Terzo Settore: la Regione Marche stanzia 8 milioni per progetti di innovazione sociale

8 milioni di euro. Questa è la cifra che la giunta della Regione Marche, su proposta dell’assessore alla Cultura e al Volontariato, Chiara Biondi, ha deciso di destinare alla realizzazione di progetti di innovazione sociale nel Terzo Settore. Le risorse, provenienti dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), il principale strumento dell’Unione Europea per investire nelle persone e sostenere l’attuazione del pilastro continentale inerente ai diritti sociali, saranno ripartite in due linee di intervento

Attraverso la prima, che potrà contare su uno stanziamento di 3 milioni di euro, la Regione governata da Francesco Acquaroli vuole incoraggiare gli interventi di imprese sociali e cooperative sociali, singole o in Associazione Temporanea di Impresa (ATI). Con il restante pacchetto di 5 milioni, invece, saranno realizzati i progetti presentati dagli Enti di Terzo Settore in Associazioni Temporanee di Scopo (ATS).

Fondi al Terzo settore, le parole dell’Assessore Bondi

Con questi fondi – riporta la nota dell’Assessore Bondi – la Regione intende promuovere progetti finalizzati all’inclusione attiva dei soggetti più vulnerabili, appartenenti alle categorie maggiormente svantaggiate, e al sostegno di settori caratterizzati da specifiche fragilità. Questi ambiti richiedono approcci innovativi e originali per affrontare le sfide contemporanee.

L’innovatività è quindi un requisito essenziale delle proposte progettuali. Gli interventi dovranno rispondere in modo creativo e concreto alle esigenze di benessere e qualità della vita di persone, organizzazioni e comunità locali, attraverso la sperimentazione di nuovi modelli di gestione e l’utilizzo di tecnologie integrate, capaci di amplificare gli effetti e gli impatti sociali, in sinergia con i servizi pubblici presenti sul territorio”.

Fondi importanti per un territorio votato al volontariato

Risorse importanti per un territorio votato al volontariato e alla promozione del bene comune. I numeri del non- profit, stando alle rilevazioni ISTAT del 2021, parlano di 11.357 istituzioni operanti nelle province di Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno e di 19.119 persone impiegate nel Terzo Settore, di cui oltre 13.000 assunte dalle locali cooperative sociali. Gli Enti di Terzo Settore, che avevano completato la trasmigrazione nel RUNTS alla fine del 2022, erano 2.975, di cui 1.124 organizzazioni di volontariato, 1.115 associazioni di promozione sociale e 503 imprese sociali. 

Obiettivi delle 2 linee di intervento

Per quest’ultime e per quelle che nel frattempo si sono registrate correttamente nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, la linea di intervento da 3 milioni permetterà di sviluppare idee e progetti di grande utilità, aventi come finalità la valorizzazione del territorio, l’integrazione generazionale e l’inclusione sociale.

I 5 milioni per gli Enti di Terzo Settore marchigiani finanzieranno quelle soluzioni che dovranno rispondere ai bisogni dei cittadini e del territorio.  I progetti degli ETS, oltre ad avere un carattere innovativo, dovranno migliorare la qualità della vita dei soggetti più fragili e favorire la partecipazione attiva delle categorie più svantaggiate alla vita comunitaria. 

Da aprile ad oggi, sono già 10,7 i milioni per il Terzo settore

Con lo stanziamento di 8 milioni, importo finanziato dal FSE+, le risorse per il Terzo settore negli ultimi 4 mesi salgono oltre il tetto di 10,7 milioni di euro. 

Ad aprile, infatti, le Marche avevano pubblicato un altro avviso per attivare un programma di interventi, con l’intento di coinvolgere attivamente le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le fondazioni del Terzo settore. La regione adriatica aveva così lanciato la sua prima, vera e storica forma di co-progettazione tra pubblico e non-profit. 

Gli interventi realizzati con questa forma di collaborazione dovranno nei prossimi mesi rendere il mondo del Terzo settore più attrattivo agli occhi dei giovani, ma anche promuovere la formazione degli operatori, dei dirigenti e dei volontari. Non solo, i progetti finanziati avranno l’obbligo di attivare percorsi professionalizzanti, sviluppare competenze digitali, potenziare nuove modalità di assistenza o cooperazione e realizzare azioni concrete. Se da una parte punteranno a soddisfare i bisogni delle persone, dall’altra il compito sarà quello di creare opportunità per il territorio.

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