Legislative in Francia, the day after: quali scenari?

La seconda tornata elettorale delle legislative in Francia si chiude con un risultato inatteso: la vittoria del blocco di sinistra. La scorsa settimana un risultato simile non si paventava possibile; il Ressemble National aveva tutte le carte in regola per sbancare queste elezioni, ne era sicura anche Marine Le Pen che già vedeva l’immagine di Jordan Bardella, candidato Premier nonché Presidente di partito, conquistare le prime pagine di mezzo mondo.

 

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È andata diversamente, anche se l’estrema destra non esce sconfitta. Bisogna, infatti, approfondire l’analisi per capire quali potranno essere gli scenari futuri ed effettivamente in che direzione è andato il voto dei francesi. 

C’è però un dato che mette tutti d’accordo e che è totalmente inequivocabile: oltre il 60% degli aventi diritto, per entrambe le votazioni, si è recato alle urne. Un risultato importante considerando l’astensionismo che aveva caratterizzato le europee. 

Elezioni in Francia: cosa è successo?

182 i seggi conquistati da NFP, 158 quelli ottenuti dalla coalizione di Macron (che in prima battuta era arrivato terzo) e 143 quelli di RN (55 in più di quanti ne avesse prima). Numeri che, come è chiaro, non consentono una maggioranza netta, pertanto si renderà necessario fare delle valutazioni e creare un’alleanza che possa costituire il nuovo governo francese. Non certo un compito semplice tenendo presente le distanze e le manifeste differenze tra i singoli programmi presentati.

Ad ogni modo, lunedì 8 luglio Gabriel Attal ha consegnato le dimissioni, lasciando di fatto la carica di Primo Ministro. Macron, dal canto proprio, ha chiesto ad Attal di tenere ancora temporaneamente il ruolo per “garantire stabilità al Paese”. Il Presidente della Repubblica, altresì, avrà a disposizione una settimana per determinare il nuovo Parlamento; un tempo che, però, è condizionato anche dal vertice NATO che si terrà a Washington a partire da domani e che terminerà giovedì 11 luglio. 

Il prossimo governo

Le Monde, probabilmente il più blasonato quotidiano francese, avanza diverse ipotesi sulla conformazione del prossimo governo. L’articolo che affronta l’argomento, infatti, si apre proprio così “Qui va gouverner la France?”. Le Monde risponde guardando alla possibilità di una coalizione, riferendosi anche a Italia e Germania come Paesi che vivono una condizione simile. C’è un però: la sinistra ha già chiuso a un’alleanza sia con il gruppo macronista, sia ovviamente con la destra. Sebbene vi sia stato un momento di accordo prima delle elezioni, ambo le parti avevano già chiarito che difficilmente avrebbe potuto esserci un seguito. 

Un’altra possibilità per la Francia è rappresentata da una coalizione tra i repubblicani, destra moderata, (60 seggi) e i centristi: si tratterebbe di una maggioranza relativa, certo, ma è anche un po’ specchio di ciò che la politica francese ha vissuto negli ultimi anni. 

C’è anche chi ha ipotizzato un governo a tre fasce: NFP, centristi e destra moderata. Un mix che al netto dei fatti pare davvero poco probabile. Le Monde parla poi di una prospettiva che non sembra però essere tra le più plausibili: un blocco istituzionale, vale a dire non aver trovato alcun accordo e restare in stallo o fino al 9 giugno 2025 per indire nuove legislative (ma in quel caso almeno un equilibrio, anche se precario deve essere raggiunto), o addirittura le Presidenziali. 

Infine, la suggestione governo tecnico. Anche in questo caso il quotidiano guarda all’Italia come Paese esperto definendo la misura “una configurazione sperimentata più volte in momenti di crisi, ma che non è mai stata molto duratura”. 

La destra lavora in Europa

Marine Le Pen non ha parlato di sconfitta, ma di vittoria rimandata. E in parte l’aumento dei seggi guadagnati le dà ragione. Il risultato di queste elezioni ha poi avuto un ulteriore effetto: un’accelerazione sull’accordo che sancisce l’ingresso di RN nei Patrioti d’Europa, l’alleanza lanciata da Viktor Orban per il Parlamento europeo, di cui farà parte anche la Lega di Matteo Salvini. La partita, dunque, si gioca su più tavoli. E tutto questo accade mentre i cittadini francesi invadono le piazze per protestare contro l’ascesa dell’estrema destra.

 

 

Riconoscimento editoriale: Gints Ivuskans / Shutterstock.com

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