Un recente studio pubblicato sul Journal of Vacuum Science & Technology B. potrebbe rivoluzionare le modalità e accelerare le tempistiche per la diagnosi di tumore al seno. Si tratta di un test salivare che è in grado di arrivare a una conclusione sensibilmente corretta basandosi sui biomarcatori HER2 e CA15-3. La ricerca è stata condotta dall’Università della Florida e dall’Università Nazionale Yang Ming Chiao Tung di Taiwan, che si è servita della piattaforma Arduino, un prodotto nostrano realizzato nel 2005 da alcuni membri dell’Interaction Design Institute di Ivrea.
I numeri sul tumore al seno
Basterebbe, dunque, un test salivare per salvare migliaia di vite. Stando ai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 si stima ci siano stati circa 2,3 milioni di nuovi casi di tumore al seno e oltre 685.000 decessi proprio dovuti alla malattia, in tutto il mondo. Numeri importanti che potrebbero vedere una riduzione adottando stili di vita sani, così come come riferito dall’Associazione italiana Oncologia Medica, durante il XXV Congresso Nazionale tenutosi a Roma nel novembre 2023.
Indispensabile, secondo il Presidente dell’AIOM, Saverio Cinieri, sensibilizzare le donne sull’incidenza che l’abuso di alcol o il fumo di sigaretta possano avere sulla formazione delle neoplasie. L’associazione, in proposito, rileva che quasi un quarto dei casi di cancro della mammella (23%) è causato da fattori di rischio evitabili, come, per l’appunto, fumo di sigaretta, sovrappeso, alcol e sedentarietà. In particolare, l’11% delle nuove diagnosi (che corrisponde a 6.000 casi ogni anno in Italia) riguarda proprio l’abuso di alcol (qui per approfondire).
Ma c’è anche un altro elemento da considerare, ovvero la prevenzione che consente di individuare la malattia allo stadio iniziale e intervenire tempestivamente.
Lo studio
In tal senso, la recente pubblicazione sul Journal of Vacuum Science & Technology B. potrebbe risultare determinante. Il test salivare sottoposto a donne volontarie, introdotte nella ricerca tramite il biorepository del Clinical and Translational Science Institute (UF CTSI), e il cui stato di salute inerente alla malattia è stato confermato da biopsie, si è servito di biomarcatori come HER2 e CA15-3, e ha portato a diagnosi coerenti in soli 60 secondi (in cui sono comprese anche la somministrazione e la lettura dei risultati).
Più specificatamente, i ricercatori hanno trattato le strisce reattive introdotte nel dispositivo con anticorpi particolari che vanno a interagire con biomarcatori tumorali mirati, come già anticipato. Hanno quindi posizionato un campione di saliva sulla striscia e hanno inviato impulsi elettrici ai punti di contatto sul circuito utilizzato nel biosensore.
Tali impulsi assicurano che i biomarcatori vadano a legarsi agli anticorpi e modifichino sia la carica che la capacità, alterando il segnale di uscita. I ricercatori hanno misurato il segnale e lo hanno tradotto in una lettura della quantità di biomarcatore presente. Dunque, sono stati in grado di eseguire lo screening di più campioni in modo efficiente e accurato per il cancro al seno.
Una tecnologia “portatile e riutilizzabile”
Si tratta, perciò, di un metodo rivoluzionario e facile da utilizzare. Nella ricerca si legge in proposito: “il metodo promette in modo significativo un uso diffuso da parte del grande pubblico in futuro”. Dunque, si fa riferimento a un’innovazione che potrebbe essere in futuro alla portata di tutte le donne.
Le strisce reattive utilizzate in questa ricerca, tra le altre cose, sono quelle disponibili in commercio per i test del glucosio e sono state realizzate da Luvnshare Biomedical Inc. a Hsinchu, Taiwan.
“In molti luoghi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, tecnologie avanzate come la risonanza magnetica non sono sempre disponibili”, ha spiegato Hsiao-Hsuan Wan dell’Università della Florida, che è a capo dello studio. “La nostra tecnologia è molto più economica: la striscia reattiva costa solo pochi centesimi e il circuito riutilizzabile costa circa 5 dollari. Siamo entusiasti della possibilità di avere un impatto significativo in aree in cui le persone non hanno forse mai avuto le risorse per i classici test di screening per il tumore al seno”.
Non solo dunque la capillarità, ma anche la velocità nell’ottenere una diagnosi: “Immaginiamo che il personale medico effettui lo screening del cancro al seno nelle comunità o negli ospedali. Il nostro dispositivo è una scelta eccellente perché è portatile e riutilizzabile. Il tempo di analisi è inferiore a cinque secondi per campione”.