Dallo scorso 18 dicembre è possibile fare domanda per l’Assegno di inclusione (ADI), ovvero un sostegno economico di inclusione sociale e professionale condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Oltre 80mila le domande pervenute già all’INPS dalla scorsa settimana. Lo strumento che, in breve, va a sostituire il Reddito di Cittadinanza si rivolge in particolar modo ai nuclei familiari “che hanno più difficoltà a entrare in un percorso lavorativo”, così come ha spiegato il Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, a RaiNews24 durante un’intervista.
ADI, Bellucci: “Un ritorno alla propria autodeterminazione”
La misura era stata annunciata lo scorso anno, ed è stata effettivamente introdotta dal “Decreto Lavoro 2023” (D.L. 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni in Legge 3 luglio 2023, n. 85). Il 18 dicembre, poi, tramite il portale dedicato dell’INPS, le famiglie aventi diritto hanno inviato le prime domande. L’on. Bellucci ha commentato la novità durante un’intervista rilasciata a RaiNews24 e in prima battuta ha spiegato: “Il Governo si è assunto la responsabilità di voltare pagina e quindi di abbandonare uno strumento (in riferimento al RDC, ndr) che umiliava invece la possibilità delle persone di ritornare ad una vita fatta di inclusione sociale lavorativa. L’ADI è questo per noi, uno strumento attraverso il quale poter accompagnare le persone, un ritorno alla propria autodeterminazione a poter costruire la propria esistenza e anche quella della propria famiglia”.
Il Viceministro ha poi espresso soddisfazione in merito ai numeri fino ad ora registrati, illustrando anche le proiezioni per il prossimo futuro. “Abbiamo aperto la possibilità di fare richiesta dal 18 dicembre – ha chiarito – e già i primi indicatori sono assolutamente positivi, perché hanno fatto richiesta oltre 80.000 persone e l’obiettivo è quello di arrivare per la fine di gennaio 2024 a raggiungere la platea potenziale che secondo le Stime di INPS si attesta su 737.000 nuclei familiari”.
I destinatari
Altresì, ha inteso semplificare la formula adottata per la misura e indicare i potenziali beneficiari: “per fare chiarezza l’assegno di inclusione viene destinato a quelle famiglie a quei nuclei che hanno più difficoltà a entrare in un percorso lavorativo […] ci sarà la possibilità di ricevere questo aiuto anche per tutte quelle famiglie che hanno minori, che hanno persone disabili, che hanno al loro interno persone over 60 e che hanno anche persone che sono in carico presso i servizi socio sanitari”.
Senza dimenticare che l’ADI offrirà sostegno anche “alle donne vittime di violenza e anche alle persone con disturbi psichici”. Un’altra categoria riguarda invece i neomaggiorenni che non possono fare riferimento ai propri genitori. Inoltre, anche chi paga un canone di locazione sono previsti dei trasferimenti economici.
“In più – ha concluso Bellucci – ci saranno dei servizi territoriali e quindi servizi sociali unitamente agli Enti del Terzo Settore, cioè le associazioni di volontariato gli organizzazioni di promozione sociale che sono a contatto con le persone più in stato di fragilità e che sono stati quindi in grado in questi anni di portare conforto vedendo meno presente il Governo e lo Stato a poter supportare la loro reazione e che invece oggi gli riconosce quel protagonismo”.
Come funziona l’ADI
Come spiega l’INPS, l’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro.
La misura si compone di due parti: un’integrazione del reddito familiare fino a una soglia (quota A) e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato (quota B).
Va altresì chiarito che il beneficio economico decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione ed è erogato, mensilmente, sulla carta di pagamento elettronica (Carta di inclusione o Carta ADI) per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi.
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