Si è concluso da 10 giorni il Campionato Europeo di calcio maschile che ha visto la Nazionale spagnola, guidata da Luis de la Fuente, aggiudicarsi il trofeo per la quarta volta nella sua storia. Le stelle annunciate e attese in questi Euro 2024 non hanno brillato come ci aspettavamo. Mbappe, Lukaku, Ronaldo, Foden e Scamacca su tutti hanno affrontato un Europeo assai deludente. Le cause sono diverse per ognuno di loro; c’è chi dice per la stanchezza, chi dà la colpa alla sfortuna (ma anche all’incidenza arbitrale) e chi invece accusa gli allenatori per le loro scelte tecniche e al via il valzer delle panchine.
Magnífico de la Fuente, tinge di “rojo” il cielo di Berlino
Morata e compagni si sono resi partecipi di un record che solo la Francia di Michel Platini era riuscita a raggiungere nel 1984, vincendo in quel caso cinque partite su cinque a differenza dei sette successi di fila delle furie rosse. Se con le vittorie ottenute tra il 2008 e il 2012, con la conquista di due Europei e di un Mondiale, i rojos partivano da sfavoriti prima di questi Europei almeno sotto Francia, Germania e Inghilterra.
Gran parte del successo va al ct della nazionale spagnola: Luis de la Fuente ha mostrato al mondo intero un gioco fatto di tecnica e di spettacolo e con un gruppo squadra che i tifosi spagnoli non vedevano dai tempi di Xavi e Iniesta. L’allenatore classe ’61 e ha altresì sfruttato al massimo le caratteristiche dei suoi giovani campioni, Lamine Yamal e Nico Williams, facendoli giocare al meglio delle loro capacità, e ci è riuscito al mille per mille. De la Fuente tenterà l’impresa che, visti i propositi, non sarà impossibile da raggiungere, anche nei prossimi Mondiali venezuelani del 2028.
La Nazionale inglese volta pagina e apre le selezioni per il nuovo allenatore
Se una Nazione sta festeggiando il suo quarto europeo, l’altra finalista si è vista sfilare via il sogno di alzare la Coppa per la seconda volta consecutiva. Stiamo parlando dell’Inghilterra del ormai ex Gareth Southgate che, dopo la sconfitta rimediata a Wembley contro l’Italia nel 2021, esce sconfitta anche dall’Olympiastadion di Berlino.
“Dopo 102 partite e quasi otto anni alla guida, Gareth Southgate ha annunciato che lascerà il suo ruolo di allenatore dei Tre Leoni”. Con queste parole la Nazionale inglese ha comunicato le dimissioni dell’ex ct nato a Watford. Sebbene sia stato l’allenatore, dopo Sir Alf Ramsey, a portare a casa i risultati migliori di sempre, con il raggiungimento di una semifinale e di due quarti in due Mondiali, ormai era tempo di cambiamento sulla panchina inglese. Le prestazioni lasciavano a desiderare e i tifosi, come i vari opinionisti e i giornalisti, desiderano da tempo vedere una nuova figura che sieda sulla panchina dei three lions.
In questo momento i nomi più in tendenza sono quelli di Graham Potter e Eddie Howe. Ma la Federazione Inglese ha inoltre aperto le candidature per la panchina più prestigiosa d’oltremanica. È quindi un’occasione per chiunque volesse portare nuovi successi sulla panchina dei Tre Leoni.
Come si legge sul loro sito, il processo di selezione sarà rigoroso e mirato a individuare il miglior candidato possibile e i requisiti richiesti sono tutt’altro che banali: licenza Uefa Pro, conoscenza del calcio inglese, ottime doti di leadership, capacità di individuare e valorizzare giovani e la tenacia per poter affrontare al meglio un ruolo così esposto. Sognare non costa nulla quindi, e sia per gli allenatori inglese, e anche per quelli stranieri, questa sarà un’occasione unica per mettersi in mostra e mostrare il proprio valore.
Così e così Nagelsman, bocciati Spalletti e Deschamps
Possiamo definire il cammino della Germania di Julian Nagelsmann come altalenante. Un percorso, affrontato dai padroni di casa da grande favorita, culminato nella beffa in semifinale contro la Spagna, decisa ai supplementari con la rete di Carvajal.
Questo Europeo sigla inoltre la fine di un ciclo per la Nazionale tedesca. Dopo l’addio di Toni Kroos, arriva il ritiro di Thomas Muller, i due pilastri chiave della squadra degli negli ultimi anni. La Germania non è riuscita mai a brillare veramente durante questa manifestazione, un rendimento incostante, fatto di buone prestazioni alternate da fasi apatiche con la squadra che non è mai riuscita a trovare un equilibrio in campo.
La Germania si affronta quindi ad affrontare un futuro incerto. Il nuovo corso, guidato dall’allenatore classe 87’, dovrà essere in grado di guidare e valorizzare i nuovi talenti e costruire una squadra solida e competitiva. L’obiettivo è dunque quello di ritornare a vestire il ruolo da protagonista sulla scena internazionale.
La parabola discendente di Deschamps
La nazionale francese si ritrova ad affrontare la fase calante del ciclo di Didier Deschamps. Le prestazioni sotto le aspettative di Mbappé e Griezmann, ammesse anche dallo stesso ct, hanno favorito un approccio tattico molto timido e conservativo, basato unicamente sulle ripartenze, e ciò ha sollevato diverse critiche. Vero che la Francia non ha subito zero reti, ma non passa sicuramente il secondo piano che è riuscita a realizzare solo un gol su azione.
La Francia si trova quindi a un bivio: da un lato c’è il ciclo di Deschamps (iniziato nel 2012 e con la conquista di un Mondiale nel 2018 e della Nations League nel 2021) e dell’altro c’è la paura di non trovare un sostituto all’altezza e di compromettere l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni.
Spalletti: un primo passo fallimentare
La sconfitta agli ottavi contro la Svizzera ha evidenziato ancora una volta le problematiche strutturali che affliggono la Nazionale. Dopo una carriera da allenatore di altissimo livello, il debutto di Luciano Spalletti non è stato dei più felici. La sua filosofia di gioco, basata sul possesso palla e sulla creazione di gioco dal basso, ha necessitato di tempo per essere assimilata dai giocatori. Questi ultimi non si sono sentiti a proprio agio nel gioco del tecnico di Certaldo, essendo abituati al gioco fluido e propositivo dei loro club.
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“Siamo tutti responsabili, Spalletti non si tocca”, con queste parole il Presidente della FIGC Gravina riconferma la posizione di Spalletti sulla panchina della Nazionale: il ct ha dichiarato di voler ripartire da zero dopo la Svizzera, puntando su un ringiovanimento della squadra. Un obiettivo nobile e fattibile, visto i vari successi che sono arrivati dalla cantera azzurra: campioni d’Europa Under 17 e Under 19, vice-campioni del mondo Under 20.
Panchine rivoluzionate in Serie A: 11 panchine su 20 rivoluzionate
Il campionato italiano si appresta a iniziare la stagione 2024/2025 con molti cambiamenti sulle varie panchine: ben 11 allenatori hanno cambiato squadra rispetto l’ultima stagione.
Tra le big, Juventus, Napoli e Milan hanno cambiato pagina rispettivamente con Thiago Motta (sostituito sulla panchina del Bologna da Vincenzo Italiano), Antonio Conte e Paulo Fonseca. L’esperienza e la tenacia di Conte e il giovane Thiago Motta, che con il suo calcio propositivo ha permesso alla squadra emiliana di partecipare per la prima volta nella sua storia alla Champions League, stanno consentendo alle proprie squadre di attrezzarsi al meglio per contendersi il prossimo trofeo contro il confermato Simone Inzaghi (vincitore dell’ultimo campionato con l’Inter).
Tra le altre grandi i confermati sono Giampiero Gasperini, reduce dalla conquista dell’Europa League con l’Atalanta, e Daniele De Rossi sulla panchina della Roma. Nuove facce, tra giovani e esperti tecnici, sono pronti a toccare i campi della Serie A: Cecs Fabregas con il Como, Alessandro Nesta con il Monza (che ha sostituito Raffaele Palladino che è pronto a prendere le redini della Fiorentina), Paolo Vanoli con il Torino e Kosta Krunjac con l’Udinese.
Le aspettative per questa nuova stagione sono molto alte. I tifosi sperano in un campionato più competitivo e ricco di spettacolo, con le nuove protagoniste che siano in grado di contrastare le big. Solo a maggio del 2025 sapremo se il valzer delle panchine porterà a un nuovo ciclo della Serie A o se i confermati sapranno mantenere il loro dominio.
Articolo realizzato con il contributo di Matteo Perito
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