Calcio, il Ministro Abodi: “presto una riforma”

Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ne aveva già parlato lo scorso 13 ottobre, durante l’evento Tennis&Friends tenutosi al Foro Italico: il caso calcio scommesse ha evidenziato, ancor di più, la necessità di “una Carta dei Doveri, perché evidentemente quello che recitano i contratti e i codici etici non bastano”.  

Il titolare del dicastero è tornato sul tema mentre ospite della trasmissione Rai Italia “Casa Italia”. “La politica – ha dichiarato Abodi – deve cercare di essere propositiva ma non invasiva, di occuparsi di sport ma di non occupare lo sport. Lo sport ha un tempo per dimostrare di essere in grado di autoriformarsi, dopodiché arriverà il tempo delle scelte che farà la politica. E il tempo è breve, siamo ancora nelle condizioni in cui eravamo tredici anni fa. Dobbiamo fare tesoro delle esperienze negative ma non dimenticarci anche degli aspetti positivi“.

La Carta dei Doveri

Inoltre, ha definito alto tradimento le scommesse effettuate dai giocatori coinvolti nel caso (ve ne abbiamo parlato anche qui): “Le scommesse dei calciatori rappresentano un vero e proprio ‘alto tradimento’. Per questo, sto elaborando con altri colleghi la ‘Carta dei Doveri’, un documento da integrare e allegare ai contratti per esplicitare i doveri, letto e sottoscritto da tutti i tesserati di fronte al quale non potranno dire non lo sapevamo, non c’eravamo accorti”. 

Tale documento dovrà quindi rendere il più chiaro possibile che non saranno accettati né giustificati: utilizzo di droghe, scommesse sul calcio, l’utilizzo di piattaforme audiovisive illegali e pagamenti in nero. Questo perché si renda la giusta dignità allo sport e a ciò che rappresenta, perché gli attori principali si rendano protagonisti di approcci e atteggiamenti che possano ispirare in maniera positiva i giovani, degli esempi da seguire, insomma. 

Anche perché per il Ministro l’attività sportiva, ad ogni livello, deve rappresentare un “antidoto sociale”, soprattutto nell’anno in cui lo sport è entrato, a tutti gli effetti, a far parte della Costituzione (clicca qui per approfondire). 

Abodi: “Il Calcio italiano deve ammodernarsi”

Altresì, durante la tavola rotonda ‘Le nuove prospettive sulla riforma dello sport’, organizzato dallo studio legale Advant Nctm a Roma, Abodi ha anche chiarito di come il calcio italiano debba adeguarsi agli altri Paesi, anche in termini di gestione delle strutture,mettendo in condizione il privato di fare anche gli stadi. A suo tempo parlai di un commissario, non come proposta definitiva, ma che ancora oggi tengo in considerazione“. 

Le infrastrutture rappresentano la casa dello sport, degli appassionati e averne cura, renderle efficienti e accoglienti, passa anche dalla possibilità di abilitare i privati a intervenire con i proprio mezzi.

E proprio in merito alle opportunità future, dunque Euro 2032, ha chiosato: “Sarà cogestito con un altro Paese e intanto entro il 2026 dobbiamo individuare gli impianti italiani che lo ospiteranno. Ma dobbiamo anche capire che tutti gli stadi professionistici devono poter tendere alla Serie A senza disturbare la qualità del suo prodotto“.

Milano-Cortina: il no del CIO per la pista bob di Cesana

A proposito di valori e di passi importanti da compiere, Abodi è intervenuto anche sul tema Milano-Cortina. In trasmissione, ha riferito che si sta lavorando “sul dossier Cesana Torinese, dopo la decisione assunta di non poter investire altri 60 milioni sulla pista di Cortina. Per Cesana – dove si sono svolte le gare dei Giochi del 2006, ndr – ci sono due opzioni: rifare la pista, ammodernandola, oppure rifunzionalizzare la pista esistente. In questo caso ci vogliono meno soldi e meno tempo”. Il riferimento è alla questione pista di bob, slittino e skeleton per le Olimpiadi invernali 2026. 

Il CIO si è espresso negativamente sull’utilizzo della pista piemontese, in quanto: “non si dovrebbe costruire alcuna sede permanente senza un piano di legacy chiaro e fattibile […] devono essere prese in considerazione solo le piste esistenti e già operative”.

Allo stato attuale, dunque, sembra che il no sia definitivo, e che la pista sarà localizzata fuori dai confini. Resta comunque l’impegno di non abbandonare l’impianto nostrano, pianificando degli interventi.

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