La scorsa settimana si è tenuto il vertice Italia-Africa. Una due giorni dedicata a bilaterali e conferenze stampa in cui, tra gli altri, è stato illustrato in maniera più dettagliata il Piano Mattei.
“Questo Vertice – ha riferito il Presidente del Consiglio al Senato – è il primo appuntamento internazionale che l’Italia ospita da quando ha assunto la Presidenza del G7. Ed è frutto di una scelta di politica estera estremamente precisa, che porterà a riservare all’Africa un posto d’onore nell’agenda della nostra Presidenza del Gruppo dei Sette”. Gli incontri avvenuti con i Capi di Stato e di Governo africani, ma non solo, si traducono in un segnale importante di cooperazione e sinergia tra i Paesi. Altresì, la partecipazione attenta delle istituzioni europee, rappresentate da Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel, manifesta l’appoggio e l’attenzione verso la manovra italiana.
Cinque le sessioni di lavoro che hanno avuto luogo a Palazzo Madama, ognuna delle quali legata ai cinque punti che caratterizzano il Piano Mattei per l’Africa.
“l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono”
“Per me è un grande onore accogliervi oggi a Roma, nell’Aula del Senato della Repubblica, e voglio ringraziare il Presidente La Russa, il Consiglio di Presidenza e la Conferenza dei capigruppo per aver accolto la richiesta del Governo, consentendo che questo importante evento si svolgesse qui”, ha dichiarato Meloni durante l’intervento di apertura.
Ha, inoltre, restituito un chiaro disegno degli obiettivi che il Vertice e ciò che ne consegue intende centrare. Dopo aver ringraziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i rappresentanti delle Nazioni Unite, il Premier ha spiegato che l’Italia esige realizzare un ponte simbolico “perché è la naturale vocazione dell’Italia: un ponte tra l’Africa e l’Europa. Un ponte che noi italiani abbiamo il vantaggio di poter costruire non partendo da zero, ma dalle solide fondamenta che, molto tempo fa, un grande italiano come Enrico Mattei, fondatore di ENI, ha avuto la lungimiranza di saper immaginare”.
A proposito di Mattei, Meloni lo ha citato per introdurre un tema importante quale quello delle opportunità: “Mattei amava dire che ‘l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono’. Dove altri vedevano difficoltà, Mattei vedeva un’opportunità. E ci ha insegnato che era possibile coniugare l’esigenza italiana di rendere sostenibile la sua crescita con quella delle Nazioni partner di conoscere una stagione di libertà, di sviluppo, di progresso”.
I dati sull’Africa
Il Presidente è partita dai dati sull’Africa, che “non è affatto un Continente povero perché detiene il 30% delle risorse minerarie del mondo; detiene il 60% delle terre coltivabili. Il 60% della sua popolazione ha un’età inferiore ai 25 anni, è il continente più giovane del mondo, e questo lo rende anche una terra dalle enormi potenzialità di capitale umano”.
“Il nostro futuro dipende inevitabilmente anche dal futuro del Continente africano”, questo l’assunto su cui fonda il lavoro che il Governo italiano vuole attuare: un programma di interventi che ha il compito di supportare la crescita del Continente africano. Cinque le priorità del Piano Mattei: istruzione e formazione; salute; agricoltura; acqua ed energia. “Abbiamo individuato, per iniziare, alcune Nazioni africane, suddivise nel quadrante subsahariano e in quello nordafricano, con l’obiettivo di estendere progressivamente questa iniziativa seguendo una logica incrementale”.
Una “piattaforma programmatica” che verrà sviluppata in sinergia con i Paesi africani, sia nella prime fasi quelle dedicate alla progettazione e alla definizione, sia nell’attuazione.
Gli obiettivi del Piano Mattei
In merito al primo pilastro, Meloni ha spiegato che sarà importante lavorare su istruzione e formazione per consentire qualsiasi tipo di investimento. “Per costruire ponti, ferrovie, impianti fotovoltaici, strade, scuole, ospedali, occorrono competenze e occorre la formazione ai fini di quella competenza”. Inoltre, ha riferito che il Governo intende rafforzare i legami tra il sistema scolastico nostrano e quello delle Nazioni africane.
Quanto al tema salute, la prima Nazione protagonista di questo particolare aspetto è la Costa d’Avorio dove si vuole “migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari, con un’attenzione particolare ai più piccoli, alle loro mamme e alle persone più fragili”.
Il Premier è poi passata al settore dell’agricoltura, per il quale la linea di intervento che sarà adottata è netta: “se è vero che l’Africa detiene il 60% delle terre coltivabili, e che quelle terre sono spesso purtroppo inutilizzate, noi dobbiamo fare in modo che la tecnologia contribuisca a renderle coltivabili perché possano dare frutti”.
Consentire una crescita, dunque, si traduce anche nell’introduzione di mezzi e nuove tecnologie in grado dare nuova vita a campi allo stato attuale inutilizzabili. “La sfida che vogliamo centrare”, altresì, “non è solo garantire cibo per tutti, ma garantire cibo di qualità per tutti”.
Algeria, Mozambico ed Egitto
Meloni ha quindi presentato le diverse strade già definite, come: un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura in Algeria, la costruzione di un centro agroalimentare in Mozambico e in Egitto “prevediamo di sostenere, in un’area a 200 km da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais e girasole con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione”.
Infine, l’ultimo pilastro “ovvero quello dedicato al nesso clima-energia e alle infrastrutture collegate”. In tal senso, il Presidente ha spiegato che l’Italia possiede tutti i requisiti per diventare un “hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa”.
Pertanto, lo scopo è supportare le nazioni africane interessate e produrre un quantitativo di energia che sia sufficiente per le proprie esigenze, ma che possa anche essere esportato in Europa.
Immigrazione
Meloni ha poi dedicato un messaggio all’immigrazione illegale di massa, riferendo che l’idea di fondo è da una parte dichiarare “guerra agli schiavisti del Terzo millennio” e dall’altra lavorare “per offrire ai popoli africani un’alternativa fatta di opportunità, lavoro, formazione e percorsi di migrazione legale”.
Dunque, il Piano Mattei, che può contare su una dotazione iniziale di 5,5 miliardi di euro (tra crediti, operazioni a dono e garanzie), include anche interventi di ampia portata sul tema dell’immigrazione.
Le conclusioni dei lavori
Al termine dei lavori, Meloni ha ringraziato per la concretezza dimostrata durante il vertice. “Io ho apprezzato molto la concretezza degli interventi, le tante proposte anche articolate che sono emerse in termini di collaborazione sia nella sessione plenaria sia nelle sessioni di approfondimento sui diversi temi”.
“Già nelle prossime settimane avvieremo missioni operative nelle diverse Nazioni che sono coinvolte nella prima fase attuativa del Piano”, ha spiegato il Premier, rimarcando la volontà di agire quanto prima per attuare le misure. Inoltre, ha chiarito che l’Italia si impegnerà a coinvolgere sempre più attori internazionali nel progetto al fine di collaborare e creare una rete globale.
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