Hamas-Israele, questione Mediorientale, guerra. Queste le parole che troneggiano sulle prime pagine dei quotidiani da mesi, dal 7 di ottobre. Se n’è parlato in ogni contesto e circostanza. Dai palazzi delle istituzioni, alle piazze, passando per social, radio e tv, fino ad arrivare anche al palco dell’Ariston. Sul tema, oggi tiene banco la decisione della Camera dei Deputati: con 159 astenuti e 128 voti a fare è passata una mozione, proposta dal PD, in cui il Governo Meloni si impegna “a sostenere ogni iniziativa volta alla liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza, al fine di tutelare l’incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all’interno della Striscia”.
Intesa Meloni-Schlein
Questo passaggio è frutto di una collaborazione. Da quanto si apprende, il Presidente del Consiglio, Meloni, e la Segretaria Dem, Schlein, hanno avuto colloqui telefonici cordiali che hanno portato a tale epilogo. Un segnale di distensione su un tema complesso che ha spaccato maggioranza e opposizione, almeno fino al 13 febbraio, quando alle votazioni per la mozione targata PD si sono registrati solo sì e astensioni. Va chiarito che l’esito positivo è arrivato a seguito di una riformulazione proposta dal viceministro degli esteri Edmondo Cirielli (QUI la trascrizione dell’assemblea).
Una posizione comune
Contestualmente, sono giunte anche le dichiarazioni del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che pur chiarendo “l’amicizia” con Israele ha tenuto a precisare: “Israele sbaglia, sta provocando troppe vittime civili“. Da diverse settimane, in realtà, Tajani evidenzia il “prezzo troppo alto” che la popolazione civile palestinese, “che nulla ha che fare con Hamas”, sta pagando.
“A questo punto, la reazione di Israele è sproporzionata“, ha aggiunto ancora il Vicepremier. Si tratta tra l’altro di una posizione condivisa con gli Stati Uniti “Gli Usa, come noi, chiedono di non provocare tante vittime tra la popolazione palestinese“, per l’appunto.
Il commento del Presidente USA Biden
“Gli Stati Uniti stanno lavorando ad una tregua nei combattimenti tra Israele e Hamas di almeno sei settimane tale da permettere il rilascio degli ostaggi e la costruzione di qualcosa di più duraturo”, ha infatti riferito il Presidente Biden dalla Casa Bianca a seguito dell’incontro con il re Abdullah II di Giordania.
“Gli elementi chiave dell’accordo sono sul tavolo – ha spiegato ancora Biden ai giornalisti presenti a Washington – Rimangono delle lacune, ma ho incoraggiato i leader israeliani a continuare a lavorare per raggiungere l’accordo. Gli Stati Uniti faranno tutto il possibile affinché ciò accada”.
Anche il Vaticano, attraverso la voce del cardinal Parolin, ha espresso il medesimo concetto, ricordando le atrocità di “quanto avvenuto il 7 ottobre”, ma asserendo: “Credo che tutti siamo sdegnati per quanto sta succedendo, per questa carneficina. Non si può continuare così, bisogna trovare altre strade per risolvere il problema di Gaza, il problema della Palestina“.
Le ultime ore del conflitto
Nel frattempo, Biden ha anche esortato Israele a non procedere con l’offensiva su Rafah, non prima almeno di aver evacuato i civili. Anche l’ONU chiede ad Israele di non portare avanti l’azione militare: “Potrebbe portare a un massacro“, ha dichiarato il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Martin Griffiths, “il governo di Israele non può più ignorare questi appelli“.
Cresce così la tensione sul piano internazionale e crescono anche i presidi, in tutto il mondo, per un “cessate il fuoco”. Arriva poi la notizia, da fonti egiziane, che Sinwar, il capo di Hamas, sia morto, o in un raid aereo o intrappolato in un tunnel. Notizie che se confermate aprirebbero nuovi scenari.