Come nel 2022 e nel 2021. L’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche e l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano si confermano in testa alla speciale classifica dei migliori ospedali italiani. Accanto alle due eccellenze quest’anno c’è una novità. Come svelato dal Programma Nazionale Esiti, curato da AGENAS (Agenzia Nazionale Servizi Sanitari) e presentato a Roma il 29 ottobre, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze ha migliorato le sue performance a tal punto da meritarsi di condividere il primato assieme alla struttura pubblica di Ancona e a quella privata lombarda.
Come viene stabilita la classifica dei migliori ospedali d’Italia?
Il report, che non si prefigge di conferire premi o penalità ma vuole spingere le strutture a migliorare l’assistenza ai pazienti, ha valutato gli standard qualitativi di 1.363 ospedali pubblici e privati, prendendo in considerazione 8 aree cliniche: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, nefrologia, gravidanza e parto, osteomuscolare. Indicatori chiave come la sopravvivenza post-operatoria, il volume di casi trattati e la rapidità di risposta alle emergenze hanno poi consentito ai curatori del Programma Nazionale Esiti di arrivare al verdetto finale.
Se l’Humanitas si è confermato un’eccellenza per tutte le 8 aree trattate e l’Ospedale di Torrette di Ancona è riuscito a compiere un ulteriore miglioramento rispetto allo scorso anno, arrivando ad avere pieni voti in 7 aree, la struttura di Firenze ha riscosso con gli interessi gli investimenti fatti per raggiungere un simile livello. Il Careggi di Firenze ha raggiunto così l’eccellenza in tutte e 8 le aree trattate.
Il commento dei Governatori delle Marche e della Toscana
La riconferma dell’AOU Marche ai vertici della sanità pubblica nazionale per il terzo anno consecutivo è stata salutata con entusiasmo dal Presidente della Regione, Francesco Aquaroli.
“Ancora una conferma per l’Azienda di Torrette di Ancona, dopo il G7 per la sanità marchigiana, e un ulteriore motivo di orgoglio per l’intera comunità – ha dichiarato il Governatore Acquaroli apprendendo la notizia-. Per il terzo anno consecutivo Agenas premia il nostro Ospedale pubblico regionale collocandolo ai vertici delle classifiche nazionali in un sistema sanitario pubblico italiano che è riconosciuto tra i migliori al mondo. Un risultato frutto innanzitutto dell’enorme impegno di medici, infermieri, tecnici e operatori, che ringrazio ad uno ad uno.
Esaltare la nostra sanità, non solo quella di Torrette ma anche tutte le altre aziende ospedaliere e territoriali che riescono a tenere le Marche nel gruppo delle migliori in termini di livelli essenziali di assistenza e per la tenuta dei conti (regione Benchmark), non significa comunque negare le criticità su cui siamo concentrati, ma riconoscerne i meriti. Siamo ben consapevoli di tutti i problemi e stiamo cercando le migliori risposte e soluzioni per avvicinare i servizi ai cittadini sul territorio, per formare nuovi medici e per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti sanitari”.
Soddisfatto, naturalmente, anche il Presidente della Toscana, Eugenio Giani. “In Toscana vogliamo una sanità pubblica e d’eccellenza – ha commentato il Governatore -, è la nostra priorità e l’ospedale di Careggi ne è un esempio: una sanità all’avanguardia per tecnologia ed apparecchiature ma dove si investe anche sulle persone e sui professionisti che vi lavorano. Una sanità pubblica e universalistica, che va difesa e potenziata, investendovi ancora più risorse”.
Note negative: solo 1 punto nascite su 3 raggiunge i 500 parti annui
Oltre a riportare alle cronache gli straordinari traguardi raggiunti dall’Humanitas e dalle Aziende Ospedaliere Universitarie delle Marche e di Firenze, il report AGENAS ha evidenziato anche i numeri registrati dagli ospedali italiani nel 2023. Se da un lato sono aumentati i ricoveri, tornando molto vicino alla quota pre-pandemia, e si sono notati miglioramenti nella qualità dell’assistenza per le malattie cardiovascolari e progressi per alcuni interventi oncologici, dall’altro ci sono delle criticità da risolvere.
In primis, quelle che riguardano le strutture ospedaliere che continuano ad operare con volumi di interventi inferiori alla soglia minima raccomandata.
Ad accusare maggiormente il colpo sono stati i reparti di ostetricia e ginecologia (i nati nel 2023 sono stati 381.766, un numero inferiore di 11.700 unità rispetto all’anno precedente). Ormai, un punto nascite su tre non raggiunge la soglia dei 500 parti annui. Il che vuol dire che, secondo gli standard internazionali, viene considerato meno sicuro.
Infine, è emerso che nel 2023 sono diminuiti anche i cesarei. Dal 23,1% del 2022 si è passati al 22,7%.