4+2 non è una promozione ma un’offerta didattica. Anzi, per essere precisi, si tratta di una sperimentazione che, a partire dal prossimo anno scolastico, interesserà gli ambiti tecnologici e professionali degli istituti secondari di secondo grado.
Voluta fortemente dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, la novità permetterà agli studenti di concludere il ciclo delle superiori in 4 anni e di affrontare poi un percorso biennale di istruzione tecnologica superiore con le ITS Academy.
La sperimentazione della nuova filiera scolastica 4+2 si prefigge di valorizzare la formazione tecnologica e professionale e di ridurre quel gap di competenze che spesso ha tenuto lontano gli studenti dalle posizioni lavorative più qualificate e coerenti al loro percorso. Con sei anni complessivi, insomma, i giovani saranno pronti a rispondere alle esigenze del mercato e alle offerte di lavoro che perverranno dalle aziende italiane più innovative e tecnologiche.
Sperimentazione 4+2 a carattere tecnologico e professionale in 176 Istituti italiani
L’avviso, pubblicato nel dicembre scorso dal Ministero, è stato accolto positivamente dalla Regioni italiane. Come comunicato da viale Trastevere, sono stati ammessi alla sperimentazione ben 176 istituti, che a loro volta daranno vita a 201 corsi. A guidare la classifica dei territori con il numero maggiore di scuole in procinto di avviare l’offerta didattica 4+2 c’è la Lombardia. Dall’Istituto A. Locatelli di Bergamo all’Istituto Tecnico Paritario Olga Fiorini di Busto Arsizio, saranno ben 27 le sedi che a settembre proporranno la sperimentazione. Le altre Regioni con 20 o più Istituti accreditati sono la Puglia (25 scuole), la Calabria (24), la Sicilia (21) e la Campania (20) [clicca qui per conoscere tutti gli Istituti italiani che sono stati ammessi alle sperimentazione].
Una risposta importante, come sottolineato in una nota dal Ministro Valditara, che “dimostra la straordinaria capacità progettuale e voglia di innovazione della nostra scuola”.
Un modello europeo e più orientato alla ricerca
Ridurre di un anno il ciclo di studi delle superiori a carattere tecnologico e professionale non significa comprimere i programmi. Il ciclo 4+2, come ha sottolineato il titolare del dicastero di viale Trastevere, “è stato pensato per garantire una solida preparazione nelle materie di base, andando a recuperare i gap registrati in italiano, matematica e inglese, e una maggiore preparazione in quelle specialistiche, utilizzando una grande flessibilità didattica”. Sarà altresì più orientato alla ricerca, votato ai cambiamenti in atto nel mondo tecnologico e professionale, guarderà all’internazionalizzazione, darà più spazio all’alternanza scuola-lavoro e avvicinerà l’Italia ad altri Paesi europei. Germania, Svezia, Svizzera e Austria, infatti, già adottano questo modello.
Se l’anno “uno” della sperimentazione 4+2 risponde alle esigenze del tessuto imprenditoriale ed industriale italiano, gli indirizzi che conquistano le preferenze dei quattordicenni però sono altri. Hanno fatto domanda per la nuova filiera tecnologico professionale soltanto 1.699 matricole. Un risultato che il Ministro ha commentato come “importante e non scontato“.
Boom di iscrizioni ai Licei classico e scientifico
I giovani studenti infatti scelgono, per la maggiore, ancora il liceo: questo è quanto emerge dai dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alla chiusura delle iscrizioni sulla piattaforma unica.istruzione.gov.it. per il prossimo anno scolastico. Il 55,63% del totale riguarda, per l’appunto, i licei classico e scientifico.
Da segnalare è, però, anche un trend in crescita che concerne le iscrizioni agli istituti tecnici e professionali: infatti, il 31,66% degli studenti ha optato per i primi (a fronte del 30,9% dello scorso anni), mentre il 12,72% per i secondi (nel 2023 la percentuale era del 12,1). Da una nota ufficiale condivisa del MIM si apprende, inoltre, che, oltre ai 1.699 tra ragazze e ragazzi che hanno optato per la sperimentazione della filiera tecnico professionale “4+2”, gli iscritti al nuovo liceo del “Made in Italy” sono 375.
I numeri del liceo del “Made in Italy”
A ben guardare, i risultati inerenti alla nuova proposta formativa del liceo del “Made in Italy” non sembrano aver soddisfatto le aspettative. Analizzando le informazioni ufficiali diramate dal MIM, 92 sono i licei con tale indirizzo approvati sull’intero territorio nazionale. Per la precisione: 17 in Sicilia, 12 in Lombardia e nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, Piemonte e Veneto, 2 in Molise e 1 in Basilicata, Emilia-Romagna, Sardegna e Umbria. Va altresì aggiunto che mancano all’appello i numeri degli istituti aderenti della Regione Campania, che ha fornito le autorizzazioni a pochi giorni dallo scadere del termine ultimo delle iscrizioni.
Ad ogni buon conto, le percentuali di iscritti, al netto dei fatti, per ogni Regione sono: Piemonte 0,01%; Lombardia 0,04%: Veneto 0,02%; Liguria 0,11%; Emilia Romagna 0,03%; Toscana 0,10%; Umbria 0,04%; Marche 0,10%; Lazio 0,06%; Abruzzo 0,21%; Molise 0,85%; Campania 0,18%; Puglia 0,05%; Calabria 0,22%; Sicilia 0,10% e Sardegna 0,02%. (QUI il documento ufficiale sulle Iscrizioni online Scuole Secondarie di II grado a.s. 2024/2025)
Questi risultati, tuttavia, “sono importanti, considerati i tempi stretti a disposizione delle scuole per avanzare le loro candidature e completare l’iter di autorizzazione”, ha spiegato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Il nuovo liceo – ha poi aggiunto – arricchirà l’offerta della nostra scuola superiore, dando quelle risposte formative che il sistema paese richiede“.
Urso: “Un percorso scolastico innovativo, è un buon inizio”
Resta fiducioso anche il Ministro per le Imprese e per il Made in Italy, Adolfo Urso: “Un buon inizio per il liceo del Made in Italy che potrà ulteriormente migliorare in questo ‘anno pilota’”.
Si tratta di un percorso scolastico innovativo e strettamente orientato al mondo produttivo – ha spiegato ancora – istituito con il ddl Made in Italy approvato dal Parlamento a fine dicembre. Questo nuovo approccio, che integra discipline umanistiche e materie STEM, si propone di valorizzare le eccellenze italiane, promuovendo la crescita sostenibile e il talento italiano, oltre a facilitare l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro creando un ponte tra istruzione e imprese“.
La piattaforma Unica
C’è anche un’altra nota positiva: il dicastero di Viale Trastevere premia la piattaforma Unica. Nella nota ufficiale si legge che le famiglie hanno apprezzato la piattaforma in parte perché fruibile in maniera semplice e in parte perché immediata e gestibile anche da dispositivi mobile. “Il 92% circa degli utenti – recita la nota – ha affermato di ritenere efficiente il funzionamento del servizio offerto, mentre il 93% degli stessi ha gradito la semplicità di utilizzo del servizio”.