“Tra i nostri obiettivi c’è far tornare il sorriso sul volto di chi lo ha perso“, lo dice con decisione (e con il sorriso, ovviamente) Alessandro Ossola, sportivo, atleta delle fiamme azzurre e Presidente e cofondatore di Bionic People (insieme a Riccardo Cotilli, Vicepresidente, e Chiara Bordi, Coordinatrice), un’associazione piemontese che si muove sul tutto il territorio nazionale, ma anche all’estero. Si tratta una realtà recentissima, nata nel 2019, che in poco tempo, e con una pandemia di mezzo, ha costruito tanto.
Quella di Bionic People è una narrazione semplice: la disabilità deve rappresentare un valore e non un limite. Lo specifica Ossola, intervistato da noi di risorse.news in occasione della prima giornata dell’Associazionismo che avrà luogo il prossimo 28 settembre.
Ci racconta, inoltre, che grazie all’impegno e al sorriso messi in campo quotidianamente i risultati raggiunti sono importanti. “Andiamo nelle scuole, nelle università e nelle aziende con percorsi di sensibilizzazione”, spiega ancora. E, in effetti, i testimonial che hanno abbracciato il progetto sono già 40 e di grande spessore; le Regioni coinvolte ammontano a 16, 30 le aziende e oltre 30mila gli studenti che hanno potuto confrontarsi con il lavoro svolto da Bionic People.
Non è mancato e non manca il supporto delle Istituzioni, nonché la cooperazione con altre realtà del Terzo Settore. Anche perché: “fare associazionismo significa creare rete. Significa collaborare con altre realtà, una cosa che genera e crea valore“.
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Alessandro, qual è la tua storia? Come è nata Bionic People?
Io sono nato come normodotato, non conoscevo la disabilità. Poi ho avuto un incidente che mi ha cambiato la vita; la mia gamba è rimasta molto danneggiata e ad oggi ho una protesi con la quale posso fare qualsiasi cosa. È stato uno dei momenti più difficili, ma sono un combattente di natura e non mi sono arreso. Ho cercato di conquistare di nuovo e mantenere il sorriso, che è sempre stato parte di me. Ho deciso, quindi, di aiutare anche gli altri, mi sono reso conto che attorno a me tanti non sorridevano più.
Così prende vita Bionic People, associazione con la quale “andiamo nelle scuole, nelle università e nelle aziende con percorsi di sensibilizzazione. L’obiettivo è cambiare l’occhio con cui le persone vedono la disabilità. Tramite i nostri storytelling raccontiamo come questa sia un valore e non un limite”.
Sono numerose le attività che svolgete: ce le racconti?
Ad esempio, abbiamo avviato, nel 2019, un percorso nelle scuole sulla sicurezza stradale che tuttora prosegue il proprio cammino; è importante perché tanti di noi sono vittime di incidenti stradali, dunque è fondamentale sensibilizzare sul tema. Inoltre, portiamo avanti diversi percorsi D&I, che riguardano la diversità e l’inclusione nelle aziende; abbiamo lavorato con brand incredibili come Adidas, Bottega Veneta e tantissimi altri. Sui progetti legati al mondo dello sport, l’Inclusive Padel Tour è un’attività nata lo scorso anno. Trattandosi di uno sport che va di moda, ci siamo chiesti: riusciremo a praticarlo? La risposta è sì. L’obiettivo è non solo praticarlo, ma renderlo assolutamente inclusivo.
Che tipo di risposta avete avuto dai territori?
Ci muoviamo su tutto il territorio italiano, ma anche all’estero, come in Svizzera o in Francia. Stiamo cercando di allargarci, perché pensiamo che i valori che trasmettiamo sono importanti. La risposta dei territori è stata altissima, ma anche quella da parte delle istituzioni: Ministeri che ci hanno concesso patrocini, Comuni e Regioni. Lo Stato ci è stato molto vicino in tutto quello che abbiamo fatto.
In merito all’aspetto prettamente sportivo, abbiamo avuto ragazzi che sono arrivati dal Cile, dalla Spagna e dalla Svizzera per giocare con noi.
A proposito di Istituzioni. Lo sport è entrato in Costituzione solo alcuni giorni fa. La senatrice Giusy Versace auspica che tale passaggio garantisca “davvero a tutti la possibilità di esercitare la pratica sportiva, ad ogni livello”.
In primo luogo, voglio salutare e ringraziare la Senatrice Versace, un’amica, una persona che ritengo sia speciale. Si è sempre impegnata tantissimo per il nostro mondo. In merito allo sport in Costituzione penso che sia qualcosa di doveroso, di positivo, e sono curioso di capire quali saranno le attività future che questa cosa in particolare produrrà. Si tratta di un evento importante, ma adesso siamo curiosi di capire come si andrà a sviluppare, magari con dei bandi aggiuntivi (?). Siamo fiduciosi. Spesso ci ‘lamentiamo’ dell’Italia, ma tanto è stato fatto. Quando gli sportivi stranieri vengono da noi, lo respirano, lo percepiscono, se ne rendono conto.
Speriamo anche che si possa esportare nel mondo il modello italiano in relazione alla disabilità, ma anche allo sport in generale. Resta inteso che tanto c’è da fare e lo faremo.
Cosa significa per te fare associazionismo e quali sono i prossimi passi di Bionic People?
Fare associazionismo significa creare rete. Significa collaborare con altre realtà del terzo settore, cosa che genera e crea valore. È una cosa che già facciamo, perché abbiamo collaborato con altre realtà. È una cosa che fa bene a noi, ma fa bene a tutti. Consiglio il fare rete e il riuscire ad integrarsi. Nella diversità c’è il valore.
Tra gli obiettivi futuri di Bionic People c’è riuscire ad esportare il metodo che abbiamo utilizzato per creare questa associazione in Italia e i valori che la caratterizzano. Sono convinto che ci riusciremo, anche grazie agli sponsor, ai partner e alle istituzioni che ci seguono.