Essere volontari dopo la Dana: costruirsi e ricostruire

Esattamente due mesi fa è iniziata quest’avventura da volontari: l’anno di Servizio Civile, un anno che, come dicono in molti, trasforma e forma, un anno che stravolge modi di vivere e pensare. E in questo poco tempo, si può già comprendere ciò che rappresenta questa esperienza, le sue ragioni profonde, il suo essere significativa ed importante per tutti noi: essere volontari presso un ente del Terzo Settore, permette di capire l’importanza di certi valori e quanto essi siano fondamentali per lo sviluppo e la creazione di un mondo migliore. Essere volontari fa sentire sulla propria pelle l’impegno necessario ad un maggiore benessere, e iscrive dentro di noi l’imperativo di fare qualcosa, di fare del bene. 

Già dalle prime settimane sono stati affrontati temi che hanno spaziato dalla parità di genere ai diritti della comunità LGBTQIA+. Il leitmotiv è stato quello della parità di diritti, del rispetto della diversità, del perseguimento dei Diritti Umani. Questi principi sono e devono essere le fondamenta del nostro modo di agire e pensare, e sono diventati una guida, qualcosa in cui credere e per cui combattere. Per questa ragione, è stato profondamente doloroso essere compartecipi alla tragedia che ha colpito quella che oggi si può definire la nostra comunità: era solo qualche settimana che percorrevamo le strade della città di Valencia quando le abbiamo viste distrutte dalle terribili inondazioni causate dalla DANA. 

L’impegno dei volontari e la solidarietà di tutta la comunità valenciana

Siamo stati testimoni di quella che è stata la grandissima mobilitazione per portare aiuto alle persone colpite dalla catastrofe. La comunità e le istituzioni hanno contribuito con impegno, dedizione e passione per riportare i quartieri devastati al loro autentico splendore.

I privati cittadini attraverso un’organizzazione orizzontale hanno messo a disposizione le proprie mani e la propria energia per rispondere alle richieste di aiuto: sono stati aperti vari canali di comunicazione per informare sulle difficoltà ed intervenire prontamente affinché nessuno rimanesse senza beni di prima necessità.

Oltre ai centri di raccolta di cibo, vestiti e materiali per affrontare la catastrofe (tutti ben distribuiti sul territorio), sono stati formati gruppi di volontari per offrire soccorso e aiuto alle famiglie, per i trasporti di attrezzatura e viveri, per la rimozione di detriti e macerie. Sono state create reti di supporto per il monitoraggio e la ricerca delle persone ed animali dispersi. La popolazione si è mobilitata con tutte le forze a disposizione, e chiunque ha apportato il proprio contributo per aiutare le zone colpite.  

Fondamentali, per questi interventi, sono state le azioni di Associazioni nate ad hoc e quelle di altre già attive – come Ajuda Dana, Caritas o la Cruz Roja– che hanno offerto il loro know-how ed il loro grande cuore per la gestione dell’emergenza, fornendo tra tutto anche supporto psicologico e medico, assistenza immediata, risorse finanziarie, aiuto a breve e lungo termine. Inoltre, hanno garantito attenzione particolare alle persone più vulnerabili come gli anziani. La Generalitat Valenciana da parte sua ha stanziato milioni di euro per provvedere alle famiglie e alle attività economiche colpite dalla catastrofe, oltre che alla riqualificazione di strade ed infrastrutture, intervenendo altresì per l’immediata emergenza e per la ricostruzione a lungo termine.

Utili sono stati anche i canali di comunicazione online e i numeri telefonici per chiedere ed offrire aiuto, in modo da coordinare tempestivamente le necessità della popolazione con l’azione dei volontari e l’allocazione delle risorse.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Martin Fores Sanz (@martinforesanz)

Il grande cuore di Valencia

Singoli cittadini, privati, industrie. Tutta la collettività si è impegnata per soccorrere prontamente, per raccogliere fondi (attraverso anche eventi ed iniziative culturali), per fornire un rifugio e un piatto caldo agli sfollati, per il coordinamento e la gestione dell’emergenza.

Se la città si sta lentamente riprendendo, se già dopo un mese anche solo una delle persone colpite può sedersi davanti al fuoco e fare un sorriso il giorno di Natale, è merito dell’impegno civile, dell’unione collettiva, della forza della comunità che sta facendo di tutto per ricostruire al meglio la vita distrutta di migliaia di persone.

Ogni singola mano, ogni donazione, ogni gesto è stato ed è ancora di fondamentale importanza per ricostruire le fondamenta di ciò che è andato perduto, per restituire la normalità alle migliaia di persone rimaste senza un posto caldo, senza casa, senza famiglia. La solidarietà è ciò che riporterà Valencia e i suoi abitanti a risplendere di nuovo; è ciò che alimenta la speranza per la costruzione di un avvenire rigoglioso.

L’esperienza come volontari di Servizio Civile

Anche noi volontari abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa, contro l’angoscia, il dolore, la devastazione; sentivamo le migliaia di richieste d’aiuto, soffrivamo per il fango e la terra che avevano ricoperto i luoghi dove prima giocavano i bambini. Anche noi, in solidarietà con la comunità valenciana, abbiamo sentito rabbia verso la negligenza politica, e proprio come loro, avremmo voluto fare del nostro meglio, investire le nostre energie per spalare il fango ed aiutare a rivedere i prati di nuovo rigogliosi.

Noi come volontari del Servizio Civile – per ciò che esso rappresenta e per ciò che ogni giorno ci insegna – e come esseri umani, abbiamo sentito l’urgenza di intervenire. Nel nostro piccolo, con viveri e donazioni, abbiamo fatto ciò che potevamo; nella nostra fortuna (il quartiere dove vivono ed operano i 4 volontari italiani è stato risparmiato dalla catastrofe n.d.r.) ci siamo resi conto di quanto sia fondamentale la solidarietà, di quanto sia importante intervenire, tutelare la terra, prendersi cura degli altri. La casa degli altri nella tragedia era anche casa nostra.

Ci sentivamo tutti fratelli e sorelle e abbiamo capito che, quando c’è del dolore, della sofferenza, bisogna agire insieme per lenirla. Anche se non è stato possibile per noi indossare guanti e scarponi, spalare il fango e la terra, aiutare direttamente le vittime, esser testimoni coi nostri occhi della DANA ci ha permesso di capire nel profondo l’importanza della nostra missione, e quanto sia grande nel nostro piccolo ciò che facciamo ogni giorno, come volontari e come persone.

Lo stesso Servizio Civile ci fa ambire al bene comune, al perseguimento dei Diritti Umani, al benessere sociale. Siamo gli adulti del futuro e ad oggi, stiamo imparando i valori con cui domani plasmeremo il mondo, affinché nessun interesse politico o economico sovrasti quella che è l’inalienabile importanza e dignità di ciascuna vita umana.

Articolo a cura di Chiara Scalcione – Volontaria Servizio Civile Universale

Photo Credits: ID Shutterstock 2542944737 | Photographer: Aitor Serra Martin

Altro dall'autore

Post correlati

Advertismentspot_img

Ultimi articoli

SIISL aperta a tutti dal 18 dicembre: come funziona la piattaforma per cercare l...

Il SIISL - Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa è uno strumento di inclusione sociale, messo a disposizione dal Ministero del Lav...

Nuovo Codice della Strada: stretta sulle infrazioni, tolleranza zero per i recid...

A partire da sabato 14 dicembre, in Italia entrerà in vigore il Nuovo Codice della Strada. Una riforma che promette di rivoluzionare il modo in cui ve...

Servizio Civile Universale, da 52 anni rende i giovani protagonisti

52 anni. Ed è ancora tremendamente attraente. Nonostante lo scorrere inesorabile del tempo e i naturali cambiamenti socio-culturali, il Servizio Civil...

Vuoi rimanere aggiornato? Iscriviti alla newsletter di Risorse.news