Laureti (GESIS Italia): “Senza interventi per l’impiantistica sportiva non potremo offrire servizi adeguati alla comunità”

Dopo Abodi, anche il Presidente di Sport e Salute SpA, Marco Mezzaroma, è ritornato su uno dei tasti dolenti del sistema Paese: le infrastrutture sportive. Intervenuto in audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle periferie, il numero 1 di Sport e Salute ha ribadito che sull’impiantisticasi gioca la partita decisiva” e che “questo tema rappresenta il presupposto per ogni intervento di politica sportiva”.

Potenziare, rigenerare e recuperare tutte quelle strutture che potrebbero essere dedicate all’attività fisica e sportiva diventa prioritario per migliorare la qualità delle città, per riqualificare aree e per combattere il degrado sociale, il disagio giovanile ed il cosiddetto drop out, ovvero l’abbandono della pratica sportiva. Altresì, consente alle Istituzioni di avere ulteriori strumenti per incentivare tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni e dalla loro età, a seguire dei corretti stili di vita e a rimanere attivi. Le ricadute sulla società sarebbero impressionanti. Un investimento di un euro nell’infrastruttura sportiva, ad esempio, ne genererebbe tre di ritorno sociale.

L’intervento di Mezzaroma è stato accolto positivamente anche da chi gestisce gli impianti sportivi e dalle associazioni di categoria.

Laureti ed il plauso a Mezzaroma per l’intervento alla Camera sull’impiantistica sportiva

Sicuramente il Presidente Mezzaroma – così Daniele Laureti, presidente di GESIS ITALIA, a margine del convegno “Bandi e Opportunità per lo Sport”, che si è tenuto all’Università del Foro Italico lo scorso 8 maggio e che è stato organizzato da OPES aps – ha espresso quello che poi oggi è veramente il fabbisogno del comparto sportivo, cioè quello di creare i presupposti per poter agire in modo molto concreto sull’impiantistica sportiva, perché non ci dimentichiamo che senza un impianto sportivo le attività non potrebbero svolgersi. Quindi, è fondamentale partire da questo punto e creare delle strade o dei percorsi che siano comunque accompagnati anche dalle amministrazione locali, le quali devono iniziare a considerare il privato come un partner.

Siamo al punto di partenza di un cambiamento epocale: senza l’impiantistica sportiva, senza il potenziamento, la riqualificazione delle strutture esistenti, io credo che avremo grosse difficoltà sia nel competere con gli altri Paesi Europei sia nell’offrire servizi adeguati alla nostra comunità”.

Per il bene di chi gestisce l'impiantistica sportiva e dei cittadini, Daniele Laureti chiede alle amministrazioni locali di fare rete
Daniele Laureti, presidente GESIS Italia

Censimento impianti sportivi, piano regolatore per l’impiantistica e cooperazione tra pubblico e privato: tutto sulle necessità del settore

Presto, come hanno ribadito in audizione alla Camera il Presidente Mezzaroma e l’amministratore delegato Diego Nepi Molineris, l’Italia potrà contare su un nuovo censimento nazionale degli impianti sportivi, che andrebbe a sostituire il precedente documento del 1996. Con la rilevazione più aggiornata delle strutture esistenti, incompiute, non più utilizzabili o in stato di abbandono, potrebbe vedere la luce anche un piano regolatore per l’impiantistica sportiva. Stando all’analisi di Sport e Salute, delle 77mila strutture sportive, prevalentemente di proprietà pubblica, gli impianti non funzionanti sarebbero l’8%. Un dato che in alcune aree del Mezzogiorno arriva a toccare il 20%. La principale causa di non o parziale funzionamento è ascrivibile nel 44% dei casi alla mancanza di manutenzione.

Gli spazi di intervento sono enormi. Come ha ribadito Laureti e come hanno sottolineato a più riprese i vertici di Sport e Salute, bisogna rafforzare la cooperazione tra imprese ed enti locali e ridisegnare il modello economico-finanziario, preoccupandosi tanto della realizzazione quanto della fase di gestione e mantenimento dell’impianto.

Oggigiorno – continua Laureti – gli impianti sono diventati a tutti gli effetti delle aziende; quindi, servono competenze specifiche per gestirli, ma soprattutto è necessario che le amministrazioni, sul tema dell’impiantistica già esistente, aprano a degli interventi condivisi nel pieno rispetto delle normative. Abbiamo delle strutture che presentano delle difformità sul piano urbanistico e che di conseguenza devono essere regolarizzate, per permettere poi al gestore o al concessionario di poter presentare un project, un piano economico-finanziario o un progetto di riqualificazione senza intoppi ed ostacoli di natura tecnica”.

L’evento per i protagonisti del settore a Roma

Da Presidente di un’Associazione che riunisce concessionari e gestori di impianti sportivi, Daniele Laureti ha aperto diversi canali di dialogo con le Istituzioni. GESIS chiede alle amministrazioni di sostenere il settore con politiche più vicine alle esigenze di coloro che promuovono la funzione sociale e pedagogica dello sport e che assicurano un futuro migliore ai giovani. Fare sistema, insomma, diventa cruciale per rispondere alle esigenze dei cittadini.

Anche per questo motivo, ogni anno, GESIS rinnova l’appuntamento con Roma Caput Sport e Impiantistica, un evento che unisce i player del comparto, le Istituzioni e la società civile. Gli obiettivi dell’iniziativa sono quelli di promuovere l’attività sportiva, di avvicinare sempre più persone ad intraprendere un nuovo percorso volto al benessere psico-fisico, di fare cultura ed informazione, di sensibilizzare gli operatori del settore e gli amministratori locali su temi di estrema rilevanza e di creare occasioni di confronto costruttivo. Il prossimo appuntamento è in programma a Roma, allo Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”, i prossimi 19 e 20 giugno.

Questo è un evento che si basa sul connubio forte tra sport e solidarietà – conclude Laureti, riferendosi all’appuntamento che è promosso anche da OPES e che, tra gli altri, è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica -. È altresì un messaggio forte che inviamo alle Istituzioni: lo sport è capace di creare rete e condivisione. Adesso, spetta a chi amministra gli Enti locali e territoriali dare una risposta positiva alle nostre volontà e al nostro interesse di generare risorse positive per la comunità”.

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