Si può leggere positivamente il fatto che in Italia le competenze cognitive degli adulti sono rimaste pressoché invariate dal 2012 al 2023? La risposta arriva direttamente dai risultati forniti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), la quale non ha dato notizie confortanti, riscontrando principalmente un dilagante analfabetismo funzionale.
Da quanto emerso dagli studi dell’organizzazione, pubblicati lo scorso 10 dicembre, si è evidenziata una sostanziale stabilità delle competenze cognitive degli adulti italiani tra il 2012 e il 2023. Ma questa invariabilità delle competenze è una falsa illusione in quanto è emerso che il nostro Paese è ancora lontano dai livelli raggiunti dagli altri Paesi OCSE.
Condotta nel 2023 in 31 Paesi, l’indagine PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) ha coinvolto anche l’Italia, dove a realizzarla è stata l’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
La ricerca ha valutato tre competenze fondamentali: la literacy, (ovvero la capacità di leggere e comprendere i testi) la numeracy (ossia la capacità di utilizzare informazioni numeriche) e l’adaptive problem solving (cioè la capacità di risolvere problemi in contesti dinamici). Abilità e capacità fondamentali per affrontare le sfide della vita moderna, sociale ed economica.
Allarme analfabetismo: quasi un italiano su tre fatica a comprendere un testo
Il dato più preoccupante è l’elevata percentuale di analfabetismo funzionale: circa il 35% degli adulti italiani, tra i 55 e 65 anni, pur sapendo leggere e scrivere, fatica a comprendere testi complessi e a utilizzare le informazioni nella vita quotidiana.
Analizzando ulteriormente questa categoria di persone è emerso infatti che più di un adulto su tre non riesce ad avvicinarsi al livello 1 e riesce invece a comprendere solamente frasi brevi e semplici. Essi rientrano dunque in quella classe di persone chiamata “analfabeti funzionali”.
Gap territoriali e di genere che minacciano il futuro dell’Italia
Al problema dell’analfabetismo si aggiungono altresì due realtà negative già persistenti nel nostro Paese: la territorialità e la disparità di genere.
La situazione al Sud è particolarmente critica. Mentre al Nord e al Centro i cittadini raggiungono spesso livelli di competenza simili o superiori alla media OCSE, nel Mezzogiorno i risultati sono nettamente inferiori. In particolare, il Nord-Est si distingue per risultati soddisfacenti anche nell’ambito della matematica, a differenza di altre regioni meridionali.
“È necessario un intervento deciso per invertire questa tendenza”, afferma una nota dell’INAPP a firma del Presidente Natale Forlani. Secondo Forlani esiste una relazione diretta tra il livello di competenza e lo sviluppo economico di un territorio. Perciò, per favorire la crescita del Mezzogiorno, è fondamentale investire nella formazione e nell’istruzione partendo dalle scuole primarie.
Gli studi sulle competenze degli adulti evidenziano un vantaggio maschile nelle competenze numeriche, mentre le donne ottengono risultati simili agli uomini in lettura e problem solving.
In Italia, il divario di genere in matematica è più marcato tra i laureati, ma si attenua nelle discipline STEM. La minore presenza femminile in questi ambiti, influenzata da fattori culturali, limita le opportunità di sviluppo delle competenze numeriche e frena il progresso del Paese.
Il divario generazionale nelle competenze degli italiani
Un segnale positivo emerge dall’indagine: i giovani italiani (16-24 anni) mostrano livelli di competenza superiori alla media nazionale, dimostrando un ottimo potenziale per il futuro. L’indagine evidenzia quindi una significativa perdita di competenze con l’avanzare dell’età, sottolineando l’importanza di investire nella formazione continua per tutte le fasce d’età.
Dagli studi è emerso altresì che gli adulti con titoli di studio più alti ottengono punteggi migliori nei test, però il basso livello di istruzione medio della popolazione, con solo il 20% di laureati e quasi il 40% con titoli inferiori al diploma, rappresenta ancora un ostacolo per lo sviluppo del Paese.
Analfabetismo: allarme italiano nelle scuole, gli studenti faticano con le parole
Se i giovani superano nettamente la generazione dei loro genitori per quanto riguarda le conoscenze matematiche, nella comprensione del testo molti studenti, principalmente quelli delle scuole medie, fanno ancora tanta fatica.
A lanciare l’allarme sull’analfabetismo funzionale sono numerosi studi, tra cui il recente Rapporto Censis. Le scuole italiane, preoccupate per questa situazione e per far fronte a questa emergenza, stanno iniziando ad adoperarsi per risolvere al più presto questo problema di livello nazionale.
Per esempio, il Liceo Minghetti di Bologna, dalla ripresa delle scuole a inizio settembre, ha deciso di potenziare l’insegnamento dell’italiano. Un’ora in più a settimana per le classi superiori, nell’intento di colmare le lacune linguistiche sempre più diffuse tra gli studenti. Secondo i docenti, le cause sono molteplici: dalla riduzione della pratica scritta nelle scuole medie, all’impoverimento lessicale.
Analfabetismo: si può combattere questa crepa?
Di fronte a questo scenario, è necessario un impegno congiunto da parte di istituzioni, scuole, imprese e società civile per promuovere l’alfabetizzazione e garantire a tutti i cittadini le competenze necessarie per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.
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