30 giorni all’evento sportivo più importante dell’anno. Quando il prossimo 26 luglio verrà acceso a Parigi il braciere olimpico, inizieranno due intense settimane di sport, emozioni, storie, sogni, imprese, record, medaglie, valori e sconfitte. Dalla mattina alla sera, i palinsesti televisivi trasmetteranno le immagini che arriveranno da Parigi. Le edizioni di telegiornali, radiogiornali e quotidiani, anche di quelli non propriamente sportivi, saranno dedicate ai fatti e alle notizie provenienti dalla Capitale francese. Lo sport e le Olimpiadi influenzeranno l’informazione, le semplici comunicazioni, i dialoghi, le relazioni sociali e, perché no, le nostre vite, la nostra quotidianità e le nostre scelte. Proprio come tre anni fa, quando a Tokyo, dopo la triste parentesi legata agli effetti negativi della pandemia da coronavirus, l’Italia scoprì di avere degli atleti fenomenali.
Nonostante i problemi strutturali di un Paese che faticava a promuovere le politiche sportive, ad innescare una marcia maggiore per adeguare l’impiantistica nazionale agli standard europei e a riprendersi dallo shock pandemico, i cittadini si innamorarono di discipline che, purtroppo, salgono alla ribalta delle cronache solo ogni 4 anni. I risultati dell’atletica, della vela, della scherma e del nuoto, del karate e del judo, delle ginnastiche, del sollevamento pesi e del tiro a volo o con l’arco hanno aumentato l’eco mediatica sulla pagina olimpica più bella della storia sportiva italiana. Altresì, hanno generato un effetto boomerang, permettendo a tanti giovani di avvicinarsi ad una attività sportiva e di iniziare un percorso di vita virtuoso.
Da Tokyo a Parigi, saranno altre Olimpiadi da record?
Che sia lo sport o qualsiasi altro ambito non si dovrebbe mai guardare indietro, al passato. In questo caso specifico, però, si potrebbe fare un’eccezione. Fare un riferimento a Tokyo non vuol dire fissare un punto di partenza sull’arco temporale, ma ambire ad un risultato eccezionale. Ripetersi sembra irrealistico, anche se il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha parlato di tante opportunità che potrebbero confermarsi o rivelarsi per la prima volta a Parigi. Avvicinarsi a quel bottino di 40 medaglie, record storico per lo sport olimpico italiano, per il numero 1 dello sport italiano è complicato, ma non impossibile.
Si riparte proprio da quelle 10 medaglie d’oro, da quei 10 preziosissimi argenti e dai 20 bronzi. Si ricomincia da Tokyo e dal primato di discipline salite sul podio: 19, contro le 17 di Atene 2004. Si parte per Parigi con quell’immagine iconica del 1° agosto 2021, con quell’abbraccio avvolto nel tricolore tra Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, i due atleti che, a distanza di circa 15 minuti l’uno dall’altro, regalarono alla Nazione l’oro nel salto in alto e nei 100 metri. Quel giorno l’Italia scoprì di avere tra le sue fila l’uomo che va più in alto e quello che corre più veloce. Insieme, sotto il verde, il bianco ed il rosso della nostra bandiera.
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano spera che sull’aereo per la Capitale francese salgano più di 400 atleti. Sarebbe record di presenze (a Tokyo, il Team Italia era composto da 384 atleti). Ad oggi, gli Azzurri in gara alle Olimpiadi sono 355, di cui 186 uomini e 169 donne, in rappresentanza di 27 sport su 32 inseriti nel programma. Il contingente è destinato a crescere. All’appello mancano ancora i rappresentanti della FIDAL e i ragazzi del basket, impegnati nel Torneo Preolimpico.
Le sensazioni sono positive. Ad un mese dalla cerimonia si iniziano a sentire delle buone vibrazioni. I risultati dei nostri portacolori nelle ultime settimane fanno ben sperare. Tanto nelle discipline individuali, che a Tokyo hanno permesso al tricolore di sventolare sul podio, quanto in quelle di squadra, la nota negativa della spedizione in Estremo Oriente. Atletica, tennis e volley potrebbero regalare a tutta la Nazione nuove soddisfazioni.
Atletica: dopo i risultati all’Europeo è facile sognare
Dopo i 5 ori di Tokyo, la squadra di atletica leggera, capitanata da Gianmarco Tamberi, che tra le altre cose sarà anche portabandiera della spedizione insieme alla schermitrice Arianna Errigo, ambisce a giocare un ruolo da protagonista. Gli ori conquistati nella marcia con Stano e Palmisano, nel salto in alto con lo stesso Tamberi, nei 100 metri con Marcell “piè veloce” Jacobs e con la staffetta 4×100, sono difficili da eguagliare. Ma visti i risultati ottenuti agli Europei c’è la concreta possibilità di rimpinguare il bottino.
I Campionati di atletica leggera di Roma hanno sottolineato lo strapotere del nostro movimento. Con 24 medaglie, di cui 11 del metallo più prezioso, 9 d’argento e 4 di bronzo, l’Italia si è issata in cima al medagliere. Dall’Urbe sono arrivate ottime notizie sullo stato di forma dei nostri totem.
Antonella Palmisano, Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, così come la 4×100, hanno confermato gli standard di Tokyo. Ma le notizie positive non sono finite qui. Perché il movimento del presidente Stefano Mei sta lanciando volti nuovi. Le Olimpiadi di Tokyo hanno confermato l’ottimo lavoro della Federazione, che ora sta raccogliendo i proventi grazie anche alle performance dei giovani. Leonardo Fabbri nel getto del peso, Mattia Furlani e Larissa Iapichino nel salto in lungo, Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli, Chituru Ali che segue la scia di Jacobs nei 100 m., Yeman Crippa e Pietro Riva nel fondo, Sara Fantini nel martello, Nadia Battocletti nei 5.000 e 10.000 metri ed Alessandro Sibilio nei 400 metri ostacoli rappresentano la nouvelle vague. Spinti da modelli che a Tokyo si sono cinti il collo con un oro, questi ragazzi e queste ragazze possono provare a superare sé stessi e i loro limiti spaziali o temporali. La linea verde, insomma, è forte e robusta.
Salis sull’atletica azzurra: “Abbiamo una linea di giovani che ci farà divertire e gioire in futuro”
“Devo dire che l’Italia ha non solo superato il record di Spalato del 1990, che era stata un’edizione clamorosa – ha dichiarato Silvia Salis ai microfoni di risorse.news in occasione del convegno Ethical Sport -, ma la sta in qualche modo superando ogni giorno sempre di più. Undici medaglie d’oro conquistate possono sembrare un evento del tutto incredibile, ma non è incredibile se si pensa al lavoro avviato anni anni fa e che sta tirando fuori non solo i nomi consolidati che ci hanno fatto sognare in questi anni, ma una linea di giovani che ci farà divertire molto e gioire in futuro”.
Le immagini degli Europei di Roma hanno fatto il giro del globo. Tra queste, alcune rimangono emblematiche e sono fonte di ispirazione. Meritano una menzione speciale lo show di Gianmarco Tamberi. L’oro con 2.37 m. rappresenta la migliore misura registrata nel 2024. Il marchigiano ha inviato il suo personalissimo biglietto da visita a tutti coloro che sognano di spodestarlo alla trentatreesima edizione delle Olimpiadi. Anche quando sembrava sul punto di uscire di scena, Tamberi ha sfoderato prestazioni da urlo. Si è migliorato sotto pressione e con l’aiuto del suo infinito talento e del calore del pubblico è arrivato a superare l’asticella ad altezze impossibili ed inarrivabili per gli altri atleti.
Nadia Battocletti, classe 2000 di Cles, poi, ha imposto un ritmo nelle due gare di mezzofondo che ha scavato un solco tra lei e le avversarie. Tenace, resistente e talentuosa, ha costruito una doppietta impensabile.
Gli abbracci di questi due atleti con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che per gli Europei di Roma ha stravolto anche il cerimoniale, sono due momenti chiave dell’edizione dei campionati continentali. Ma non sono gli unici.
“Se devo aggiungere un’immagine a quelle di Tamberi e della Battocletti – ha specificato a risorse.news Silvia Salis -, sicuramente inserirei la medaglia d’argento di Sibilio con tanto di record italiano nei 400 ostacoli. Considerando anche che il ragazzo viene da un gravissimo infortunio, è stato un momento di grande gioia per la Nazionale”.
I tennisti sono pronti ad aggiornare il medagliere dell’Italia alle Olimpiadi
I sogni di gloria di alcune Federazioni e del Comitato Olimpico Nazionale Italiano passano anche dai risultati di altri sport individuali e di squadra.
Il tennis, finora, ci ha regalato soltanto una medaglia di bronzo. Accadeva 100 fa, proprio a Parigi, con Uberto de Mopurgo nel singolare maschile. Le speranze azzurre, tanto nel tabellone del singolare maschile quanto in quello femminile, hanno qualcosa in comune: la J, la decima lettera dell’alfabeto. Jannik Sinner e Jasmine Paolini sono in grado di aggiornare i numeri del medagliere del tennis.
Il ragazzo di San Candido, in modo particolare, si presenterà sulla terra rossa del Roland Garros da numero 1. Nel secondo torneo slam dell’anno, si è arreso soltanto in semifinale, e al quinto set, all’amico e rivale Carlos Alcaraz. La sfida finale potrebbe essere proprio tra loro due.
Sinner arriva all’appuntamento forte di 4 tornei conquistati nei primi 4 mesi dell’anno. L’ultima manifestazione vinta è il torneo di Halle. Nella regione tedesca della Vestfalia, il nuovo numero 1 delle classifiche ATP ha conquistato il suo primo torneo sull’erba, dimostrando di essere veramente completo e forte su ogni superficie. Solo 7 tennisti sono stati capaci di vincere il primo torneo giocato da numero 1 del mondo. Sinner come Connors, Borg, Wilander, Edberg, Sampras, Djokovic e Murray.
Jasmine Paolini, invece, ritornerà sui campi in terra rossa di Parigi dopo la doppia finale persa sia nel singolare sia nel doppio con Sara Errani. Ripetersi ed arrivare in fondo è possibile. Perché l’atleta allenata da Renzo Furlan, seguendo anche la scia di Sinner, si è migliorata tantissimo negli ultimi 12 mesi. Ha trovato il suo equilibrio, gioca sempre con il sorriso e si sta dimostrando come una tennista capace di sopperire allo strapotere fisico ed atletico delle avversarie con la sua tecnica, la sua tattica e le sue qualità umane.
Attenzione anche ai nostri doppisti. Bolelli e Vavassori, dopo il successo di Halle, sono in testa alla race per le finals. La chimica tra i due c’è e funziona. Sui campi di Parigi sono arrivati in finale ed anche loro, come la coppia femminile formata da Paolini ed Errani, hanno buone possibilità di fare copia ed incolla del torneo giocato poche settimane fa. Magari, riscrivendo un nuovo finale, proprio alle Olimpiadi.
Il volley alle Olimpiadi: con Julio Velasco parte la caccia all’oro delle ragazze
La storia italiana alle Olimpiadi dice che manca una medaglia d’oro da una Federazione vincente e capace di sfornare talenti e fenomeni. La pallavolo, fino ad oggi, ci ha regalato 3 argenti e 3 bronzi. Quella più brillante, invece, è sfuggita sul più bello. Dopo la vittoria in Nations League, spazzando via Nazionali agguerrite e corazzate, la squadra femminile di Julio Velasco potrebbe centrare l’obiettivo. L’oro non è un’ossessione, ma solo un sogno. Il tecnico argentino l’ha sfiorato ad Atlanta, nel 1996, con la generazione dei cosiddetti fenomeni. Dopo le parentesi con la sua Argentina, con l’Iran e con le Nazionali italiane giovanili, il vate di La Plata ci riprova a 72 anni con la squadra capitanata da Anna Danesi.
Chiamato a sostituire Davide Mazzanti, Velasco ha dato disciplina ed ordine tecnico-tattico ad un gruppo che aveva perso le sue certezze. Il cambio del commissario tecnico ha portato fin da subito i suoi frutti. Ne hanno beneficiato la federazione, che ha messo in bacheca la sua seconda Nations League della storia ed incassato un assegno da un milione di dollari come premio per il raggiungimento del primo posto, e pure le ragazze. Paola Egonu è tornata al centro del progetto. Le sue performance hanno trascinato l’Italia sul tetto del mondo. Non a caso, a Bangkok, è stata eletta MVP della manifestazione. Insieme alla Egonu, sono tornate a fare la voce grossa pure Sylla, Orro, Degradi e Bosetti.
L’Italia di volley femminile è pronta a volare a Parigi. Con un CT come Velsaco, che è pure stratega, psicologo e fine motivatore, tutto è possibile. Sognare almeno un oro sotto rete non costa nulla.
Parigi val bene una promessa: le Azzurre e gli Azzurri proveranno a migliorare lo straordinario risultato delle Olimpiadi di Tokyo.