Persone con desideri, potenzialità, aspirazioni, voglia di fare e di vivere la vita appieno. Donne e uomini che non chiedono di essere compatiti per la loro condizione di disabilità, né tantomeno ignorati e neppure considerati soggetti fragili. Loro vogliono essere protagonisti e fornire il loro apporto alla costruzione di una società più aperta, equa ed inclusiva. Proprio come sottolineato delle Nazioni Unite, che, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità, hanno scelto un tema cruciale: amplificare la leadership delle persone con disabilità per un futuro inclusivo e sostenibile.
Amplificare la leadership delle persone con disabilità, un concetto che si trova pure nel cuore della riforma italiana
Un concetto forte, chiaro, che si ritrova anche nel decreto del Governo italiano n° 62 del 3 maggio 2024, il cuore di una riforma che è stata avviata dalla legge 227 del 2021. Come ha sottolineato in più di un’occasione il Ministro Alessandra Locatelli, il nuovo impianto normativo mira a mettere al centro la persona e le sue potenzialità, e non più solo i limiti. Inoltre, si prefigge di semplificare gli iter burocratici e di ribaltare le prospettive, passando dalla logica del mero assistenzialismo alla valorizzazione dell’individuo.
Entrato in vigore lo scorso 30 giugno, il decreto n° 62 del 3 maggio 2024 ha introdotto il Progetto di vita ed ha pure aggiornato la semantica, abolendo termini desueti e privi di dignità e sensibilità, come handicappato, portatore di handicap, disabile, diversamente abile, disabile grave.
Progetto di vita: “Una svolta epocale”
“Una svolta epocale nella presa in carico della persona”, l’ha definita il Ministro per le disabilità. Se da una parte il Progetto di vita fornisce risposte univoche sul fronte sanitario, socio-sanitario e sociale, dall’altra considera tutti i bisogni e i desideri del cittadino con disabilità sensoriale, motoria, intellettiva o psichica, il quale diventa il protagonista del procedimento di valutazione multidimensionale.
Tradotto: sono gli Enti e gli operatori che si riuniscono attorno alla persona, andando ad attivare quei servizi che fanno parte del progetto di vita. Che non è il risultato della semplice somma tra una serie di piani, come il PEI scolastico, la PAI socio-assistenziale, il Piano riabilitativo individuale sanitario ed il dopo di noi, ma qualcosa, come ha ribadito il Ministro Locatelli, di più integrato e completo.
Nel Programma di vita si tiene conto del contesto, della dimensione territoriale e di tutto quello che si sviluppa attorno alla persona, compreso l’ambito ricreativo e sportivo.
Il 1° gennaio parte la sperimentazione in 9 province
Prima che la riforma sulla disabilità diventi attuativa su tutto il territorio nazionale, verrà effettuata una sperimentazione di 12 mesi. Dal prossimo 1 gennaio 2025, in 9 province (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste), si inizieranno a valutare gli effetti e a comprendere la portata del cambiamento. La prima novità riguarderà la modalità di avvio del procedimento valutativo di base, affidato in esclusiva all’INPS, che prevede l’invio telematico all’istituto nazionale della previdenza sociale del certificato medico introduttivo, l’unica procedura per la presentazione dell’istanza. Si semplifica così l’iter di accertamento della disabilità. Il cittadino o gli Enti preposti ed abilitati non dovranno più espletare questa formalità con l’invio della domanda amministrativa.
L’avvio sarà un momento chiave. Dal sistema sanitario a quello scolastico, passando per il comparto del no-profit e per i medici di base, saranno diversi gli attori che saranno coinvolti nel Progetto di vita di una persona con disabilità. Le loro azioni dovranno essere coordinate, il loro approccio, invece, sartoriale. L’obiettivo è quello di fornire soluzioni su misura per ogni singolo caso.
In attesa del nuovo anno, nelle 9 province i soggetti coinvolti nell’attuazione della riforma sulla disabilità stanno completando un ciclo formativo curato dal Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità.