L’indagine “Biblioteche pubbliche e private”, realizzata in sinergia tra Istat e Autorità di Gestione del PON “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”, si concentra sulla realtà delle biblioteche italiane nell’anno 2022.
Nell’analisi, i cui dati sono stati pubblicati nel 2023, rientrano tutte le strutture (ad eccezione di quelle scolastiche e universitarie) che offrono al pubblico un servizio di conservazione e consultazione di qualunque tipo di materiale a stampa e multimediale, con apertura regolare e continuativa.
Lo studio in questione distingue tre tipologie di biblioteche in base a ciò che svolgono: specializzate (che forniscono assistenza per un argomento ben preciso, un esempio sono le biblioteche di aziende o di enti di ricerca), di libera lettura (strutture aperte a tutti, trasmettono informazioni e conoscenze nella comunità locale; questo tipo di biblioteche sono altresì importanti perché offrono cultura e servizi a tutti i cittadini e sono un punto di riferimento per la comunità e favoriscono la crescita sociale e culturale) e di conservazione (le quali hanno il compito di conservare e curare il materiale bibliografico e documentale, sia a livello locale che nazionale).
Biblioteche pubbliche: al Centro Italia solo il 12,6% del totale
Su 8.131 biblioteche rintracciate nel 2022, il 77%, sono biblioteche pubbliche, ovvero aperte a tutti i cittadini. Le restanti si dividono in biblioteche specializzate con il 19,7% e biblioteche dedicate alla conservazione di fondi antichi e rari (3,3%).
Per quanto riguarda la distribuzione geografica notiamo un netto vantaggio al Nord, che detiene il primato con il 60,2% delle biblioteche pubbliche, seguito, con curiosità, dal Mezzogiorno con il 27,2% e dal centro con il 12,6%.
Le prime 10 Regioni per numero di biblioteche (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Campania, Sicilia, Toscana e Lazio) riuniscono quasi l’80% delle strutture complessive, servendo un’utenza a quasi 38 milioni di persone.
Oltre due terzi dei comuni italiani ne hanno almeno una pubblica
Le biblioteche pubbliche sono diffuse in modo capillare nella Penisola: due terzi dei comuni italiani (il 66,3%) ne possiede almeno una; possiamo trovare tre biblioteche ogni 100 chilometri quadrati e una ogni 8.500 abitanti.
Oltre che nei grandi centri urbani, in cui si concentra il 15,5%, vale a dire che la metà è localizzata nei piccoli e piccolissimi Comuni (fino a 5mila abitanti) 52,0%, il 32,5% è nei Comuni di medie dimensioni (dai cinque ai 30mila abitanti).
A conferma del loro ruolo come spazi pubblici per la comunità locale, quasi la metà delle biblioteche di pubblica lettura (47,5%) si trova in aree rurali o scarsamente popolate. Il 40% è invece in piccole città o nei sobborghi di città più grandi, mentre solo il 12,3% è nei grandi centri urbani.
Ma sono davvero troppo poche le postazioni con PC
Le pubbliche, in Italia, offrono orari e servizi ampi e flessibili. Circa l’85% è accessibile con orari prestabiliti, con aperture di 4-5 giorni a settimana per oltre la metà di esse (52%). Le strutture sono aperte in media 22 ore settimanali, con il 53% degli edifici che offre tra le 12 e le 30 ore e il 22% tra le 31 e 60 ore.
Per garantire la consultazione in loco, il 26% delle biblioteche dispone di oltre 30 postazioni lettura, il 36% tra le 11 e le 30 postazioni, e il 30% ne ha al massimo 10 (con una media complessiva di 29 postazioni per struttura).
Del totale delle postazioni presenti in media solo due postazioni sono dotate di PC con internet, una per consultare il catalogo online e una per utenti con disabilità motoria. Inoltre, il 68% offre Wi-Fi gratuito.
Nel 2022, le biblioteche pubbliche in Italia hanno invece registrato un grande successo: 4,9 milioni di utenti iscritti hanno usufruito di almeno un servizio.
Il personale
Durante l’anno oggetto dell’analisi, sono stati registrati in media 5 addetti per ogni struttura registrata, arrivando a contare un totale di 26mila addetti presenti nelle biblioteche di pubblica lettura.
Il 37,1% del personale, che equivale ad un terzo del totale, è composto da volontari. Dopo di essi troviamo il 30,4% delle risorse interne, seguita da una quantità minore di operatori esterni con il 16,9% e dai ragazzi impegnati nel servizio civile (11,9%). Un ultimo componente è composto dal 9,1% consulenti e professionisti esterni alle biblioteche.
Biblioteche accessibili? Si può fare di meglio
Solo il 61% è attrezzato, con rampe, scivoli, ascensori e piattaforme elevatrice, per garantire l’accesso alle persone con disabilità. Le regioni del Sud sono le regioni più indietro sotto questo aspetto. Solo il 46,3% delle biblioteche meridionali possiede le attrezzature necessarie per garantire l’accessibilità.
Articolo realizzato con il contributo di Matteo Perito