Quest’anno ricorerrà sabato 16 novembre la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si propone di sostenere le persone che vivono una condizione di fragilità economica importante andando a coinvolgere le emanazioni regionali in un sinergico impegno con i punti vendita aderenti della grande distribuzione organizzata e tutti i cittadini che decideranno di donare una parte della propria spesa ai meno fortunati.
Il lavoro della Fondazione
L’impegno della Fondazione è costante, si ricorda infatti che l’abituale Colletta Alimentare di fine novembre non è altro che una delle numerose e lodevoli iniziative messe a punto durante l’anno. Queste si svolgono guardando agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030: sconfiggere la fame, produzione e consumo responsabile, partnership per gli obiettivi (tra quelli diretti), sconfiggere la povertà, salute e benessere, ridurre le disuguaglianze, città e comunità, azioni sul clima (quelli invece indiretti).
Il lavoro quotidiano e l’evento in sé si pongono quindi lo scopo anche di sensibilizzare la società su diversi temi, su tutti la povertà, richiamando ai concetti di condivisione, gratuità e carità e raccogliere alimenti attraverso le donazioni delle persone.
Si tratta, quindi, di un’organizzazione ormai strutturata, un punto fermo del terzo settore che vanta numeri importanti: 7.350 le tonnellate di alimenti raccolti, 11.800 i punti vendita aderenti, 140.000 i volontari coinvolti e 4,7 milioni gli italiani che hanno partecipato alle donazioni.
“La povertà alimentare riguarda quasi una persona su 10”
A ridosso della Giornata Nazionale, durante un’intervista, il presidente del Banco Alimentare Giovanni Bruno, fa il punto della situazione partendo dai numeri, rilevando l’esigenza di un faro costante acceso sulla questione povertà alimentare.
“La povertà alimentare – si legge quindi nell’articolo dedicato – riguarda tante persone in Italia, quasi una persona su dieci, molte delle quali sembrano condurre una vita apparentemente ‘normale’, ma che per la necessità del risparmio iniziano a tagliare proprio l’alimentazione, sacrificando quantità e qualità”.
Bruno evidenzia anche che “i più colpiti sono in particolare i minori, uno su sette sempre secondo l’ISTAT, con conseguenze inevitabili sulla capacità di apprendimento e quindi di riuscita negli studi e, nel medio/lungo periodo, sulla salute nel suo complesso. In questo senso, il bisogno alimentare è il primo fattore di rischio di esclusione sociale”.
Sul tema è puntuale il rapporto di Actionaid “I numeri della povertà alimentare in italia”. Nel report del 2023 l’Ente aveva elaborato e diffuso l’indice di Deprivazione Alimentare Materiale e/o Sociale (DAMS) volto a raccogliere i dati necessari per stimare gli individui che, per motivi economici, non hanno accesso a un cibo adeguato e/o non partecipano a eventi sociali legati alla condivisione del cibo.
Preso atto dello scopo, i dati elaborati relativi al 2022, identificano che l’incidenza del DAMS “ha raggiunto il 10,5%, coinvolgendo circa 5,3 milioni di persone. Di queste, 3,8 milioni (il 7,5% della popolazione con almeno 16 anni di età) non hanno avuto accesso a un pasto completo ogni due giorni, mentre 2,4 milioni (4,8%) non hanno partecipato ad eventi sociali legati al cibo almeno una volta al mese. Infine, circa 900.000 persone (l’1,8% della popolazione) ha sperimentato entrambe le condizioni di deprivazione”.
L’indagine di Actionaid informa anche che il rapporto tra il rischio di povertà (che identifica i nuclei familiari con redditi inferiori al 60% della mediana nazionale) e la deprivazione alimentare materiale e/o sociale non sono sempre sovrapponibili. In altre parole “ben sei persone su 10 tra quelle che si trovavano in condizione di deprivazione alimentare materiale o sociale non erano considerate a rischio di povertà, poiché in possesso di redditi superiori al 60% della mediana nazionale.
Questo dato si conferma anche per la serie storica 2019-2022. Una stima soggettiva della povertà, basata sulla percezione delle famiglie italiane riguardo alla loro capacità di arrivare a fine mese, fornisce una visione più ampia rispetto alle sole soglie di reddito.
Nel 2022, il 22,3% delle famiglie (circa 13 milioni di persone) ha dichiarato di arrivare a fine mese con difficoltà o molta difficoltà. Tra chi vive in queste famiglie, l’incidenza della deprivazione alimentare è tre volte superiore alla media nazionale e raggiunge il 32,5%”.
L’iniziativa nelle Marche
Lo scorso 11 novembre l’iniziativa Colletta Alimentare regionale delle Marche è stata presentata nella sede della Regione. Il Presidente Acquaroli ha elogiato i numeri rendicontati dalle Marche relativamente alla Colletta degli anni passati per poi invitare alla partecipazione più che attiva anche per questa edizione.
“Mi sento di rivolgere un appello a partecipare a questa colletta – ha spiegato il Presidente – ed allo stesso tempo di ringraziare per l’impegno portato avanti quotidianamente, perché attorno alla Colletta vi è un prima e un dopo, vale a dire tutto l’enorme lavoro che precede e poi segue questa giornata. Voglio inoltre evidenziare il ruolo dei numerosi volontari che sono coinvolti e noi sappiamo benissimo che il volontariato nel nostro Paese costituisce un valore aggiunto”.
Come si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Regione Marche sono più di 5.000 i volontari in 390 supermercati che inviteranno all’acquisto di prodotti a lunga conservazione come olio, legumi e verdure in scatola, conserve di pomodoro, tonno, carne in scatola e alimenti per l’infanzia. Gli alimenti raccolti saranno distribuiti a oltre 290 enti partner – mense per i poveri, case-famiglia, centri di ascolto e unità di strada – per sostenere più di 43.000 persone in difficoltà nelle Marche.
Non solo Colletta Alimentare, l’impegno delle Marche è caratterizzato anche dal progetto SITICIBO. “Questa attività quotidiana di recupero e distribuzione di cibi cotti e freschi in eccedenza, nasce a Pesaro nel 2003. Grazie alla collaborazione di due importanti mense aziendali e di alcuni forni e pasticcerie nella città di Pesaro, ogni giorno con il mezzo refrigerato elettrico dedicato solo a questo e l’aiuto di 60 volontari, che si alternano, vengono ritirati un numero considerevole di pasti e portati immediatamente ai nostri enti caritatevoli”.