Volontariato e donne nello sport al centro dell’agenda del Consiglio UE

I ministri del Consiglio dell’Unione Europea per lo Sport EYCS (Consiglio per l’Istruzione, la Gioventù, la Cultura e lo Sport) si sono riuniti nel cuore dell’UE per discutere e approvare le priorità in tema di gioventù e sport. Al fine di raggiungere società più inclusive, sono state promosse e approvate misure a favore dell’inclusione e dell’equità e il sostegno ai giovani europei per facilitare la loro partecipazione attiva alla vita democratica e migliorare le loro condizioni di vita. Nella due-giorni di discussioni (il Consiglio UE si è tenuto a Bruxelles gli scorsi 13 e 14 maggio, n.d.r.), a margine della riunione, è stata prestata particolare attenzione alle questioni del volontariato e del ruolo delle donne nello sport.

 

Il volontariato:la linfa vitale del sistema sportivo

 

Nel mondo dello sport, i volontari rappresentano la linfa vitale che permette a migliaia di eventi e attività di prendere vita. Il loro impegno e la loro dedizione sono ancora più preziosi in questo periodo storico, immediatamente successivo alle difficoltà degli ultimi anni.

“Attraverso quali misure incoraggiare l’azione di volontariato nel sistema sportivo europeo? In che modo rimuovere i principali ostacoli a livello nazionale ed europeo che impediscono il volontariato nello sport?”. Queste domande hanno guidato la discussione tra i ministri dello sport.

La Presidenza belga ha affermato che “è un dato di fatto che lo sport a partire dalla pandemia abbia subito un calo in termini di partecipazione” e per questo è importante che per “garantire che lo sport continui ad essere praticato, i volontari devono esserne la chiave”. Durante la sessione pomeridiana del 14 maggio, sono state condivise le misure utilizzate dagli Stati Membri per stimolare il volontariato nello sport ponendo l’attenzione sugli ostacoli che ne impediscono lo svolgimento, sia a livello nazionale sia europeo.

Misure degli Stati UE per stimolare il volontariato nello sport

I volontari sono fondamentali per la creazione di una connessione. Lo sport dipende dai volontari più di ogni altro settore” ha affermato il Consiglio. Ma come farlo? L’instancabile UE è sempre all’opera attraverso l’istituzione di programmi volti a costruire nuove competenze a partire dalle giovani generazioni. Ne sono un esempio il programma Erasmus+, che sostiene gli eventi sportivi senza scopo di lucro, ma anche la mobilità dedicata agli allenatori e al personale sportivo, così come il Corpo Europeo di Solidarietà.

 

Tuttavia, secondo le statistiche il numero dei volontari nello sport sta diminuendo e coloro che invece sono coinvolti, si trovano a dover affrontare delle barriere da abbattere. I ministri hanno agito di concerto concordando su alcuni elementi chiave volti alla valorizzazione del volontariato nello sport.

Sfide e soluzioni dei 27 Paesi dell’Unione

Le sfide principali riguardano la difficoltà di attrarre e trattenere i volontari, soprattutto i giovani, la mancanza di riconoscimento e di incentivi, e la burocrazia eccessiva. Per superare le criticità riscontrate, sono state proposte soluzioni e fornite riflessioni.

A tal proposito Cipro sostiene che i giovani hanno scarso interesse ad essere coinvolti, per questo sono necessarie attività di volontariato targettizzate, migliori strutture istituzionali e l’utilizzo di un framework che sia vicino ai giovani per attrarli, come la tecnologia, ma anche l’introduzione di premi, riconoscimenti e certificati o, secondo il Lussemburgo, i badge digitali per riconoscere l’acquisizione di capacità di tecniche da parte dei volontari.

La comunicazione è altrettanto fondamentale. L’Austria sostiene che lo scarso coinvolgimento dei volontari e la poca sensibilizzazione siano dovuti a una mancanza di informazioni da colmare attraverso efficaci strategie di comunicazione. Per questi motivi, la Francia conferma che le modalità di coinvolgimento dei giovani devono essere in cima alle priorità del volontariato nello sport.

Il volontariato è la chiave per canalizzare i valori europei attraverso lo sport, dobbiamo focalizzarci sulla solidarietà, sull’inclusione e sull’uguaglianza” dichiara la Spagna, sottolineando l’importanza della coesione sociale e del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In tal senso, la Finlandia rafforza queste dichiarazioni enfatizzando la stretta correlazione che intercorre tra l’interesse dei giovani al volontariato e la necessità che questo sia in linea con i propri valori. I giovani vogliono essere coinvolti nei processi decisionali e vogliono che i loro sforzi vengano riconosciuti e ripagati.

L’Irlanda rimarca il concetto principale: “senza il volontariato il sistema sportivo non funziona”. Questo è da tenere a mente, i volontari devono essere parte attiva del processo e tutti devono saperlo. Ripartire dall’importanza del singolo volontario segna l’avvio per un coinvolgimento di successo. Naturale e spontanea è stata, infatti, la proposta dell’Estonia di utilizzare i grandi eventi sportivi in arrivo, come mezzo per attrarre e coinvolgere nuovi giovani. I Giochi Olimpici di Parigi 2024, le Paraolimpiadi e il Torneo Uefa Euro 2024 rappresentano un’opportunità per l’UE, da un lato, e per i potenziali volontari, dall’altro, per garantire una forte sensibilizzazione delle comunità sul volontariato e far sì che questo venga valorizzato da tutti.

Pertinente è l’osservazione di ENGSO – l’ONG senza scopo di lucro, voce principale per lo sport di base nel panorama europeo (OPES è l’unico partner italiano della più importante organizzazione non governativa europea che al suo interno include anche Comitati Olimpici Nazionali, n.d.r.), che ribadisce come il valore invisibile dei volontari abbia un effetto sull’impatto economico e sociale, ma, allo stesso tempo, sottolinea la difficoltà di coinvolgimento, in particolare dei giovani. Il volontariato, dichiara, “non è solo una questione di valore economico, ma anche un mezzo per potenziare e sviluppare le competenze dei volontari […] dipinti come gli eroi quotidiani dello sport”.

 

Volontariato ma non solo, al centro del Consiglio UE pure il ruolo delle donne nello sport

Il dibattito informale ha virato sul ruolo delle donne nello sport, tema al centro delle priorità del Consiglio UE. L’impegno continuo a favore della partecipazione femminile è sotto gli occhi di tutti, ma l’attenzione è rivolta a quanto c’è ancora da fare a riguardo, soprattutto quando si tratta di ruoli manageriali. La parità di genere nel mondo dello sport rimane un obiettivo da raggiungere nell’Unione. Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, ancora troppo spesso le donne sono sotto-rappresentate nei ruoli di vertice.

È una priorità per tutti noi”, ha dichiarato il Consiglio UE riconoscendo il divario ancora esistente e la necessità di colmarlo. Durante la conferenza stampa è stato infatti affermato che “bisogna incoraggiare le donne a candidarsi per questi ruoli di top management”. I ministri hanno collocato la parità nello sport nella parte più alta dell’agenda politica sottolineando che “lo sport dovrebbe essere un posto dove il trattamento equo è la norma” e ribadendo il loro supporto attraverso numerose iniziative, come BeEqual Awards, e i progetti nell’ambito programma Erasmus+ dedicati alle questioni di genere.

 

 

Il caso dell’Irlanda

Il ministro irlandese, Tomas Byrne, è intervenuto in risposta alla necessità di aumentare il livello di partecipazione tra le ragazze e le donne, comunicando l’introduzione di nuove politiche, oltre a finanziamenti significativi nell’ambito del Programma Donne nello Sport. Lo sport a livello base beneficerà del cosiddetto accesso analogo che garantisce finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo di impianti sportivi, solo se questi assicureranno un accesso equo a donne e uomini. Ancora, la dirigenza sportiva godrà di un nuovo regolamento atto a garantire il raggiungimento e mantenimento della rappresentanza di genere del 40% nei consigli di amministrazione degli organi direttivi nazionali e dei partenariati sportivi locali.

L’Irlanda rappresenta un caso concreto di come le sfide per la parità di genere si stiano affrontando.

 

Sebbene gli sforzi siano già in atto, la partecipazione delle donne nello sport è un obiettivo ancora lontano. Il Consiglio UE ha invitato gli Stati Membri ad attivarsi il prima possibile affermando così il proprio impegno a favore di uno sport più equo e inclusivo.

 

Ha contribuito all’articolo Valentina Di Carlantonio

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