Lo scorso 17 giugno al Senato della Repubblica, in Sala Koch, è stato presentato, alla presenza di istituzioni e testimonial del mondo sportivo (tra cui: Manuel Bortuzzo, Stefano Maniscalco, Emanuele Blandamura, Elisa Di Francisca e Alessia Zecchini) il progetto Campioni di Vita, realizzato dall’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile e Gestione Cittadella srl in collaborazione con OPES aps.
L’attività, che fa parte di un’iniziativa più ampia – Accademia dei Campioni (Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile e Gestione Cittadella srl) -, intende veicolare messaggi di estrema rilevanza, come percepire lo sport quale antidoto sociale, un mezzo per contrastare fenomeni dilaganti (tra cui disagio giovanile, bullismo, cyberbullismo e drop out) attraverso le voci degli sportivi, arrivando nelle scuole e nei luoghi di aggregazione per consentirne una maggiore diffusione.
A margine del convegno, abbiamo approfondito diversi temi – toccati durante il confronto (moderato dalla conduttrice tv Roberta Capua) al tavolo dei relatori (che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Annalisa Minetti, la sen. Giusy Versace e il sen. Maurizio Gasparri) – con il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci; dall’esportazione del Modello Caivano, fino ad arrivare alla consuetudine dello sport nella quotidianità dei cittadini e dell’impegno del Governo per potenziare il ruolo sociale dell’attività sportiva, in particolar modo nella routine dei più giovani.
Bellucci: “Viviamo un tempo complesso”
Durante la tavola rotonda Bellucci ha inteso condividere con la platea riflessioni sulla complessità delle relazioni e dei disagi che i giovani si trovano a dover affrontare. “Viviamo in un tempo complesso sì, ma il disagio psicologico, il disagio mentale, la sofferenza, non appartengono solo a questi anni, appartengono alla vita delle persone”. Tuttavia, ciò che comporta la necessità di approcci più ricercati per contrastare le forme di sofferenza e disagio è il continuo sovrapporsi di due mondi: quello reale e quello virtuale.
“Oltre 400 mila ragazzi hanno sviluppato una dipendenza da internet” e prima, indaga ancora Bellucci, le dipendenze erano rappresentante dalle sostanze stupefacenti; “oggi abbiamo un’altra dipendenza, subdola e pericolosa perché non è stigmatizzata come le altre. Io credo fortemente che il terzo settore su questo possa avere una chiave di interpretazione e di servizio strategico fondamentale. Così come lo sport, che va a offrire esempi positivi” riferendosi anche ai testimonial presenti in sala che “hanno un’enorme responsabilità”.
Esportare il Modello Caivano
In tema di devianze e disadattamento, corre alla mente il Modello Caivano: un fiore all’occhiello per il Governo Meloni. Il Premier, infatti, ha in più occasioni ribadito quanto la riqualificazione del Parco Verde e la riapertura del centro sportivo Delphinia rappresentino una conquista, una scommessa vinta, ma anche un punto di partenza, perché “sono tante le Caivano d’Italia”. All’on. Bellucci abbiamo quindi chiesto come lo Stato perseguirà questo impegno: “Proponendo la propria presenza, la propria vicinanza in quei luoghi in cui fino a oggi lo Stato invece ha fatto un passo indietro”, ha riferito.
L’intenzione poi è “favorire un’alleanza fra istituzioni, privato sociale, enti del terzo settore, parrocchie, che in quei territori non si sono mai arrese e sono state presenti, e poi anche con le imprese, con il privato, che attraverso un’economia che spinge sempre di più verso il sociale e l’umano può costruire il bene comune”.
La componente che però non può mancare in tutto questo, secondo Bellucci, è lo sport. “Una chiave di lettura, un modello di attuazione strategico – ha spiegato – perché unisce dentro di sé questa cultura dell’alleanza, la capacità di poter cooperare, di proporre regole che portano alla possibilità di trovare un modo di realizzare la propria esistenza, conoscendo se stessi, stabilendo relazioni con gli altri e scoprendo i propri talenti.
Non bisogna per forza essere dei Campioni da medagliere; si può diventare campioni della propria vita, cioè facendone un miracolo perché ciascuno di noi è irripetibile e può portare una ricchezza e un valore particolare. Questo è il nostro modo, una ricetta da una parte di buon senso, dall’altra una costruzione passo dopo passo con coraggio, determinazione e tanta umiltà”.
Un monito, perciò, a guardare avanti e raggiungere gli obiettivi stabilendo un piano d’azione che consenta concentrazione e che ricordi l’importanza dell’unicità.
Lo sport che insegna, lo sport delle opportunità
Dal settembre 2023 l’attività sportiva è ufficialmente parte integrante della Costituzione italiana. Un passaggio sintomatico di quanto lo sport stia diventando sempre più centrale nella costruzione di una società che generi inclusione, aggregazione e che tuteli, al netto delle possibilità, la salute dei cittadini. Un aspetto, dunque, su cui puntare, su cui investire risorse e speranze per il futuro. In questa nuova scala di valori, corroborata dal forte impatto che il Dipartimento per lo Sport e il Ministro Abodi hanno saputo indurre in diversi ambiti, rientra anche lo sport di base, l’impegno delle associazioni, degli enti e delle realtà tutt’altro che collaterali.
Un concetto che il Viceministro chiama in causa di frequente, considerata la partecipazione attivissima a progettualità e iniziative dedicate al tema (come l’intervento all’Italian Pavilion – 80esima Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito del panel “Cinema e Terzo Settore” durante il quale è stato presentata la pellicola firmata da Adelmo Togliani “Bob and Weave” in cui il file rouge è proprio lo sport come mezzo di contrasto al bullismo e veicolo di nuove possibilità) e le esperienze personali che la stessa Bellucci ha condiviso raccontando, durante la X edizione del Premio Città di Roma, del proprio percorso nell’atletica leggera.
E allora, reduci anche dai successi ottenuti agli Europei di atletica e in vista di un’Olimpiade che promette grandi emozioni al popolo italiano, le abbiamo chiesto come la condivisione di risultati ed esperienze possa tradursi concretamente in qualcosa in più di un segnale per la società. “Lo sport deve essere per tutti, non solo per chi ha determinate possibilità economiche” bisogna perciò far sì che ci si riferisca a “un’opportunità educativa che entra nella vita di ogni essere umano; uno strumento fondamentale per gestire le proprie emozioni, gestire l’ansia, per affrontare quel momento in cui sembra tutto difficile”. Lo sport per Bellucci, in conclusione, insegna la resistenza, la pazienza, la fatica e la conquista di qualcosa di importante.