autori entrambi di crimini contro l’umanità?

Speranza e fiducia, altre 2 parole per il 2025

La speranza, collegata dal Colle anche al Giubileo, e la fiducia nel futuro, rispettivamente secondo e terzo termine per il 2025, non possono tramontare neppure di fronte ad un simile quadro catastrofico. Queste due parole non devono lasciare spazio all’angoscia, ma vanno coltivate ed alimentate. L’invito del Capo dello Stato è a non rimanere passivi, solo così si può trasformare una speranza in realtà.

Se da una parte le frasi pronunciate possono suonare come una sorta di richiesta ai potenti del Pianeta, dall’altra diventano una preghiera rivolta ad ogni cittadino. “Non delegare sempre all’altro”, come ha ricordato Mattarella, vuol dire essere attivi. Concetto che si traduce in assunzione delle proprie responsabilità per migliorare l’Italia, il mondo in cui viviamo e favorire così il bene comune.

Serafico, sicuro e calmo, come nel suo inconfondibile stile, il Capo dello Stato ha rivolto altresì un pensiero alla scienza e alla ricerca per i passi da gigante compiuti, a quella tecnologia che può offrire possibilità inimmaginabili e al futuro socio-economico dell’Italia.

Le parole di speranza, visti e considerati i dati dell’occupazione, dell’export e del turismo, si sono scontrate con altre che hanno fatto luce sulle zone d’ombra. Nel nostro Paese il divario di servizi tra nord e sud, le disuguaglianze sociali, le inaccettabili liste d’attesa nella Sanità, che hanno costretto i cittadini più fragili a rinunciare alle cure, l’abbandono delle aree interne e la percentuale di laureati che decidono di emigrare e lavorare all’estero sono delle piaghe che richiedono un’assunzione di responsabilità. Eccola, la quarta parola del 2025.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e le 7 parole per il 2025
Il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella (Foto per uso editoriale – ID Shutterstock 2249049743 | Fotografa: Alessia Pierdomenico)

Responsabilità e libertà, altre parole chiave pronunciate dal Presidente Mattarella

Il Capo dello Stato ha invocato un’assunzione di responsabilità da parte degli attori politici e di tutti gli italiani anche quando si è soffermato su temi legati sia ai giovani, compresi il preoccupante consumo di alcool e droghe e il proliferarsi di episodi di bullismo, cyber bullismo o violenza, sia ai cambiamenti climatici.

Se da una parte ha spronato gli adulti ad ascoltare il disagio di quelle che ha definito come le risorse del nostro Paese, dall’altra vorrebbe che venissero prese delle posizione forti e trovate delle soluzioni per arginare quei fenomeni meteorologici intensi che in più di un’occasione hanno messo in ginocchio interi territori.

Con parole di disappunto, Mattarella ha ricordato che nel Mondo la corsa agli armamenti, innescata dal conflitto russo-ucraino, ha raggiunto nel 2024 i 2.443 miliardi di dollari. Una cifra record, ben 8 volte superiore a quanto i Paesi partecipanti alla Cop 29 di Baku hanno deciso di stanziare per contrastare il climate change, vera esigenza dell’umanità.

Significativi sono stati altresì le parole dedicate ai numeri troppo elevati di femminicidi e di suicidi nelle carceri. In questi frangenti il termine responsabilità si è unito a libertà, il valore principe della nostra Costituzione, ai diritti da garantire e al rispetto della dignità di un individuo, anche di colui o colei che sta scontando una pena all’interno di una casa circondariale.

Libertà, la quinta parola del 2025, è stata pronunciata dal Capo dello Stato per affrontare il tema della carcerazione di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran proprio mentre svolgeva un servizio pubblico per gli italiani.

Un ulteriore termine per il 2025: patriottismo

Non solo Cecilia Sala, Mattarella ha reso omaggio anche a Sammy Basso, agli allievi della Marina Militare e ad altri modelli positivi che hanno meritato e meritano il riconoscimento della Repubblica italiana. Il sesto vocabolo da portarsi nel 2025 è patriottismo. Per il Presidente Mattarella hanno dimostrato devozione alla nazione i medici dei pronto soccorso, gli insegnanti che si dedicano alla formazione dei giovani, coloro che fanno impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza, chi lavora con professionalità e coscienza, chi studia e si prepara al futuro, chi si impegna nel volontariato ed, infine, gli anziani, coloro che assicurano sostegno alle loro famiglie.

Forse, è proprio questo il passaggio nevralgico del discorso di fine anno. È patriota chi si impegna per la tenuta sociale del Paese, chi si prenda cura delle persone e del futuro. Emblematica, poi, l’appendice finale su questo sentimento di amore e devozione per l’Italia. Mattarella ha incluso nel patriottismo anche coloro che, pur con origini straniere, amano il nostro Paese, ne rispettano i valori costituzionali e le leggi e, vivendone appieno la quotidianità, contribuiscono ad arricchire la comunità nazionale.

Le parole dedicate allo sport

Dalle stanze del Quirinale, infine, ha echeggiato un’ultima parola, una di quelle che hanno un valore sociale determinante. Il richiamo allo sport da parte del Capo dello Stato non è nuovo. Il fatto che sia stato fatto nel discorso di fine anno vuol dire che il sistema ed il comparto hanno avuto un peso specifico notevole nel corso del 2024.

Il saluto alle donne e agli uomini di sport, che hanno partecipato ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi, ma che può essere esteso anche a coloro che promuovono le discipline sportive e i corretti stili di vita o che allevano i futuri Campioni, è più di un omaggio. È riconoscenza. È contezza di quanto la sana attività fisica e sportiva sia importante per la Repubblica ed i suoi cittadini.

Pace, speranza, fiducia, responsabilità, libertà, patriottismo e sport. L’auspicio è che siano proprio queste le parole del 2025. Per capire se sarà realmente così ci sarà un po’ di tempo.

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