Porta la firma del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e quella dei rappresentanti di altri 25 Stati Membri UE (Spagna esclusa), un’importante dichiarazione che riguarda il modello sportivo europeo e valori che lo qualificano. Un passo che mira a preservare “l’efficienza, l’equa competizione, il rispetto delle regole finanziarie e l’equilibrio tra la dimensione economica e la funzione sociale dello sport”.
Una necessità, più che altro, considerando anche l’influenza dei Paesi arabi nelle competizioni sportive internazionali, e lo spettro della Superlega (che non è mai stata citata, ma i riferimenti presenti nella missiva sono chiari).
Il commento del Ministro Abodi e il testo della dichiarazione
“Attraverso tale dichiarazione congiunta – ha spiegato il Ministro Abodi – la quasi totalità degli Stati membri dell’UE si ritrova unita per esprimere la necessità di tutela di un sistema. Si tratta, inoltre, di un’opportunità per raggiungere un ulteriore miglioramento del sistema sportivo, dalle organizzazioni di base ai livelli professionistici”.
Quanto alla dichiarazione, al principio si richiama all’importanza di “proteggere e rafforzare uno sport basato sulla solidarietà e sui valori in linea con la risoluzione del Consiglio sulle caratteristiche chiave di un modello sportivo europeo adottata all’unanimità dai ministri dello sport dell’UE il 30 novembre 2021”.
597 voti a favore, 36 contrari, 55 astenuti: questi i numeri ottenuti in plenaria all’epoca. I deputati chiedevano un impegno importante affinché la cultura sportiva europea si allineasse con i principi UE di solidarietà, sostenibilità, inclusività per tutti.
Pertanto, a distanza di tre anni e successivamente alla decisione della Corte europea sulla Superlega, 26 Stati membri si sono espressi in maniera netta ricordando le intenzioni e le volontà espresse nel 2021.
Nel documento si legge: “Promuoviamo i valori nello sport e nelle organizzazioni sportive, governati nel rispetto dei principi di democrazia, trasparenza, integrità, solidarietà, uguaglianza di genere, apertura, responsabilità, accessibilità, responsabilità sociale e rispetto dei diritti fondamentali e umani”.
Secondo poi, la chiarificazione di un concetto chiave: ovvero, l’importanza di avere un sistema sportivo che tenga conto della struttura piramidale che lo caratterizza, dove siano trasparenti i risultati aperti a promozione e retrocessione, in cui si presti la dovuta attenzione all’identità nazionale e alla costruzione di una dimensione sociale in cui non vengano dimenticate le funzioni educative, culturali e sanitarie dello sport.
“Invitiamo gli organi di governo dello sport – proseguono i rappresentanti dei 26 Stati Membri firmatari – a preservare tali caratteristiche e valori fondamentali e, a questo proposito, a garantire l’equilibrio tra la dimensione economica dello sport e le sue funzioni educative e sociali, nonché il legame e la solidarietà tra il livello di base e quello professionale”.
Non poteva mancare un riferimento deciso al contrasto di “ogni forma di discriminazione […] diffondendo la cultura del rispetto”, guardando anche al recentissimo caso Maignan, che ha riguardato il mondo del calcio.
Aleksander Čeferin: “Il nostro è un modello basato sulla solidarietà, sull’unità e sul merito sportivo”
Lo scorso 8 febbraio, inoltre, in occasione del proprio discorso di apertura al Congresso UEFA 2024, in cui si è celebrato il 70° anniversario dell’organo di governo europeo, il Presidente Čeferin ha evidenziato la necessità di proteggere il modello sportivo che ha mantenuto il calcio europeo ai vertici per decenni.
Sul tema Čeferin è in linea con quanto espresso nella dichiarazione firmata dai 26 Stati Membri. “La forza del calcio europeo – ha condiviso, riferendosi in particolar modo allo sport che lo compete – risiede in un acuto senso di appartenenza, nonché nell’adesione a un modello chiaro, semplice e potente, basato su valori comuni. Dal Portogallo al Kazakistan, da Cipro alle Isole Faroe, dalla Finlandia all’Italia, qui non ci sono giganti o piccoli, non c’è chi ha e chi non ha. Grazie al nostro sistema, la nostra è una democrazia in cui tutti possono sognare: le vittorie si conquistano sul campo, e non fuori dal campo“.
Proseguendo, il numero uno della UEFA ha riferito di quelle caratteristiche che rendono efficace e coerente il modello sportivo europeo. “Sia a livello di club che di nazionali, [il calcio europeo] è stato ai vertici per decenni. E siamo abbastanza umili da attribuire questo indiscutibile successo al nostro modello unico. Un modello basato sulla solidarietà, un modello basato sugli investimenti, sull’unità, sul merito sportivo, su un sistema che prevede promozioni e retrocessioni. I nostri leader devono rendersi conto che dobbiamo proteggere questo modello insieme“.
Inevitabilmente, Čeferin ha accennato alla decisione della Corte europea sulla Superlega specificando che “il calcio non è in vendita, non si possono comprare i valori che fanno del calcio un gioco così potente e glorioso”.
Di rimando, ha fatto riferimento alla coesione che l’Europea deve dimostrare anche in materia sportiva: “La storia della collaborazione europea è rappresentata da alcuni simboli che sono semplicemente intoccabili. E il calcio europeo è uno di questi. Mai prima d’ora, nei tempi moderni, il nostro continente è apparso così fragile, così frammentato, così fratturato. Ma c’è la forza nell’unità, e l’unità è l’unica cosa che può salvarci. Ad ogni livello, fino all’umile campo di calcio“.