Nella mattinata di mercoledì 29 novembre, presso il Parlamento Europeo, in sala SPAAK 6B1, il Convegno dal titolo “Ex Aequo: Il diritto allo sport come fattore di crescita sociale”, organizzato dal copresidente del gruppo ECR, Nicola Procaccini. Un parterre prestigioso quello costituito dai relatori che, da remoto o in presenza, ha offerto importanti contributi su come lo sport debba essere ritenuto un fattore fondamentale per la crescita sociale. Non solo suggestiva, ma anche emblematica la location decretata a ospitare l’incontro: il Parlamento Europeo svolge un ruolo preponderante in materia di sviluppo, coesione e integrazione.
I relatori del Convegno
L’incontro ha avuto inizio a partire dalle ore 10.00. A introdurre e moderare la kermesse la voce di Marco Lollobrigida, giornalista e Vicedirettore di Raisport. Sono intervenuti, quindi, i vertici delle istituzioni sportive e politiche italiane ed europee, come: il vicepresidente della Commissione europea e Commissario per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, il Presidente Sport e Salute, Marco Mezzaroma. E ancora: il presidente ASI e Sottosegretario di Stato all’Ambiente, Claudio Barbaro, l’assessore allo sport della Regione Lazio, Elena Palazzo, il presidente di OPES, Juri Morico, il President and Managing Director Special Olympics Europe Eurasia, David Evangelista.
In chiusura, i saluti della padrona di casa, il Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.
Gli interventi
Durante il Convegno sono stati diversi i temi presi in esame e approfonditi; dall’integrazione, alle infrastrutture dedicate allo sport (una parentesi importante ha riguardato la riqualificazione di Caivano), arrivando poi allo sport di base e ai cambiamenti che la società e gli attori protagonisti del comparto dovranno affrontare in materia di transizione ecologica e attenzione all’ambiente.
Ma uno dei punti sui cui la maggior parte degli intervenuti ha voluto soffermarsi ha riguardato le modifiche apportate all’art.33 della Costituzione italiana. Tema da cui è partito Marco Lollobrigida nell’introdurre i lavori: “Lo sport è entrato a far parte in maniera fondante come nella Carta, nelle vite degli italiani. Un’innovazione che però in Europa esiste già da tempo; ci sono Paesi come il Portogallo per il quale è un diritto fondamentale, Paesi che dicono che sia una attività fondante come la Grecia“.
Il giornalista ha poi passato la parola al primo promotore del Convegno, l’on. Nicola Procaccini. “Benvenuti al Parlamento Europeo. Il fatto che venga ospitato qui un convegno sul diritto allo sport è significativo anche del valore che le istituzioni europee attribuiscono allo sport. Lo sport inteso come diritto umano“.
Poi ha proseguito: “le ragioni di questa iniziativa sono voler significare per l’appunto il valore che è giusto attribuire alla pratica sportiva e come la pratica sportiva deve essere accessibile ovunque, dovunque e per chiunque a prescindere da qualunque tipo di condizione, sia in termini territoriali, sia in termini fisici, culturali e quant’altro“.
Procaccini ha poi ricordato l’importanza dell’agire. Cosa che riguarda fermamente anche il tema delle infrastrutture. “L’attuazione – ha spiegato – passa attraverso naturalmente le infrastrutture che devono essere messe a disposizione di tutti, e devono essere di qualità e in sicurezza“.
Il messaggio di Margaritis Schinas
Il vicepresidente della Commissione europea e Commissario per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, che ha lasciato il proprio contributo tramite videomessaggio, è partito dall’inserimento dello sport nella Costituzione italiana, ritenendolo un passaggio fondamentale. “Ogni cittadino – ha proseguito – ha diritto allo sport. Non importa la condizione economica, il sesso, l’etnia o la religione. Quando partecipiamo, così come quando presiediamo, ci complimentiamo con chi è in campo. Siamo parte di una comunità. Incarniamo i valori e i principi del merito e della solidarietà. Questo è il potere unico e il valore aggiunto del Modello sportivo europeo che collega l’élite professionale con lo sport di base“.
Poi un’importante riflessione sulle Federazioni che “hanno un ruolo centrale nell’organizzazione delle attività sportive e hanno l’autonomia di agire. In questo modo, però, le Federazioni devono rimanere radicate nelle comunità. Negli ultimi anni abbiamo assistito alle pressioni a cui è stato sottoposto il nostro modello europeo: lo sport d’élite sta subendo un processo di eccessiva commercializzazione e globalizzazione. Allo stesso tempo, lo sport europeo sta ricevendo investimenti da diverse parti del mondo. Nonostante tutti questi sviluppi, sono cambiate alcune nature, alcuni aspetti del fenomeno sportivo. Una cosa è certa: lo sport in Europa è e deve rimanere un bene di tutta la società. Quello che stiamo celebrando oggi è proprio questo“.
Giovanni Malagò: “Viva lo sport!”
Sul tema delle Federazioni e delle evoluzioni del comparto gli ha poi fatto eco Giovanni Malagò, intervenuto da remoto. Dopo aver salutato i presenti e aver ringraziato l’organizzazione per l’impegno profuso al fine di rendere possibile questa iniziativa, il numero uno del CONI è entrato in medias res: “Vado molto alla sintesi: il Comitato Olimpico per storia, Statuto, per Mission, per dicitura per riconoscimento è la confederazione delle Federazioni; ad oggi sono 48 se ne è aggiunta qualcuna ultimamente perché ci sono state le variazioni come penso sappiate tutti nell’ambito del programma Olimpico e ma al tempo stesso sono equiparate statutariamente le discipline sportive associate che quindi a tutti gli effetti la comunità a Bruxelles le riconosce come tale.
Lo dico perché noi supervisioniamo, controlliamo, regolamentiamo a livello sportivo in questo momento riconosciute 382 discipline sportive diverse. Fate la debita proporzione con gli organismi sportivi è chiaro che all’interno sono conglobati più sport all’interno dello stesso organismo”.
Non poteva mancare da parte del Presidente del CONI una veloce, ma attenta, digressione sullo sport in Costituzione inerente a come questo step sia utile al benessere psicofisico della persona. “Sdoganiamo così anche nel nostro Paese quello che è un concetto che in altre Nazioni d’Europa già da decenni viene portato avanti. Adesso la grande sfida dell’Europa, e in particolare del nostro Paese è rendere concreto questa bellissima novità che c’è nell’ambito della nostra Carta statutaria“.
“Viva lo sport, viva l’Italia“, ha concluso Malagò.
La missione di Sport e Salute
Incalzato da Marco Lollobrigida, Mezzaroma, Presidente di Sport e Salute, ha chiarito il compito di Sport e Salute e ha evidenziato come la commercializzazione del settore non rappresenti un elemento prettamente di sua perizia.
“La nostra missione principale – ha spiegato – è quella di promuovere ed occuparsi soprattutto dello Sport di base. Dobbiamo portare più persone a fare sport. Lavoriamo sull’impiantistica sportiva, in Italia è la madre delle questioni. Dobbiamo far sì che tutti possano fare movimento e scegliere le discipline sportive. Il rischio di commercializzazione relativo allo sport non è un tema che riguarda noi di Sport e Salute. Si tratta di un rischio che può essere inerente allo sport di alto livello e ai grandi eventi sportivi”.
In merito invece agli investimenti, Mezzaroma ha riportato l’esempio virtuoso del lavoro svolto a Caivano. “Nei prossimi giorni e il punto d’onore che abbiamo preso nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio è di quello di consegnare entro fine primavera un impianto completamente fruibile. Posso dire anche che nei prossimi giorni ci sarà l’inaugurazione di un altro segnale che lo Stato è presente, cioè un di un Playground che è sempre lì al Parco Verde“
Sulle Olimpiadi, invece: “Il settore è di competenza del CONI, un evento di rilevanza planetaria e come tutti i grandi eventi il nostro punto di vista è che abbiano un effetto traino, possono spingere sempre più persone a praticare sport che è poi la ragione istitutiva di Sport e Salute“.
Sport e inclusione: l’intervento di Luca Pancalli
Luca Pancalli, Presidente del CIP, ha tenuto a ricordare che l’attività sportiva debba essere di facile accesso, per tutti. “Lo sport – ha chiarito – deve essere accessibile a tutte le persone, qualunque sia la loro condizione non soltanto di religione, di cittadinanza o quant’altro, ma anche di carattere fisico e intellettivo, cognitivo, sensoriale“.
Ha poi aperto una parentesi sullo sport in Costituzione, facendo leva sul termine cultura e su ciò che rappresenta. “Nel momento in cui si approccia un tema così importante come quello dello ‘sport un diritto di tutti’ dobbiamo presupporre innanzitutto che quel diritto che oggi è stato sancito nella carta Costituzione comunque è sempre esistito; il tema è renderlo esigibile, fare in modo che sia effettivamente un diritto al quale e per il quale la nostra società, il nostro sistema sia in grado di dare delle risposte. […] Secondo me si è omesso il valore culturale dello sport. Ammesso che per cultura si intenda quello che credo debba essere inteso: ogni attività che aiuta lo sviluppo della persona umana, non dal punto di vista intellettuale ma anche dal punto di vista civile morale ed etico. Lo dico perché i Paesi non crescono solo in PIL, ma crescono anche quando cresce l’approccio culturale anche nelle azioni di Governo, di sistema e di ciascuno di noi stessi”.
Sul tema delle infrastrutture e dell’accessibilità: “Partire da coloro che hanno maggiori problemi, significa riuscire a costruire un sistema di politica sportiva che va bene per tutti. Quando si fa l’esempio delle Infrastrutture accessibili: se un’infrastruttura non ha le scale ma degli scivoli non significa che rendo problematica la via a chi cammina come voi per rispettare un diritto come quello del sottoscritto che sta sulla sedia a rotelle, significa rendere accessibile la struttura, più comoda a tutti“.
Elena Palazzo: “Il nostro impegno nella Regione Lazio”
L’assessore Elena Palazzo ha invece riferito della centralità dello sport: “Non è un caso che il Presidente Rocca decida di rimettere al centro dell’attività politico-amministrativa della Regione l’assessorato dello Sport perché in Regione l’assessorato allo sport mancava da anni e questo ci fa capire immediatamente anche quale sia l’approccio che abbiamo ereditato. Io mi sono ritrovata a gestire una Regione che non aveva una visione sullo sport, ma che si limitava a finanziare i grandi eventi perché tutti sappiamo che i grandi eventi sportivi hanno anche una ricaduta importantissima sul territorio”.
Tuttavia: “lo sport non può viaggiare soltanto ed esclusivamente attraverso la gestione e l’organizzazione dei grandi eventi; lo sport deve essere garantito a tutti. Abbiamo fatto una grande conquista: questa dell’articolo 33 della Costituzione. Noi siamo tutti consapevoli che il lavoro è ancora enorme da affrontare, perché ad oggi, nel 2023, in Italia, nella regione Lazio lo sport non è garantito a tutti.
Le problematiche che ci troviamo ad affrontare tutti i giorni sono davvero davvero importanti. Stiamo facendo un importante lavoro di pianificazione; abbiamo famiglie che non sono ancora in grado di poter consentire ai propri figli di pagare la retta per poterli per praticare sport e questa è una cosa gravissima inaccettabile“.
Dunque, c’è grande impegno da parte della Regione, in collaborazione con gli altri enti del settore, per garantire davvero la possibilità ad ogni cittadino di dedicarsi alla pratica sportiva.
Claudio Barbaro: “Un’importante occasione per parlare di sport e diritti”
“Noi oggi – ha riferito Claudio Barbaro quando ha preso la parola – abbiamo l’occasione per cercare di dare un ulteriore contributo verso l’affermazione di questo importante concetto del Diritto allo sport in Italia.
Diritto allo sport significa diritto a muoversi, sudare, a migliorare la qualità della propria vita ed è anche diritto a partecipare a competere: sono due aspetti importantissimi della stessa medaglia.
Dal dopoguerra in poi si è vissuto il mondo dello Sport soltanto attraverso la partecipazione e qui nasce lo spostamento del focus all’attività competitiva organizzata dalle Federazioni. Dunque è necessario un coinvolgimento di tutte quante le istituzioni sia sportive che pubbliche per andare a cambiare il paradigma della concezione dello sport del nostro Paese e dobbiamo stare attenti peraltro al rapporto con l’Europa da cui nascono questi concetti che sono stati sviluppati nel corso degli anni, perché poi spesso e volentieri le novità o comunque le decisioni assunte a livello europeo riguardano anche l’Italia“.
Il Ministro Andrea Abodi: “Dobbiamo guardare alla centralità dello sport”
Anche il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, è intervenuto da remoto. La sua relazione ha sì puntualizzato l’importanza dello Sport in Costituzione, ma ha anche desiderato chiarire che “abbiamo bisogno di una continuità e di obiettivi comuni, di garantire lo sport a tutti: investimenti sulle infrastrutture e socialità diffusa. Punto di partenza rimane la scuola per me; un punto a cui siamo arrivati con consapevolezza.
Dobbiamo guardare la centralità dello sport nel miglioramento della qualità della vita delle persone. Ciò che dice esattamente la costituzione adesso”.
David Evangelista: “Le Olimpiadi invernali in Italia, un atto necessario”
Durante il proprio intervento David Evangelista ha, come i colleghi di tavolo, espresso gratitudine per l’occasione e ha condiviso quanto intenso sia il lavoro svolto dallo Special Olympics Europe Eurasia, di cui è Presidente.
“A nome di tutti nel movimento delle Olimpiadi siamo qui a celebrare qualcosa che è davvero degno di merito. Ci congratuliamo con l’Italia per avere integrato lo sport dando questo senso così profondo nella propria politica e siamo lieti di vedere che i nostri atleti dalla Val d’Aosta alla Liguria, da Caserta a Palermo e Foggia e da tanti altri posti che possono dare loro stessi un contributo. Siamo lieti di portare i giochi invernali del 2025 nelle montagne del Piemonte e vogliamo galvanizzare tutto il Paese dimostrando di dare accesso a tutti allo sport. Questa è una grande tradizione tra l’Unione europea e queste Olimpiadi così speciali e il nostro supporto ha portato l’accesso alle persone più margine a Dublino, Varsavia ad Atene ad Anversa e recentemente a Berlino. Questa traiettoria quindi logicamente ci doveva portare in Italia“.
Poi ha chiosato: “Lo sport è una classe di vita dove si impara. Come abbiamo sentito dire da molti oratori, lo sport ci porta salute e protezione sociale, ci dimostra anche come essere più disciplinati e la lezione di vincere e perdere il lavoro di gruppo di squadra“.
Juri Morico: “Da soli non si va da nessuna parte”
Il Presidente di OPES, Juri Morico, ha non solo voluto ringraziare l’intero parterre, ripercorrendo le parole e i concetti approfonditi durante l’evento, dunque dallo sport di base, passando per l’accessibilità, l’inclusione, fino ad arrivare alle infrastrutture e all’aspetto economico del comparto; ma ha anche tenuto a precisare come la collaborazione e la cooperazione siano elementi fondamenti per la crescita del comparto. “Da soli non si va da nessuna parte, le difficoltà come quelle del Covid, si possono superare solo mettendo in comune risorse ed obiettivi, quindi facendolo insieme“.
Sullo sport in Costituzione ha aggiunto: “Noi oggi siamo qui a festeggiare un punto di partenza in cui finalmente ci siamo allineati. E da qui lo spunto per il titolo Ex Aequo: Italia ed Europa che hanno in comune origini, destino e valori. Come sottolineava il Presidente Malagò, l’azione di Governo italiana che deve essere fortemente integrata con quello che avviene in Europa“.
Un tema che poi si lega alla parola cultura a cui Luca Pancalli ha affidato la riflessione più di impatto. “La cultura ci offre la possibilità di dialogo, ma soprattutto la cultura non è mai di una persona: la cultura è di un popolo, è condivisa ed è della gente e alla portata di tutti. Quindi senza dubbio è una delle cose più democratiche che possa esistere“.
I saluti della Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola
“Quello del diritto allo sport è un tema che appartiene a tutti noi. C’è bisogno di più donne – ha sottolineato la Presidente del Parlamento Europeo, il cui intervento ha decretato la chiusura dei lavori – noi tendiamo a privilegiare la condizione ludica dello sport che ci porta a trascurare aspetti di questo settore che sono fondamentali, quali quello sociale e culturale. Valori che costituiscono l’essenza stessa del concetto stesso di sport. Lo sport è un ponte tra culture e generazioni. Anche perché la pratica sportiva insegna il rispetto per l’altro e affina la volontà e la disciplina. Educa, inoltre, alla cura fisica e mentale di se stessi e rafforza il senso di appartenenza e condivisione, valori su cui la classe politica ha il dovere di investire per una società più sana e virtuosa. Bisogna garantire il diritto universale allo sport“.
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