Lo scorso 27 settembre il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato di aver rinnovato l’accordo con l’organizzazione Rondine Cittadella della Pace. Il sodalizio consente, da tempo, una sperimentazione che rimette al centro la relazione educativa docente-discente e forma gli studenti alla trasformazione creativa dei conflitti. Si promuove, in questo modo, una scuola inclusiva che apre alla cultura della pace e del dialogo.
Valditara: “Il metodo Rondine è utile ed efficace”
Sul rinnovo dell’intesa è intervenuto il Ministro Valditara, che, al netto dei risultati finora raggiunti, ha espresso grande soddisfazione e ottimismo per il futuro dei giovani che potranno confrontarsi con il metodo. Ha, inoltre, individuato i punti in comune tra il progetto che il Ministero dell’Istruzione e del Merito propone e quelli promossi da Rondine.
“Nel corso degli anni – ha spiegato quindi Valditara – il Metodo Rondine si è rivelato utile ed efficace nella costruzione di un dialogo costruttivo tra docente e studente, per la serenità dell’ambiente scolastico, nel contrasto al bullismo e nella creazione di un ambiente accogliente che favorisca l’apprendimento. Per questo sono felice di rinnovare l’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e Rondine: i metodi educativi e l’approccio didattico proposti si inseriscono pienamente nel progetto cui ho iniziato a lavorare sin dal primo giorno del mio incarico di Ministro: valorizzare il merito nella scuola italiana, creando le condizioni perché tutti i ragazzi possano far sbocciare i loro talenti individuali sulla base delle proprie qualità”.
La firma è avvenuta alla presenza di due studenti di Rondine, Alberto Belli Paci, figlio, della Senatrice Liliana Segre, e di Franco Vaccari, Presidente di Rondine Cittadella della Pace, il quale ha ricordato che “La firma del Protocollo tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e Rondine Cittadella della Pace è un passo avanti nella sperimentazione e attuazione del Metodo Rondine, un metodo certificato e validato ogni anno, nelle scuole italiane, lì dove è necessario favorire habitat relazionali per generare un clima capace di disincentivare la dispersione e l’abbandono, individuando nella scuola il luogo prediletto alla costruzione di relazioni di fiducia che portino lo studente a un personale percorso di crescita”.
L’accordo, in sostanza, non solo si propone di promuovere quei valori che fanno della scuola una colonna portante della società – inclusione, convivenza pacifica, cittadinanza attiva e digitale -, ma intende anche lavorare affinché il fenomeno della dispersione scolastica venga arginato e perché agevoli la lotta al bullismo e alla violenza nelle scuole. In più, tra i vari e nobili obiettivi, c’è la promozione dello sviluppo rispettoso dell’ambiente.
Il metodo
Ma in cosa consiste il metodo Rondine? Si tratta si un protocollo generato dall’esperienza ultraventennale di Rondine Cittadella della Pace, che ogni anno forma giovani provenienti da Paesi in guerra o in situazioni post-belliche che accettano di convivere col “nemico” per superare le ragioni dell’odio e tornare nei propri Paesi come leader di pace. Sono oltre 300 i giovani internazionali che si sono formati al Metodo Rondine applicato poi dal 2016 per la prima volta al percorso formativo degli adolescenti italiani, attraverso il progetto «Quarto Anno Rondine (QAR)», riconosciuto dal Ministero come percorso di sperimentazione per l’innovazione metodologico-didattica (DM 500/2015).
La Sezione Rondine, avviata nel 2021 grazie alla collaborazione con le scuole della Provincia di Arezzo e dell’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale, rappresentati alla firma del Protocollo dal dirigente Roberto Curtolo, oggi vede già 37 classi in 25 scuole in 15 regioni e oltre 500 docenti formati al Metodo Rondine in tutta Italia.
Il Percorso Ulisse
Un plus è rappresentato dal percorso didattico denominato “Percorso Ulisse” che va integrare l’apprendimento delle nozioni cognitive (cognitive skills) con le abilità trasversali (soft skills) e quelle che aiutano ad affrontare la quotidianità (life skills). L’attività, infatti, in buona parte è certificata come alternanza scuola/lavoro proprio perché gli studenti, durante le 300 ore che compongono il percorso, hanno modo di formarsi a tutto tondo. “Grazie a esperienze di formazione e stage – si legge sul sito web ufficiale dell’organizzazione – ogni studente valorizza i propri talenti, così da essere capace di cogliere opportunità lavorative e di sviluppare competenze di impegno sociale e civile”.