Baku è pronta ad ospitare la COP29 tra speranze e critiche. L’evento del 2024 avrà quindi luogo in Azerbaijan dall’11 al 22 novembre. Nel Paese di Ilham Aliyev – che ha ottenuto all’unanimità l’elezione a realtà ospitante e si è impegnato a sviluppare il suo potenziale di energia rinnovabile, al fine di raggiungere il prima possibile taglio delle emissioni di CO2 del 40% previsto per il 2050 – verrà portata al centro dell’attenzione mondiale l’urgente necessità di agire contro il riscaldamento globale.
Mentre gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sempre più evidenti, con eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e intensi, sia in Italia che nel resto del mondo, la pressione sui leader globali, perché si adottino misure concrete, aumenta. In periodo complesso dettato dalle ricadute dei conflitti e delle variazioni geopolitiche, deve restare alta l’attenzione verso le questioni climatiche.
La COP29 si presenta come un’occasione di vitale importanza per affrontare le sfide climatiche più urgenti. Limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, obiettivo ambizioso preso a Parigi durante la COP21, rimane al centro delle discussioni, richiedendo un impegno assiduo e importante da parte dei Paesi coinvolti per ridurre le emissioni.
Importante anche garantire ai Paesi in via di sviluppo le risorse finanziarie necessarie per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici per andare verso economie sostenibili. È altresì essenziale investire per proteggere comunità ed ecosistemi dalle conseguenze inevitabili del riscaldamento globale. La COP29, perciò, sottolinea la rilevanza di una cooperazione internazionale funzionale ad affrontare una nuova sfida globale che richiede soluzioni condivise.
La scelta di un Paese produttore di fonti fossili, come già era accaduto per la COP28 tenutasi a Dubai, ha suscitato diverse perplessità e controversie che si accentuano nel pensare che, sia l’Azerbaijan che gli Emirati Arabi, sono contesti dove i diritti umani risultano talvolta marginalizzati e le speranze di un cambiamento significativo sono alquanto scarse.
“CreateCop29”: il contest per far parlare i giovani attraverso la creatività
Se da una parte aspettiamo le parole e i fatti dei leader mondiali durante la COP29, l’agenzia Art Partner (agenzia creativa al centro della moda, del lusso e della tecnologia) è pronta a lanciare un nuovo contest, “CreateCop”, mettendo al centro di questo progetto i giovani che potranno dire il loro pensiero sull’attuale tema del clima, che verrà trattato a Baku, attraverso la creatività.
La competizione è aperta alle nuove promesse dell’arte di età compresa dai 14 ai 30 anni, i quali dovranno presentare un lavoro artistico che prenda come riferimento i temi della giustizia climatica, il greenwashing, l’inquinamento della plastica, l’attivismo e l’impatto sulla salute mentale del climate change.
L’iscrizione, che dovrà essere consegnata entro il 31 ottobre su createcophub.com, potrà essere presentata attraverso la realizzazione di fotografie, filmati, spoken word, composizioni musicali, creazioni di moda, progetti social e installazioni.
Come spiegato da Amber Testino, presidente di Art Partner e ideatrice del nuovo progetto, il contest si pone l’obiettivo di tramutare le speranze dei giovani in realtà concrete. Dare la voce ai giovani, tramite i progetti che consegneranno, sarà dunque un modo per fargli esprimere sia il livello di creatività al quale possono arrivare sia per manifestare per la loro idea sui problemi che affliggono il pianeta, essendo coloro che vivranno da protagonisti gli effetti del riscaldamento globale.
La prospettiva e il pensiero della fondatrice di CreateCop hanno spinto numerosi nomi di spicco della moda mondiale a far parte della giuria, tra cui: Anja Rubik (top model e attivista), Ulrich Obrist (direttore artistico delle delle Serpentine Galleries di Londra), Giovanni Testino (fondatore di Art Partner) e Shaway Yeh (pioniera del movimento della moda sostenibile in Asia).
Articolo realizzato con il contributo di Matteo Perito
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