Premierato o Presidenzialismo? Che riforma costituzionale sta preparando la maggioranza che sostiene il Governo Meloni?
La risposta arriva dal Sottosegretario agli Interni di Fratelli d’Italia, l’On. Wanda Ferro.
“Fratelli d’Italia – ci spiega la Ferro – è da sempre favorevole a una riforma presidenziale o semipresidenziale dello Stato. Ma il tema delle riforme istituzionali e costituzionali rende doveroso perseguire, come sta facendo il Governo Meloni, un approccio improntato al dialogo e alla condivisione con tutte le forze politiche, tutti i corpi delle istituzioni e con le parti sociali. La forma di governo che, allo stato attuale, sembra avere la maggiore condivisione, è quella che prevede l’elezione diretta del premier, mentre nessuna delle opposizioni è disponibile ad una riforma che preveda l’elezione diretta del Capo dello Stato, come avremmo voluto noi di Fratelli d’Italia“.
Quindi la proposta che arriverà alle Camere nei prossimi giorni e che infiammerà il dibattito nei mesi a venire è il “Premierato”, che tanto piace anche ad una parte della minoranza (Renzi e Calenda), a differenza del Presidenzialismo che non raccoglieva consensi nemmeno in una parte del centrodestra.
Quindi non più il Presidente della Repubblica eletto direttamente dai cittadini, ma, seguendo il modello tedesco, il capo del governo, il premier scelto direttamente dagli italiani, con la figura del Presidente della Repubblica come istituzione terza e con un ruolo di garanzia. Un compromesso tipicamente italiano?
Ma mentre il centrodestra prepara la sua proposta di riforma costituzionale, in Senato è già stata depositata la proposta del “Sindaco d’Italia” da parte del terzo polo a firma di Matteo Renzi che ha anticipato il Governo proprio sul tema “bandiera” della destra italiana.
Differenze tra Presidenzialismo e Premierato
I costituzionalisti hanno spiegato più volte che una definizione chiara del termine Premierato non esiste. Con Premierato si intendono molte cose diverse, ma tendenzialmente i temi fondamentali sono due: più poteri per il Primo Ministro – che nel Regno Unito viene chiamato premier – ed elezione diretta dello stesso.
Potrebbe indicare, ad esempio, il potere di nominare e revocare i ministri da parte del Presidente del Consiglio (e non più da parte del Presidente della Repubblica, come avviene oggi) oppure un sistema nel quale quest’ultimo verrebbe eletto direttamente dal popolo senza la necessità della fiducia parlamentare.
In questo caso si parla del premier come “Sindaco d’Italia” (riprendendo proprio la definizione che ne ha dato Matteo Renzi). Inoltre si parla anche di sfiducia costruttiva, ovvero l’impossibilità per le Camere di sfiduciare un governo se non viene data la fiducia ad un altro esecutivo.
Il Semipresidenzialismo
Nel caso del Premierato, quindi, si andrebbe verso un sistema misto nel quale il Parlamento esercita ancora una forma di controllo sul Governo.
Il Premierato è ben distinto dal presidenzialismo, con il quale si fa riferimento ad una forma di governo in cui il presidente della Repubblica ha funzioni politiche (diverse dalle attuali che si riducono quasi alla rappresentanza dello Stato), viene eletto dai cittadini (e non più dal Parlamento) e ha una concentrazione più marcata di poteri nelle sue mani.
Il presidenzialismo e il Semipresidenzialismo sono sistemi che si basano sul fatto che la maggior parte del potere sia nelle mani del presidente della Repubblica, o comunque il capo dello Stato, anche rispetto al Presidente del Consiglio, se è previsto.
Ne esistono di diversi tipi, da quello americano – dove non c’è rapporto di fiducia tra il capo dello Stato e le Camere – a quello francese (Semipresidenzialismo).
In tutti i casi, che sia Presidenzialismo, Semipresidenzialismo o Premierato, si può parlare di una svolta epocale, che arriva dopo trent’anni dall’introduzione, anch’essa epocale, dell’elezione diretta dei sindaci che tanta stabilità ha portato nei Comuni italiani.