Rapporto Legambiente “Ecosistema Scuola”: sostenibilità, strutture e PNRR

Il XVIII Rapporto di Legambiente “Ecosistema scuola”, diffuso alla fine di gennaio 2024, scatta una fotografia dell’attuale condizione degli istituti scolastici italiani, indagando diversi aspetti che vanno dalla riqualificazione delle strutture, passando per la transizione ecologica, fino ad arrivare all’attività extrascolastiche per combattere la povertà educativa e agli investimenti a cui sono destinati i fondi del PNRR. 

Il Rapporto: il divario tra Nord e Sud e il PNRR

Questa particolare edizione, i cui dati sono riferiti al 2022, arriva in un periodo in cui il focus è sull’importanza dell’innovazione dell’edilizia scolastica e, contestualmente, sulle opportunità che l’istruzione può offrire in merito a un fenomeno che caratterizza l’intera Penisola: ovvero quello della povertà educativa

Legambiente, in tal senso, riporta due importanti esempi: il primo riguarda il decreto Caivano che evidenzia la necessità di palestre e scuole aperte oltre l’orario scolastico, al fine di consentire ai giovani e alle famiglie di risolvere quelle problematiche sociali che qualificano determinate comunità (clicca qui per approfondire). Secondo poi si fa riferimento ai fondi del PNRR il cui obiettivo, sul tema, è colmare i divari tra l’Italia e gli altri Paesi europei, in particolar modo su accesso agli asili nido e dispersione scolastica.

Quanto al gap tra Nord e Sud, che riguarda anche la forbice economica, nonché il tema dell’occupazione e della disparità di genere, Legambiente evidenzia “le scuole del Sud, delle Isole e del Centro hanno mediamente necessità di interventi urgenti per una scuola su due, a fronte delle scuole del Nord che ne necessitano solo nel 21,2% dei casi. Così come l’attivazione del tempo pieno, mediamente presente nel 33,2% delle classi del Centro-Nord e nella più modesta media del 20% nel Sud e nelle Isole”. 

Sono 6343 le scuole oggetto dell’indagine, e 1.237.336 gli studenti interessati. Numeri importanti che determinano il peso delle rilevazioni ottenute se si osserva con attenzione la situazione del Centro e del Sud: in Sicilia e Calabria, ad esempio, una scuola su tre necessita di interventi urgenti di manutenzione e negli ultimi 5 anni non sono state costruite nuove scuole.

Entra così in gioco il PNRR. Un’ottima occasione, almeno sulla carta, per riequilibrare le cose. Tuttavia, come riferisce Legambiente, i fondi del PNRR stanno incidendo poco, con più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale di progetto. Dunque, una Ferrari senza benzina. 

PNRR: Le ultime novità

Va però fatta una precisazione: lo scorso 1° febbraio si è tenuto l’incontro di informativa sul decreto che va a ripartire ulteriori fondi relativi alla linea di investimento “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica”. 

Come spiega il dicastero di Viale Trastevere in una nota ufficiale, ammonta a 790 milioni di euro il finanziamento complessivo autorizzato per il nuovo piano di riduzione dei divari territoriali negli apprendimenti e per il contrasto della dispersione scolastica.

La misura, compresa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, coinvolge 7.980 scuole in tutta Italia e promuove percorsi di apprendimento individualizzati e di potenziamento delle competenze di base, attraverso un sistema di tutoraggio mirato e personalizzato

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha così commentato il risultato: ‘Questo nuovo piano – ha chiarito – si colloca nel solco della personalizzazione degli apprendimenti e della valorizzazione dei talenti di ogni studente, affinché tutte le scuole possano accompagnare i ragazzi verso il successo formativo e il completamento del percorso di studi. Si tratta di una misura che per dimensioni e per investimento offrirà un contributo straordinario per ridurre le differenze territoriali negli apprendimenti e il tasso di dispersione scolastica ”. 

Sicurezza

Un’altro tema che merita particolari attenzioni è quello della sicurezza. Come si legge nel Rapporto, gli edifici scolastici posti in zona sismica 1, relativi ai Comuni di Belluno, Benevento, Isernia, Ragusa, Siracusa, e Vibo Valentia, sono 150 ma di questi solo 40 sono stati progettati o sono adeguati alla normativa tecnica di costruzione antisismica. Anche in questo caso, le amministrazioni del Centro (75%) e del Nord (6%) sono quelle che hanno concretizzato maggiori interventi di adeguamento negli ultimi 5 anni. 

Scuola e sostenibilità ambientale ed energetica

La transizione ecologica – ha spiegato Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente – passa anche per l’edilizia scolastica e i relativi servizi, ma oggi questo percorso è fin troppo timido e fatica a decollare come raccontano i dati del nostro Rapporto Ecosistema Scuola. Occorre accelerare il passo per evitare che la scuola rimanga indietro e che aumentino ancor di più le disuguaglianze. Le risorse del PNRR rappresentano un’opportunità importante e preziosa che non deve essere assolutamente sprecata”,  e in effetti la transizione verde fatica a ingranare nel contesto scolastico.  

Il Rapporto stima, ancora in riferimento al PNRR, almeno 6 milioni di euro per ogni singola scuola al fine di ottenere strutture innovative e sostenibili. 

Una prima riflessione riguarda la bioedilizia. Gli edifici scolastici costruiti secondo i criteri della bioedilizia, su scala nazionale, corrispondono solo all’1,3%. Sono altresì poco incoraggianti anche i numeri inerenti al risparmio e all’efficienza energetica. Basti pensare che sui 6.343 istituti considerati solo il 30,7% dispone di una certificazione energetica. Ma ancora più allarmanti sono i dati relativi alle classi energetiche: solo il 5,4% è in Classe A, il 33,2% è fermo in Classe G. In generale, se si considerano le ultime tre classi energetiche, ovvero E, F, e G, si arriva al 73% degli istituti. 

I numeri delle rinnovabili nelle scuole, della mobilità, delle mense e della raccolta differenziata

Solo nel 12,7% degli edifici sono stati effettuati interventi negli ultimi 5 anni, così come si analizzava in apertura. Tuttavia, Legambiente puntualizza anche che la distribuzione degli istituti sul territorio è molto disomogenea. Le amministrazioni comunali mostrano un forte interesse verso l’utilizzo dei tetti scolastici per le installazioni. Resta, però, da osservare che spesso queste iniziative che puntano alle rinnovabili non corrispondono interventi di riqualificazione o efficientamento complessivo dell’edificio.

Un altro aspetto interessante riguarda la mobilità collettiva. Le scuole in cui è presente tale servizio rappresentano solo il 20,8%, se si fa riferimento agli scuolabus, e il 10,2% per le linee scolastiche. Bassissimi e concentrati per lo più al Nord i servizi di pedibus e bicibus. Attività, oltre che utili allo smaltimento del traffico cittadino, salutari e coinvolgenti. 

In merito alle mense scolastiche, il Rapporto rileva che sempre più istituti sono propensi a chiedere che i pasti rispettino criteri ecologici e di stagionalità. 

Molte scuole hanno aumentato il vitto biologico e il 64,6% utilizza acqua del rubinetto. 

Chiudono i dati sulla raccolta differenziata che confermano un importante gap tra Nord e Sud della Penisola. In tal senso, a parte la raccolta della plastica che è in linea con il resto del Paese, nelle varie categorie (vetro, alluminio, organico, pile, toner, cartucce stampante e così via) il materiale differenziato è al 20/30% in meno rispetto al Centro e al Nord. 

Sport e aree verdi

C’è un concetto che lega indissolubilmente la questione sostenibilità e quella relativa alle criticità legate al sistema sociale: lo sport. Come riferisce il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, lo sport deve essere considerato un “antidoto sociale” e questo è il motivo per cui le strutture come palestre e impianti sportivi dovrebbero essere potenziate e rinnovate.

Palestre e impianti, per l’appunto, stando a quanto riferito da Legambiente, risultano essere presenti solo sul 50,4% degli edifici scolastici di competenza dei Comuni capoluogo di provincia. Tra le scuole con impianti, il 66,9% ne presenta di soli indoor, il 7% di soli outdoor, il 26,1% sia indoor che outdoor. Tra le scuole con impianti per lo sport, quelle che restano aperte in orario extrascolastico permettendo l’utilizzo di tali spazi sono il 57,3%: al Nord il 69,5%, al centro il 62,8%, al Sud il 40,8% e nelle Isole il 33%. 

Quanto invece agli spazi verdi da poter dedicare alla pratica sportiva, ancora si nota un importante scarto tra Nord e Sud: al Nord gli edifici con giardini o aree fruibili sono l’81,8% di cui il 62,6% utilizzati per la didattica all’aperto; al Centro rispettivamente l’82,2% e il 55,8%, al Sud il 45% e l’11,6%, e nelle Isole il 38,1% e il 20,4%.

Legambiente e le buone pratiche da seguire

In conclusione, Legambiente sostiene che le scuole abbiano bisogno di un importante restyling e soprattutto rileva quanto sia necessario un cambio di passo in materia di sicurezza e inclusione. L’associazione ambientalista, infine, riporta degli esempi virtuosi da considerare per uno sviluppo lineare e concreto: “dalle scuole di Trento e Bolzano in prima linea sul servizio mense scolastiche a km zero, alla scuola secondaria di primo grado Carducci-Purgotti di Perugia nata dove l’edificio scolastico di via Fonti Coperte era stato dichiarato inagibile a seguito del sisma del 2016 al servizio “Nidi comunali gratuiti per tutti” attivato a Mantova nel 2021 e nel 2022. Sul fronte mobilità collettiva, si distinguono Prato, Torino e Lecce per attività di scuolabus e pedibus”.

E poi ancora “La scuola secondaria “IV Novembre” di Arezzo per progetto di rigenerazione urbana, mentre a Roma prende il via primo laboratorio delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili), riguarda progetti sugli edifici scolastici, che l’amministrazione vuole realizzare uno per Municipio, per sperimentare questi nuovi modelli di condivisione di energia. La prima scuola romana che sarà il fulcro di una comunità energetica con finanziamento pubblico è l’Istituto comprensivo Moscati di via Padre Semeria, nell’VIII Municipio”.

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